Chiuse con veemenza la porta d'ingresso e ogni finestra. Divenne un'operazione maniacale perché ebbe il timore pur del più piccolo spiraglio e, per mitigare il suo animo da quell'orrore, Gordon aveva bisogno di star solo e di non aver alcun contatto con l'esterno.
Ancora sudante prese un secchio colmo d'acqua e lo posò sul tavolo sotto il quale era stato riposto.
Prima di immergervi le mani iniziò a scrutare il proprio viso: i ricci neri del capo gli parevano un'ombra che metteva in risalto quel pallido volto smorto, solcato da fredde gocce di sudore che dalla fronte lo percorrevano fino a rifugiarsi nei lunghi baffi, per poi bagnare nuovamente la pelle imberbe.
Rimase per qualche secondo con il viso raccolto nelle mani umide e iniziò, in quella bizzarra posizione, a vagare per la stanza.
Cercò di comprendere, forzandosi a respirare più lentamente, le scene di pochi momenti prima. Vedeva in quei vividi ricordi il suo amico e ciò non lo turbava affatto. Lo sguardo poi si posò nuovamente su quel tavolo maledetto, ma la sua pratica fu vana e sentì nuovamente delle palpitazioni diffuse dal petto sino al collo.
Fece uno sforzo immane e cercò di visualizzare solo l'immagine che gli destava quel turbamento: vedeva un lungo tavolo logoro, adiacente alla scrivania. Sopra d'esso vi era adagiata una sagoma in posizione supina, coperta da un velo bianco. Faustus aveva una fiala in mano e stava per versare il contenuto sulla figura, quando lo vide e s'impaurì quasi allo stesso modo.
Magari era talmente ubriaco da non riuscire bene a distinguere i contorni di qualsiasi cosa vi fosse sotto quel sudario e pregò d'aver bevuto più del dovuto ma la possibilità che tutto in realtà fosse vero continuava a terrorizzarlo.
Dopo qualche minuto riuscì ad esser calmo, i pensieri erano ancora confusi ma smetteva ormai di tremare. Potè quindi sedersi e provò a ripercorrere alcune scene.
Ciò che ricordò in quegli istanti fu il volto dell'amico, che era prima ottenebrato dall'orrore; sembrava un disperato e lo vide terribilmente scarno ed era come se il sonno fosse solo un ricordo.
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Faustus
HorrorFrancia, 1821. Il dottor Tanato trova il modo per recidere per sempre il filo che lega l'uomo, sin dal principio, alla sua più grande paura, la Morte.