Capitolo 13

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JUSTIN:

Mi svegliai sentendo dei fastidiosi uccellini cinguettarmi nelle orecchie, se avessi avuto con me la mia pistola li avrei fatti fuori.

Per colpa di Chaz avevo dormito in macchina tutta la notte.

Io che venivo cacciato dalla mia stessa casa, non ci potevo credere.
Certo la condividevo con i ragazzi ma la maggior parte della roba che c'era apparteneva a me.

Uscì dall'auto stiracchiandomi, la mia povera schiena implorava pietà, e tutto questo per colpa di Quinn.

Quella ragazzina, riusciva a mettere a dura prova la mia pazienza.

Imprecai mentalmente non trovando le chiavi di casa da nessuna parte, le dovevo aver lasciate sicuramente da qualche parte nella mia camera. Feci il giro della villa arrampicandomi sull'albero che c'era proprio fuori la finestra della mia stanza, entrando.

Fortuna che era aperta.

Entrai nella doccia velocemente scacciando via tutti i pensieri che avevo.

Appena ebbi finito infilai un pantalone nero stretto ed una felpa larga dello stesso colore, al collo misi una collana d'oro mentre alle dita della mano destra misi i miei quattro anelli.

Dopo essermi lavato i denti pettinai i capelli alla perfezione.

Ero troppo bello, dovevo ammetterlo!

Scesi al piano di sotto trovando in cucina Chaz, non lo degnai neppure di uno sguardo e aprì il frigo cercando qualcosa da mangiare.

Nessuno parlò per tutto il tempo, quel silenzio stava iniziando a darmi sui nervi, ma se non voleva prenderle di nuovo gli conveniva starsene zitto.

"Sei davvero incredibile. Dopo tutto quello che hai combinato ieri sera ti comporti come se nulla fosse. E poi quando sei rientrato ?" Ruppe il silenzio come se mi avesse letto nel pensiero iniziando a prendersela con me.

Mi guardai trovando fisso a guardarmi con disgusto, come se fossi un mostro.

Richiusi il frigo con violenza fulminando con lo sguardo il mio amico, mi stavo avvicinando sempre di più a lui.

"Stai zitto e pensa piuttosto ad alzare il tuo fottuto culo dal mio posto e andare da un'altra parte." Risposi alzando di parecchio il tono di voce.

Gli avevo fatto parecchio male, il suo labbro era spaccato, sul suo zigomo c'era un livido abbastanza evidente, anche io comunque non ero messo meglio, le avevo date ma anche prese.

Il mio labbro implorava pietà ogni volta che aprivo bocca.

"Dovresti andare a chiedere scusa a tua figlia!" Sputò  puntandomi un dito contro facendo alcuni passi indietro.

"Non dirmi cosa fare Chaz, sai perfettamente quanto mi da fastidio. E la prima a doversi scusare è proprio lei."

"Sei solo un idiota. Ieri sera sei tornato a casa completamente fatto, hai alzato le mani su di lei e ti comporti come se niente fosse ? Fai schifo Bieber, sei un padre di merda."

Basta, quello era troppo.

Gli sferrai un pugno sullo zigomo destro facendogli cadere la tazza bianca e gialla che aveva in mano per terra.

"Devi stare zitto Somers, se non vuoi ritrovarti all'ospedale." Lo minacciai digrignando i denti, si tenne la mascella spingendomi con l'altra mano libera.

"Sai solo usare la violenza, invece di parlare normalmente come una persone civile. Ieri sera l'hai combinata grossa Justin, ma te ne rendi conto ?"

Mi tirai i capelli frustrato, non sopportavo più di sentirmi in quel modo per colpa sua. Come se poi tutto quello che era successo fosse dipeso soltanto da me. Come sé quella mocciosa non ci avesse messo del suo per farmi arrivare a certi livelli.

My 'Dad'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora