Capitolo 34

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QUINN:

Quelle parole pronunciate da Justin continuavano a ripetersi nella mia testa in continuazione, era impossibile cercare di passarci sopra o fare finta di nulla.

Anche perché non ci avevo capito molto.

Come suo solito non mi aveva spiegato nulla, anzi era scappato via lasciandomi come una stupida con mille domande per la testa.

Significava che voleva mandarmi via da qui ?

Oppure l'aveva detto solo per spaventarmi ?

Infondo era tipico suo dirmi questo genere di cose.

Ero completamente confusa e anche spaventata, non volevo andarmene, non avevo neanche un posto dove stare.

E se era vero che voleva cacciarmi, dove mi avrebbe portata ?

Strizzai gli occhi cercando di abituarmi alla luce del giorno, non ero stata in grado di chiudere occhio, ogni 10 minuti mi svegliavo e cambiavo posizione.

Ovviamente a questo nuovo problema si aggiungevano i vecchi.

La pancia cominciava a brontolare, segno che la fame si stava iniziando a far sentire.

Non volevo mangiare.

Mi alzai dal letto andando in bagno.

Mi lavai il corpo indossando una maglietta larga nera ed un jeans stracciato alle ginocchia. Sulla maglietta misi una felpa sempre nera.

Mi legai i capelli in una coda alta, avrei dovuto lavarli ma non avevo né la voglia né il tempo per farlo.

Ci avevo messo si e no una quindicina di minuti.

Misi in bocca una gomma per cercare di attenuare la fame scendendo al piano di sotto.

"Buongiorno." Dissi appena entrai in cucina.

Justin stava leggendo il giornale mentre con la mano libera reggeva una tazza di caffè.

Alzó il suo sguardo su di me per poi riportarlo sul giornale accennando con la testa un saluto.

Sbuffai avvicinandomi al frigorifero tirando fuori una bottiglietta d'acqua.

"Mangia qualcosa."

Il suo mi sembrava un ordine più che una richiesta.

"Non ho fame." Risposi semplicemente richiudendo l'anta del frigorifero.

"Non mangi da giorni."

La sua voce si era alzata di poco.

Strinsi i pugni trattenendo la rabbia "non ho fame ho detto."

"Non è possibile. Ti ripeto, mangia qualcosa."

Mi voltai verso di lui fulminandolo con lo sguardo "si può sapere che cazzo vuoi ? Prima dici che non mi vuoi più e subito dopo ti preoccupi ?"

"Non ho mai detto di non volerti."

"Però vuoi farmi andare via." Incrociai le braccia al petto picchiettando il pavimento con il piede destro.

"Io dico tante cose."

"Si, e ne fai molte di più." Lo sfidai inclinando leggermente la testa verso sinistra.

Si alzò dalla sedia sogghignando maleficamente "infatti, perciò non farmi fare stronzate e smettila di rispondermi così."

Si stava avvicinando a me.

"Tu commetti sempre stronzate."

Mi fulminò con lo sguardo "quindi ieri ho fatto una cazzata quando ti ho salvata da quell'incendio ?" Corrugò la fronte assumendo il mio stesso atteggiamento.

My 'Dad'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora