45// The true love

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Vari anni dopo.

<<Ragazzi, muovetevi>> gridai dal piano di sotto, finendo di preparare il panino al burro d'arachidi ad Alex. Quella peste aveva una fissa per quella roba. Assomigliava fin troppo allo zio. Draco e il cibo erano la stessa cosa.

<<Mamma, ti giuro che se quei due idioti  dei tuoi figli non mi lasciano in pace, io li ammazzo>> sbottò nervosa Lyla, scendendo le scale. Si posizionò davanti allo specchio, ordinandosi i capelli blu in una crocchia alta come le aveva insegnato zia Herm.
Lyla era la più piccola dei tre fratelli, aveva i capelli come i miei e fortunatamente solo una minima parte dei miei poteri. Aveva imparato a controllarli da subito e se ne vantava in continuazione. I suoi occhi diventavano del mio stesso colore blu cobalto, mentre quando erano normali, lesi coloravano di marrone scuro, illuminandole alcune lieve lentiggini sul naso all'insù.
Alex era il più grande, era molto alto e tozzo, già dava nell'occhio alle ragazze di Hogwarts. Aveva il fascino alla Riddle, come suo papà, aveva i capelli ricci e marroni, occhi scuri e intriganti e sorrisetto divertito sempre sul viso.
Mentre Kai, il medio, era quello meno socievole dei tre, giusto con la famiglia si lasciava andare. Aveva i capelli lisci con un bel ciuffo castano ed occhi, non si sa come verdi, forse presi dai miei nonni da come mi aveva raccontato mia madre.
Tutti e tre erano serpeverde, cosa che non poteva mancare nella nostra generazione.

<<Sai cosa devi fare piccolo fulmine?>> Theo la prese in braccio, mettendosela sulle spalle, facendola ridere.

<<Cosa papà?>> mise il broncio, arricciando il naso. Aveva dodici anni ma ancora era la nostra bambina.

Mattheo si avvicinò al suo orecchio, sussurrandole una vendetta da escogitargli, riportandola giù.

<<Attenta a non farti scoprire>> le puntò un dito contro, ridacchiando mentre Ly saliva le scale.

<<Si può sapere che le hai detto?>> alzai le sopracciglia, girandomi dalla sua parte. Lo ritrovai davanti, pronto a sovrastarmi col suo corpo, facendomi sbattere il fondoschiena sulla superficie del mobile dietro di me.

<<Un bel modo di vendicarsi>> si abbassò sul mio viso, lasciandoci dei lievi baci.

<<Ovvero?>> risi, allacciando le braccia attorno al suo collo, attirandolo a me.

<<Disfargli la valigia e cambiarla con la sua roba dato che è pure più grande>> scrollò le spalle.

<<Sai che poi deve tornare qua vero?>> scossi la testa, accarezzandogli i capelli mentre lui mi teneva le mani sui fianchi.

<<Fa niente, in questo modo capirà>> fece un sorrisetto, guardandomi le labbra, lasciandoci sopra un lungo bacio.

<<Domani c'è mamma con Ethan a cena>> parlai in mezzo al nostro bacio, facendomi mordere il labbro per non farmi fiatare.
Dopo quella famosa lettera che mamma mi aveva lasciato ci eravamo visti. L'abbraccio che mi diede fu il migliore di tutta la mia vita.

<<In questo momento sto pensando a ben altro che la cena lo sai vero?>> strinse la presa sui miei fianchi.

<<Theo, dobbiamo accompagnarli alla stazione, poi facciamo tutto ciò che vuoi>> gli feci l'occhialino maliziosamente. L'idea di fare sesso non mi dispiaceva affatto, il problema è che avevamo i minuti contati.

<<E per di più hai detto che mi dovevi portare in un posto>> annuii, lasciandogli un bacio a stampo, staccandomi da lui, chiamando i ragazzi per fargli scendere.

<<Lo so bene, tieniti pronta per le sei>>

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Erano passate alcune ore, eravamo tornati nella nostra casa soli dato che i ragazzi erano ritornati ad Hogwarts dopo le vacanze natalizie. La nostra abitazione era vicino a quella di Remus, Tonks e Sirius, che ora giravano liberi senza avere più paura. Dopo la guerra le cose erano cambiate radicalmente. I mezzosangue erano finalmente tranquilli, tutti i mangiamorte presenti erano stati rinchiusi ad Azkaban, i pochi liberi venivano ritrovati in poco tempo, mio padre marciva in prigione e Voldemort era finalmente morto.

Io stavo finalmente bene, mi vedevo quasi tutti i giorni con Luna, Nott, Draco, Hermione e tutti gli altri. I nostri figli erano grandi amici e già avevamo intuito le coppie che si stavano creando.
Era tutto dannatamente perfetto.
Io e Mattheo per di più ci eravamo sposati da ormai più di quattro anni e avevamo tre splendidi bambini. Non potevamo chiedere niente di più.

<<Si può sapere dove stiamo andando?>> Theo mi stava tirando verso le vie babbana da quasi un'ora ormai, non conoscevo questa strada e la cosa mi stupiva. Solitamente passeggiavamo lungo tutta la città, ma in quel posto non eravamo mai andati.
Nevicava e faticavo a capire dove mettere i piedi senza inciampare.

<<Ora lo scoprirai tempesta>> si fermò di fronte ad un negozio con una grande insegna.
Facevano tatuaggi la.

<<Hai capito vero?>> si mordicchiò il labbro inferiore, guardandomi negli occhi.

<<Io mantengo le promesse>> aprì la porta mentre io ero a dir poco scioccata. Si voleva davvero tatuare il mio fulmine?
Quel ragazzo mi stupiva sempre di più. Ecco perché lo amavo dannatamente tanto.

<<Sei pazzo, completamente>> scossi la testa. Lui si avvicinò ad un ragazzo dagli strani capelli verdi molto corti e il corpo piena zeppo di tatuaggi e piercing. Ci portò in una stanza, chiedendoci ciò che avremmo voluto.

<<Questo fulmine>> Theo mi alzò leggermente la manica della felpa, mostrando al ragazzo il mio marchio.

<<Con aggiunta una nuvola al di sopra, della pioggia e una M in corsivo piccola>> mi accarezzò una guancia dolcemente quando rimasi a fissarlo imbambolata dalle sue parole.

Non fiatai quando il tattuatore iniziò a disegnare le linee sul polso di mio marito. Ci fissammo solo per tutto il tempo. Non distogliemmo gli occhi dall'altro per nessuna ragione al mondo, fino a perderci la e ritrovare la strada insieme. Quegli occhi erano della persona della quale io mi ero innamorata. Quella che avrei amato per il resto della mia vita.
Finimmo dopo circa tre quarti d'ora, mi devi aggiungere al mio marchio ciò che aveva fatto lui, così avremmo avuto il tatuaggio in comune perfettamente uguale.
Infine pagammo, uscendo presi per mano con un sorriso sincero sul volto.

<<Ti amo Theo>> gli dissi, fermandomi di fronte alla porta di casa, attirandolo a me.

<<Ti amo con tutta me stessa, dal primo momento in cui ti ho incontrato>> lo strinsi forte, aspirando il suo dolce profumo alla menta.

<<Ti amo anche io tempesta, da sempre>> mi prese per le guance baciandomi, facendomi sentire come solo lui sapeva fare.
A casa.

Fine.

The true pain // Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora