37// I miss you Theo

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POV MATTHEO

Uno sbadiglio sfuggì dalle mie labbra, quando mi stiracchiai.
Abbassai leggermente la coperta, fino a scoprirmi il petto, prestando attenzione al piccolo corpo della ragazza accanto a me.

Dormiva ancora probabilmente, i suoi grandi occhi erano serrati, il respiro era calmo e regolare, i capelli erano sparsi sul cuscino verde in modo disordinato.
La mia grande felpa che indossava, le copriva i polsi freddi e bianchi, insieme a una lieve parte della mano. La sera precedente le avevo disinfettato le ferite e cambiato le fasce. Non erano profonde, ma il fulmine aveva comunque bruciato il suo palmo.

Mi avvicinai a lei lentamente, tenendo i miei occhi sulla sua figura. Era tornata da me veramente?
Ero riuscito a farla rimanere? Ma l'avrebbe fatto? Sarebbe rimasta con me?
Prima o poi tutti andavano via, c'era chi restava più a lungo e chi poco o niente.
C'era chi ti si conficcava dentro come un frammento di vetro, come un pezzo di puzzle con un altro, come una scheggia di legno. Persisteva nel tuo cuore, prendendo ogni singolo brandello del tuo essere. Non ti interessava niente del resto, per te c'era solo lei.
Avevi bisogno solo del suo amore, ma era sempre stata l'unica cosa che non ti aveva mai donato. Perché non era amore quello. Non se ne sarebbe andata altrimenti.
Madison la giustificavo però, ero un disastro.
Ma almeno lei.
Chiedevo solo questo.
Non volevo nessun altro.
Tu resta anche se sono così.

Allungai una mano verso il suo viso, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio con delicatezza. Non volevo infastidirla o svegliarla.
Era tranquilla mentre dormiva, solo perché era l'unico momento in cui non pensava.
Se non c'erano gli incubi, lei stava bene.
Perché si era felici solamente quando la testa non parlava?
Perché non potevamo vivere con un vero sorriso sul viso?
Perché vivere?

Abbassai le dita sulla sua guancia, sfiorandole con il pollice lo zigomo, creando, quando arrivai più in basso, il contorno delle sue labbra.

<<Buongiorno>> sbatté le ciglia folte, abituandosi alla luce del sole che compariva dalla finestra fino ad arrivare al letto.

<<Buongiorno tempesta. Dormito bene?>> mi ressi con il gomito, lasciandole un bacio sulla tempia.

<<Si, tu?>> non oppose resistenza quando rimasi in quella posizione, anzi, si sistemò meglio sul letto per permettermi di mettermi completamente sopra di lei.

<<Finalmente anche io>> abbozzai un sorriso, guardandola negli occhi. Amavo il contatto visivo con lei, riuscivo a scovare le sue paure pure quando cercava di tenerle nascoste nel buio, capivo quando mentiva o quando stava bene veramente e non fingeva.

Mi sorrise dolcemente, allacciando le braccia attorno al mio collo per abbracciarmi.
Appoggiai il viso nell'incavo del suo collo, tenendo le mani salde sui suoi fianchi.

<<Non hai idea di quanto cazzo tu mi sia mancata>> sussurrai vicino al suo orecchio con voce roca.
Sentire nuovamente il suo profumo, entrare in contatto con la sua pelle o sentire la sua voce, era il paradiso.
Cazzo se lo era.

<<Mi sei mancato anche tu Theo>> portò una mano tra i miei capelli, accarezzandoli.
Non smettere mai.

Girai lentamente il capo, lasciandole un lieve bacio sul collo, infilandole la mano dentro la felpa, appoggiandola sul suo addome.
Tracciai delle linee con l'indice, scorrendo verso l'ombelico, superandolo lentamente, provocandole dei brividi quando le sfiorai il bordo dei pantaloncini.
Strinse i miei capelli in un pugno a quel contatto.

Incomincia a lasciarle dei baci sul collo senza fretta.
C'era un punto specifico in cui mi soffermai maggiormente, passandoci sopra la lingua prima di succhiare con veemenza ma delicatezza allo stesso tempo.

The true pain // Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora