12// He don't want her

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Un forte profumo alla menta mi fece svegliare col buon umore o almeno prima che capissi da dove provenisse. Ero intrappolata tra le forti braccia di Mattheo e non ricordavo il perché. L'avevo mandato via ed era tornato da me dopo un'ora?Perché era venuto? Cosa voleva?
Che cosa mai vorrebbe da una ragazza come te? Non puoi offrirgli niente, per lui sei solo una qualunque.

<<Buongiorno tempesta>> mi salutò, sbadigliando. Mi misi seduta sul letto guardandolo con le braccia incrociate. Ero arrabbiata con lui, non sarebbe dovuto tornare.

<<Si può sapere perché sei rimasto qui? Mattheo ti ho detto che tra noi non c'è niente, ficcatelo in quella testa>> mi alzai, legandomi i capelli in una coda alta abbastanza disordinata.

<<Fatti due domande se non riesci a respingermi del tutto Madison. Finiscila di allontanarmi>> si mise in piedi pure lui, sovrastandomi col suo corpo, mettendosi davanti la porta del bagno per non farmi passare a petto nudo.
Non starai pensando ai suoi pettorali vero?
No, assolutamente.

<<Mettiti una maglietta coglione>> presi la sua, messa a casaccio sopra la mia scrivania, lanciandogliela in faccia.

<<Altrimenti mi salterai addosso? Sai non mi dispiace come cosa, ma stiamo parlando e in questo momento devi controllare i tuoi ormoni. Ci penserò io a soddisfarli dopo>> un sorriso malizioso prese possesso delle sue labbra.
Che idiota.

<<Sono seria, smettila di starmi così appicciato e vattene>> gridai, provando a spingerlo per farlo andare via.
Non cedere, non provarci nemmeno.

<<Devi solo fidarti di me Madison>> mi bloccò i polsi, tenendoli con una mano, mettendo l'altra sotto il mio mento per far incrociare i nostri occhi che sembravano quasi due calamite.

<<Non lo farò, non provo niente per te>> ero fredda, impassibile, il mio cuore gridava di baciarlo e la mia testa di farlo andare via e dopo la morte dei miei genitori adottivi avevo imparato ad ascoltare solo la testa, respingendo chiunque volesse avvicinarsi più del dovuto.

<<Non sai mentire, i tuoi occhi esprimono tutt'altro. Questo...>> mise il palmo sul mio cuore.

<<Batte freneticamente quando ti sono vicino, ti dice di lasciarti andare e stare con me, ma tu non l'ascolti. Perché?>> chiese, non era un ragazzo che si arrendeva al primo ostacolo. Con me non lasciava la corda.
Prima o poi l'avrebbe spezzata lui, stanco di tenerti.
Si stuferà di te.

<<Non sai niente di me. Mattheo ora esci>> mi liberai dalla sua presa, recandomi davanti all'armadio per prendere la divisa e ignorare il peso che avevo attorno al cuore.

<<Me ne vado, ma non mi arrendo. Io e te ci apparteniamo>> bisbigliò l'ultima parola, aprendo la porta per andare nella sua stanza.
Ero davvero un disastro.
Lo sei, tu distruggi le persone.
Ne sono consapevole.

Sospirai, entrando nel bagno per fare una doccia. Rimasi lì dentro per un po' di tempo, indossando la divisa, per poi scendere a fare colazione. Gli altri non c'erano ancora, era presto, così mi sedetti nel tavolo dei Corvonero, mettendomi vicina a Luna. Le raccontai di Theo, facendola sbuffare per il mio essere "una stronza apatica ma anche innamorata".

<<Non sono innamorata di lui Luna>> le lanciai un'occhiata, mangiando un pancake con dello sciroppo d'acero sopra.

<<Mad, non sprecare così il tempo o te ne pentirai. Buttati, davvero. Se ci starai male pazienza, tutto passa, ne troverai un altro che ti amerà ancora di più. Pensa che a me Theodore ha chiesto di uscire domani sera e ho accettato subito>> scrollò le spalle, mangiando della frutta secca.

The true pain // Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora