2// Slytherin

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Casa.
Non avevo mai avuto un posto da poter chiamare in quel modo.
Avevo vissuto in vari posti differenti, tra cui il seminterrato di una vecchia abitazione, l'orfanotrofio, dopo che scappai dalle torture di mio padre, Fenrir Greyback che mia madre usò solo per una scappatella da una notte e quando diede me alla luce lui si vendicò, provocandomi solo dolore, come se la colpa fosse mia. Scappai, con l'aiuto di mio fratello, che rimase bloccato lì, ritrovandomi in strada. Mi recai in un bar, dove vidi del cibo, chiedendone al ragazzo che ci lavorava, non sapevo che esistessero i soldi ai tempi, avevo solo dieci anni. Il capo del bar mi diede da mangiare, notando le mie condizioni e chiamò la polizia che mi portò nell'orfanotrofio dove mi adottarono Hannah e Jonny. Poi arrivò quella notte dove distrussi tutto...

<<Tra alcuni minuti potrai entrare>> dichiarò Lupin, davanti a me in piedi.
Eravamo davanti alle porte della famosa Sala Grande, dove quelli del primo anno venivano smistati e per non farmi confondere con loro, sarei dovuta entrare appena ognuno dei piccoli fosse stato messo in una casa.

<<Fantastico>> gli risposi in modo brusco, mettendomi più comoda. Ero seduta in terra, con la schiena appoggiata al muro, con una cuffia alle orecchie.
Non potevo vivere senza musica.

<<Dovresti essere felice, tutti i giovani maghi e streghe che esistono vorrebbero studiare ad Hogwarts>> insistette con la storia della scuola, ma a me non fregava niente.
Non volevo rimanere lì, eppure non mi avevano lasciato scelta di decidere.

<<Come hai notato io sono diversa, non hanno il mio potere, loro non hanno paura di perdere il controllo. Potrei ucciderli tutti e preferirei non farlo ora come ora>> riferì, annoiata.
Che situazione del cazzo.

<<Non vuol dire che tu sia una cattiva persona, quando imparerai a controllarti ne riparleremo e comunque avresti dovuto metterti la divisa>> ribatté, facendomi alzare per entrare finalmente dentro quella Sala.
Che lo show abbia inizio.

<<Sapevi bene che non l'avrei fatto>> scrollai le spalle indifferente, restando dietro Lupin. Spalancò la porta, ritrovandoci tutti gli sguardi degli studenti addosso. Alzai gli occhi al cielo, camminando a testa alta, mettendo la mia solita maschera per risultare apatica. Era facile fingere, nessuno se ne accorgeva.

<<Lei è Madison, una nuova alunna della nostra scuola. Frequenterà il sesto anno, verrà smistata in una delle case e dopo cena il prefetto la porterà nella sua camera. Madison vieni, siediti qui. Comunque io sono la tua professoressa di Trasfigurazione, Minerva Mcgranitt>> parlò la signora anziana di fronte a me, con uno strano mantello nero.
Ma erano tutti così strani in quel posto?

Mi sedetti in uno sgabello, giocando con le cuffie, attorcigliandole tra loro, mentre l'anziana mi metteva un cappello nero in testa. Si capiva quanto fossi seccata e arrabbiata? Non avevo nemmeno riposto alla Mcgranitt.

<<Lei è speciale, farà cose che stupiranno tutti... So bene in che casa metterti e lo sai anche tu.... Serpeverde>> annunciò il Cappello Parlante.

<<Ma che novità>> scesi dallo sgabello, lanciando un'occhiata a Lupin, seduto nel tavolo con i professori. Ignorai i fastidiosi applausi, recandomi al tavolo delle serpi, sedendomi lontana da tutti. Rischiavo di cadere a terra per com'ero messa, ma mi fregai anche di quello. Misi le cuffie alle orecchie, non considerando alcune persone che cercavano di parlarmi, guardando in cagnesco un ragazzo biondo, insieme a un altro riccio che mi fissavano con uno strano sorrisetto sul viso. Erano insieme a due ragazzi e due ragazze.
Idioti.

Iniziai a mangiare delle patatine fritte che mi ero gettata sul piatto, alzando un sopracciglio verso il ricciolino. Era un bel ragazzo, i suoi occhi marroni mi osservavano curiosi, in cerca di qualcosa.
Provai a non urlargli contro, finendo di ingozzarmi di patatine. Erano il mio piatto preferito.

The true pain // Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora