21// My cure

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Regalo di Natale🤍

<<Sei asfissiante te l'hanno mai detto?>> continuai indisturbata a spingermi nell'altalena come una bambina, provando a ignorare la presenza di quell'idiota.
Mattheo non si arrendeva. Era ostinato a non perdermi.
Perché?

<<Si forse, ma sai bene che non lascio andare così facilmente quello che è mio e tu lo sei dalla prima volta che i miei occhi hanno incrociato i tuoi tempesta>> con una mano fermò l'altalena, mettendosi davanti a me, precisamente in mezzo alle mie gambe. Abbassò di poco la testa per guardami dall'alto, cercando di avere un contatto visivo con me.
Aveva sistemato l'Mp3 nella tasca della mia felpa, mettendolo all'interno.

<<Non ti fidi di me vero?>> chiesi, non riuscendo a trattenermi. Non gli importa niente di te, non l'hai ancora capito?

<<Che cazzo stai dicendo? Ho sbagliato ma questo non significa che non abbia fiducia in te, in noi>> non capivo il suo atteggiamento, era tutto troppo complicato.

<<Non mi hai detto niente...>> scossi la testa, sospirando per la voglia di gridare.
Sei così debole.
No.
E allora non comportarti in questo modo Madison.

<<Perché l'avresti presa meglio? Immagina se ieri fossi venuto da te e ti avessi detto, con tutta la tranquillità del mondo, che sono un mangiamorte, come avresti reagito?>> urlò, spaventando un elfo domestico che si era presentato gentilmente poco prima dell'arrivo di Mattheo. Si chiamava Dobby.

<<Meglio di quando me l'hai gridato in faccia senza sapere il significato che quel marchio ha su di me>> mi alzai furiosa dall'altalena, spingendolo per le spalle.
Non dirgli nulla.

<<Sentiamo, visto che pretendi che ti dica tutto, voglio conoscere il vero motivo>> mi puntò un dito contro, mordendosi il labbro per non sbraitare maggiormente.
Non farlo.
Lo userà contro di te.

<<Ho ucciso i miei genitori adottivi con i miei poteri>> una lacrima mi bagnò la guancia quando pronuncia quelle parole al solo ricordo di quello che era successo.
Sei un mostro.

<<C-cosa?>> era stupito e confuso, non se l'aspettava da me.
Gli hai regalato il coltello per ucciderti.

<<Sono passati sei anni da quando è successo. Mio padre mi torturava e grazie all'aiuto di mio fratello sono scappata dal seminterrato dove mi teneva. Ho vissuto in strada per un po' di tempo, finché non mi hanno trovata gli assistenti sociali. Mi hanno dato subito una famiglia dove stare, loro...>> mi fermai, incapace di andare avanti.
Ora piangi? Dopo quello che gli hai fatto ti meriti tutto il male che esiste.

<<Sono qui con te Mad>> mi asciugò una lacrima con il pollice, lasciando la mano sulla mia guancia.
Salvami.

<<Si chiamavano Hannah e Jonny. Erano i miei genitori nonostante tutto. Erano buoni, dolci e mi volevano bene>> feci un respiro profondo, lasciando che mi prendesse la mano, intrecciando le nostre dita insieme per darmi forza.

<<Durante la notte avevo sentito dei rumori, mi ero alzata e avevo trovato Hannah e Jonny legati e feriti. Dei mangiamorte erano entrati in casa e volevano portarmi con loro. Per convincermi lanciarono la maledizione Cruciatus su di loro. Per la rabbia, lasciai prendere il sopravvento ai miei poteri. Theo li ho uccisi, ho ammazzato tutti. L'ultima cosa che mi ha detto mia madre è stata "ti voglio bene". Sono un mostro, perché non sono mor-...>> mi bloccò, dandomi un bacio improvviso sulle labbra.

Mise un braccio attorno ai miei fianchi, attirandomi contro di lui, mentre io appoggiai le mani sulle sue spalle, reggendomi a esse per avermi baciata alla sprovvista.

The true pain // Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora