Capitolo 25

4.4K 186 107
                                    

QUINN:

Aprì lentamente gli occhi sentendo ogni parte del corpo farmi male e bruciare.

Mi guardai intorno trovandomi davanti i ragazzi e mio padre, cosa ci facevano qui ?

E di chi era questa stanza ?

Un dolore allucinante alla testa mi fece richiudere gli occhi, cristo odiavo sentirmi così debole.

Dovevo riuscire a ricordarmi quello che era successo, perché mi trovavo in una stanza di ospedale ?

Provai a massaggiarmi le tempie ma il mio braccio sinistro era immobile, aprì gli occhi trovandoci un grosso flebo attaccato alla vena.

"Si è svegliata." Sentì dire queste parole, ma non capì da chi erano state pronunciate, non riuscivo a capire nulla.

Aprì di nuovo gli occhi abituandomi alla luce forte delle lampade.

Alzai lo sguardo verso gli altri trovandomi tutti che mi fissavano, avevo varie ferite qua e là ma nulla di grave per fortuna, sbuffai distogliendo lo sguardo.

Che cazzo avevano da guardare ?

Sentì il rumore di una porta aprirsi e poi richiudersi, era entrato qualcuno ma non mi preoccupai a vedere chi fosse, non mi interessava.

"Buongiorno, io sono il dottor Passol." Sentì dire da una voce sconosciuta, non dissi nulla limitandomi ad annuire.

"Signorina Quinn, come si sente ?"

"Oh alla grande." Dissi sarcastica facendo sorridere leggermente l'uomo.

"È svenuta nel caso non se lo ricorda." Disse ancora mentre leggeva qualcosa su una cartella, deglutì "si, me lo ricordo."

"Vostro padre mi ha raccontato cosa è accaduto, per fortuna non ha riportato lesioni gravi, inoltre ho fatto degli esami e ho visto che lei è molto sotto peso."

Rieccoci.

"Guardi io sto bene, si faccia gli affari suoi."

Sentì qualcuno sbuffare ma non me ne curai più di tanto.

Sapevo già di chi si trattava.

"La situazione è abbastanza grave, deve incominciare a mangiare e in più a prendere queste vitamine, la aiuteranno." Appoggiò su mobile bianco uno scatolino blu, non dissi nulla aspettando che l'uomo se ne andasse.

"Non hai niente da dire Quinn ? Perché se è così parlò io."

Distolsi lo sguardo da mio padre portando una mano vicino la bocca mordicchiandomi l'unghia del pollice.

"Chi è stato a far saltare tutto in aria ieri ?" Chiesi osservandomi le mani, mio padre si avvicinò a me stringendo i pugni "questi non sono affari tuoi."

Lo fulminai con lo sguardo "è colpa tua se mi trovo in questo posto." Gli urlai in faccia.

Mi afferrò per un polso facendomi quasi cadere per terra "non azzardarti ad alzare la voce con me."

"Lasciami, mi stai facendo male." Mi lamentai socchiudendo gli occhi per il dolore.

"Justin, lasciala subito."

I ragazzi intervennero facendo in modo che mio padre mi lasciasse il polso che massaggiai più volte abbassando lo sguardo.

"Quinn, non vedi che ti stai uccidendo ? Sei una cretina, non fai altro che commettere errori." Urlò arrabbiato cercando di avvicinarsi di nuovo a me senza risultati, i ragazzi lo tenevano fermo per entrambe le braccia.

My 'Dad'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora