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Sei anni dopo...

«Mad, alzati forza» gridò Tonks, scuotendomi, spostando le coperte che avvolgevano il mio corpo. Aveva il brutto vizio di farmi alzare presto. Diceva sempre che la mattina andava vissuta a pieno e non dovevo passarla a dormire o a non fare niente.

«Non mi va, lasciami dormire per una buona volta» presi il cuscino, mettendolo sopra la mia faccia, cercando di non sentire più la sua voce.
Avevo imparato ad accettare il fatto di stare con lei, Lupin e Sirius, ma odiavo quando non mi lasciavano in pace.
Dopo quel giorno, quando avevo ucciso la mia famiglia adottiva, Albus Silente mi aveva portato da Remus Lupin, a Grimmauld Place, numero dodici, dove viveva insieme a Sirius Black e a Ninfadora Tonks, sua moglie. Loro erano la mia nuova famiglia, la mia casa, quello che avrei dovuto considerare il mio rifugio dalla vita dalla strada, ma per me non esisteva un posto in cui potevo stare.
Non sarei mai stata felice.

«Madison, dobbiamo parlarti. Andiamo a fare colazione poi se avrai ancora sonno tornerai a dormire» mi comunicò, incrociando le braccia al petto, aspettando una mia risposta.
Aveva i capelli rosa bubblegum, che cambiavano in continuazione e gli occhi neri che ogni volta mi osservavano curiosi.

«Sei insopportabile» alzai gli occhi al cielo scocciata, togliendomi il cuscino dalla faccia, mettendomi in piedi.
Avevo passato la notte ad ascoltare la musica dal mio Mp3 blu, regalato da Sirius per il mio compleanno. Lui era una delle poche persone che tolleravo, riusciva quasi a capire il mio dolore. Non aveva avuto una vita facile, però non aveva mai mollato. Cercava sempre di far stare bene tutti e lo ammiravo.

«E tu una scansafatiche, muoviti» ridacchiò, scompigliandomi i capelli. Le lanciai un'occhiata infastidita da quel piccolo tocco, facendomi una crocchia disordinata in testa per non avere in mezzo alla faccia dei ciuffi di capelli. Non volevo avere nessun tipo di contatto con nessuno, le persone dovevano stare lontano da me, ero pericolosa.
Provocavo solo del male.

Percorremmo il corridoi scuro, sedendoci nel tavolo della cucina, dove si trovavano già Sirius e Lupin, che parlavano delle ultime notizie scritte sulla Gazzetta del Profeta.

«Buongiorno Madison» mi salutarono i due uomini, mentre io mi versavo del latte in una tazza, usando la bacchetta di Sirius.
Era appoggiata sopra il tavolo e visto che la mia l'avevo lasciata in camera, mi stavo esercitando con la sua. Era un semplice incantesimo di levitazione, nulla di troppo difficile. Avevo il sangue di strega nelle vene, preso da mia madre.

«Sei diventata brava» esclamò Sirius, sorridendomi fiero. Mi voleva bene, ma io non potevo affezionarmi. Per quanto con lui ero meno freddo e apatica del solito, sapevo che non potevo aprire il mio cuore con nessuno. Non dopo quella notte.

«Non sono così stupida da sbagliare una cosa così semplice» bevetti il latte dalla mia tazza di porcellana con una nota musicale nera disegnata sopra, anche questa regalata da Sirius.

«Questo è da vedere. Remus, la signorina qui davanti è brava a fare gli altri incantesimi?» chiese Sirius, aumentando il suo sorriso, guardando uno dei suoi migliori amici. Prima c'era anche James Potter con sua moglie Lily e Peter Minus. I primi due erano morti a causa di Peter che li tradì, rivelando a Lord Voldemort il loro nascondiglio. Non avevo paura di dire il suo nome, non potevo risultare debole agli occhi degli altri, non potevo permetterlo.

«Si caro Sirius. Ecco perché domani andrà ad Hogwarts e potrà svolgere i compiti in modo corretto» rivelò Lupin, facendomi quasi strozzare con la bevanda. Non sarei mai andata lì. Non era posto per me. Lupin mi insegnava già gli argomenti principali, perché andare ad Hogwarts? Sarei entrata al sesto anno poi, che cosa ridicola.

«Cosa?» urlai, alzandomi dal tavolo, sentendo la rabbia attraversare tutto il mio corpo.
Non perdere il controllo Madison.

«Volevamo parlarti di questo. Abbiamo parlato con Silente ed è disposto a farti frequentare la scuola. Imparerai un sacco di nuove cose e ci sarò anch'io con te, insegnerò Difesa contro le Arti Oscure. Verrai smistata in una casa, e poi ti indicheranno il tuo dormitorio e tu frequenterai le lezioni. Potranno insegnarti a controllare i tuoi poteri e ti giuro che non perderai più il controllo» riferì Lupin, guardandomi negli occhi. I suoi erano verdi e trasmettevano sicurezza. In quella casa erano tutte brave persone, per me non c'era spazio, forse volevano abbandonarmi, come avevano fatto gli altri.

The true pain // mattheo riddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora