7// Weird

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Un lieve solletico mi fece svegliare col sorriso sul viso. Era stato Mattheo che mi aveva avvicinato maggiormente a lui e mi stava accarezzando la pancia da sotto la felpa. Ricordavo quasi tutto quello che era successo la notte precedente e anche del suo "ti proteggerò io tempesta".
Mi sentivo così bene tra le sue braccia.
Spostati da lì.

Aprii gli occhi, girandomi dalla sua parte, lasciando che la sua mano finisse sulla mia schiena, osservandolo di sottecchi. Era a petto nudo, che notai fosse ricoperto di cicatrici. La sera prima non l'avevo visto, c'era buio e la canna aveva fatto il suo effetto. Era uguale a me.
Ma smettila Madison.
Le labbra erano socchiuse, mentre i capelli ricci erano scompigliati e gli finivano sulla fronte in modo buffo. Presa dalla troppa voglia di accarezzarglieli, allungai le dita, spostandogli il ciuffo di lato. Erano davvero morbidi.

<<Ma che cazzo fai?>> spalancò gli occhi di scatto, togliendo la mia mano dai suoi capelli, mettendosi seduto di spalle, cercando una maglietta dal cassetto.
Ma che diavolo gli prendeva?

<<Svegliato male Riddle?>> chiesi, sedendomi anch'io, guardandolo in cagnesco. Il suo tocco mi mancava già.
Madison vedi come ti sta trattando?
È uguale a loro.

<<Non sono in vena di scherzare, levati dalle palle. Quella è la porta, falla funzionare>> gridò, alzandosi per incrociare il mio sguardo.
Che stronzo.

<<Sei un completo idiota. Stai tranquillo che me ne vado entusiasta, non voglio stare un minuto in più con te>> mi misi in piedi anch'io, infilandomi le scarpe. Era un'enorme bugia la mia.

<<E vedi di non tornare. Mi fa schifo il solo pensiero di averti avuto vicina stanotte, sei marcia dentro. Le persone fanno bene a starti lontana>> mi puntò un dito contro, ammettendo quello che pensavo anch'io.
Marcia.
Lo ero anche per lui.

<<Sei un vero pezzo di merda, tornerei indietro nel tempo solo per non averti mai conosciuto>> presi i miei vestiti, aprendo la porta con un calcio, ignorando un suo basso richiamo, uscendo dalla sua stanza. Entrai nella mia, chiudendomi a chiave, lanciando le mie cose sopra il letto, stringendo forte i pugni.
Spegni tutto Madison, così non farà male.
Ascoltami e dimentica ogni cosa.

Mattheo come riusciva a farmi sentire così speciale e poi uno schifo con una sola e insignificante frase? Non avrei mai versato una lacrima per lui o per gli altri, avevo giurato di non farlo mai più dopo la morte dei miei genitori adottivi.

<<Basta Madison>> andai davanti allo specchio, osservando il mio riflesso con ancora la sua felpa addosso.
Aveva il suo profumo.
Me la tolsi, lanciandola sopra la scrivania nel modo meno delicato possibile, infilandomi il pigiama, tornando sul letto.
Non avevo voglia di frequentare le lezioni, le avrei saltate e avrei dormito. Ero stanca di stare in quel posto, volevo tornare a casa e dimenticare ogni traccia della felicità che il gruppo mi aveva fatto provare. Mi avrebbero ferito, come tutti.

Infilai le cuffie, disattivando la sveglia, aprendo il nuovo libro da leggere, immergendomi in un mondo che non mi avrebbe mai fatta sentire sbagliata.

Dopo tre ore di lezione saltate, insieme alla colazione, la porta venne aperta dalle persone che meno avrei voluto vedere.
Non perché non le sopportavo ma mi ricordavo Mattheo e le sue parole che rimbombavano nella mia testa.

<<Ciao cuginetta>> entrò nella mia stanza Draco, in compagnia di Nott, stendendosi tutti e due sopra il mio letto.

<<Perché non vieni a fare lezione?>> domandò Theodore, togliendomi le cuffie, guardando in modo strano l'oggetto che aveva tra le mani. Era babbano e non lo conosceva. Draco invece mise la bacchetta che aveva usato per aprire la mia camera in tasca.

The true pain // Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora