30// Dark son

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<<E questa in breve è la storia di come ho scoperto che non era mio fratello>> scrollai le spalle, guardando la mia amica.
Non mi aveva mai abbandonata, era sempre rimasta con me.

<<Posso farti una domanda?>> mi spostò una ciocca di capelli dal viso, portandola dietro il mio orecchio.

<<Si>> mi sistemai meglio la coperta, sospirando. C'era tanto freddo, l'inverno era ormai giunto alle porte del castello e le temperature si erano abbassate. Fuori pioveva, si sentivano i fulmini solcare il cielo scuro.

<<Dici che è stato lui a uccidere Atlantic?>> si mordicchiò il labbro ansiosa, probabilmente aspettando le rispondessi di malo modo.
Il mio piccolo amico...

Non avevo mai pensato a quell'ipotesi, perlomeno non prima di scoprire che quello non era mio fratello.
Se aveva fatto del male al mio Thestral l'avrei ucciso con le mie mani.
Mostro.
Non mi interessa esserlo, se lo merita.
Hai il coraggio di ucciderlo?

<<Non mi aspetto più nulla ormai>> è stato lui e lo sai.

<<Vieni qui>> mi tirò verso di lei, abbracciandomi.
Le misi le braccia attorno al corpo, stringendola a me.
La mia migliore amica.

<<Ho fiducia, so che ritroverai il vero Ethan>> mi diede una dolce carezza sui capelli, staccandosi leggermente.

<<Speri troppo in un cambiamento del mondo Lu>> con lei non faceva così male, in realtà infondo me lo aspettavo. Esisteva davvero una vita senza dolore per me? No.

<<Se non ci speri che senso ha lottare?>> riusciva sempre ad arrivare al suo scopo, cioè farti sorridere.
Luna era una persona da proteggere.

<<Un modo si trova per andare avanti>> sbadigliai stanca, alzandomi dal letto o mi sarei messa a dormire.
Avevo passato il pomeriggio da lei, dopo le lezioni ero andata nella sua stanza per darle i miei appunti. Pur non facendo esattamente le stesse cose le erano stati utili. Sarebbe tornata il giorno dopo in classe, non veniva da quasi una settimana.
Erano passati cinque giorni da quella sera. Ethan o chiunque ci fosse dietro lo avevo visto solo due volte e a malapena ci eravamo salutati.
Era sempre di fretta e non partecipava quasi mai alle lezioni, cose che il mio vero fratello non avrebbe mai fatto. Più lo osservavo più capivo come stavano le cose.

<<Solo perché speri vada tutto bene. Mi dispiace ma ho ragione io>> sorrise soddisfatta, sistemando dei libri nella sua libreria personale.

<<Da quando?>> incrocia le braccia, alzando le sopracciglia divertita.

<<Da sempre>> mi fece la linguaccia come una bambina.

<<Stai prendendo troppo esempio da me sai?>> ridacchiai, sentendomi dannatamente bene.
Salvami.
Ti lascerà.
No che non lo farà.
È uguale agli altri.

<<Paura Lestrange?>> rise, non riuscendo a essere minacciosa.

<<Che stronza>> ero a bocca aperta, stava diventando davvero come me, ma era comunque la mia Lunetta.

<<È divertente esserlo>> questa era sicuramente colpa di Theodore.

<<Sicuramente... Comunque ora vado da Theo, andiamo insieme in mensa. Io e te ci vediamo lì?>> infilai le scarpe da ginnastica, dando un bacio sulla guancia alla bionda.

<<Si okay, ti raggiungo tra poco>> mi sorrise, finendo di sistemare le sue cose.

Mi recai alla porta, uscendo con ancora un minimo di felicità dentro di me.
Grazie a lei tutto andava per il verso giusto. Era quella persona che definivo parte della mia anima. Luna non era solo un'amica, era mia sorella.
Yin e Yang.

The true pain // Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora