39// Deployments

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<<Secondo te come ha fatto?>> presi la mira, controllai mentalmente che il calcolo fosse giusto. Dovevo colpire solo ed esclusivamente quella bottiglia. Non dovevo sbagliare.

Strinsi gli occhi, iniziavano a bruciare a causa del cambio di colore. Non mi dava più fastidio come un tempo, mi ero quasi abituata a quel mutamento.

<<Intendi a prendere praticamente il comando dei tuoi pensieri?>> Lupin accanto a me, mi guardò. Stava studiando la mia trasformazione.
Eravamo nell'aula di Difesa Contro Le Arti Oscure e insieme a Tonks, cercavano risposte alle nostre infinite domande sul mio conto.

Avevano fatto una lunga ricerca sulle ninfe dei fulmini, trovando materiale abbastanza scarso. Non che mi importasse ormai, in ogni caso dovevo imparare a gestire i miei poteri da sola, quelle stupide informazioni su un libro vecchio e ammuffito non mi avrebbero cambiato la vita.

<<Era scontata come domanda Remus>> aprii gli occhi, lanciandogli un'occhiata, portando il braccio in avanti, raddrizzandolo.
Avevo individuato la bottiglia, potevo andare, ma avevo paura.
Se non sarei riuscita a fermarmi?
Ora che la voce quasi non compariva più, c'era la mia a darmi sui nervi.
Fanculo alla mia debolezza.

<<Tu-sai-chi è uno dei maghi più potenti di magia oscura, è spietato, violento, crudele... Qualsiasi cosa abbia usato avrà fatto del male, non è semplice entrare dentro la testa di qualcuno per così tanto tempo>> sospirò, incrociando le braccia, riflettendo su se stesso. Ninfadora era accanto a lui e vedendolo così, appoggiò la testa sulla spalla destra, accarezzandogli il braccio.

<<Dici che ha sofferto?>> espirai, raccolsi quel minimo di potere che sentivo e scaglia contro l'oggetto posto davanti a me, un fulmine netto. La bottiglia esplose e l'acqua per poco non mi arrivò addosso. Dovevo regolare la potenza.

<<Lo spero con tutto il cuore>> provava ancora un forte odio verso Voldemort. Gli aveva tolto la sua unica famiglia.
I malandrini erano tutta la sua vita.
Gli rimaneva solo Sirius, ma con i problemi dati dal Ministero era difficile vedersi durante il periodo scolastico.
Lupin viveva ad Hogwarts e Sirius nella nostra casa.

Non risposi a Remus, non mi andava di parlare di quel determinato argomento. Ero stanca del dolore causato da quel verme.
Speravo sentisse tutte le imprecazioni che gli dicevo ogni dannato giorno.

<<Devo fare altro?>> tornai con i miei classici occhi marroni, girandomi verso la coppia.

<<No, oggi abbiamo finito. Devi fare qualcosa?>> Lupin sistemò i libri in ordine, aiutato dalla gomma da masticare.

<<Mi vedo con i ragazzi>> sciolsi la crocchia, sistemandomi i capelli di lato, pettinandoli di poco con le dita.

<<Va bene, ci vediamo domani Madison>> mi sorrisero entrambi, parlottando tra loro.

Poco prima di uscire udii addirittura un qualcosa di simile a "dovremmo dirglielo" ma mi convinsi fosse solo la mia immaginazione.
Non avevo nessuna voglia di pensarci.

Leggermente spazientita uscii fuori dalla scuola, recandomi con le cuffie alle orecchie e le mani dentro le tasche della felpa grigia verso il Lago Nero.
Ad aspettarmi c'erano Draco, Blaise e Nott.
Il biondo platino era appoggiato al tronco di un albero, Zabini stava parlando mentre Nott teneva un libro al contrario.
Non capivo se fosse stupido o lo facesse di proposito.

<<Ciao>> tutti e tre si voltarono verso di me. Appoggiai lo zaino a terra, sedendomi vicino a mio cugino, sempre mantenendo una certa distanza.
Avevo una paura fottuta.

<<Eilà cuginetta, tutto bene?>> mi tirò più attaccata a lui, notando quella lontananza.
Lo guardai infastidita, spostandomi di poco.

The true pain // Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora