Capitolo 32

1 0 0
                                    

Benjamin nel frattempo sentì quell'indemoniato dalla sua stanza e tremava al sol pensiero di doverlo servire ancora e si mosse solo quando il furioso s'acquietò.
Dalla finestra della propria stanza lo vide correre verso la stalla e dopo poco andare via in sella al proprio cavallo.
Sicuro che non l'avrebbe incontrato, scese con cautela, con una candela. La sua flebile luce tremava a causa della mano colta da paura, illuminando le pareti con terrificanti giochi d'ombra e vide, davanti al portone ancora aperto, un pezzo di carta e alla vista di quelle due parole urlò per la gioia.
Era finalmente giunto il suo momento e si presentò nella sua piccola testa calva il modo per eliminare dalla sua vita quel dannato dottore, servito nell'amore delle sue ricchezze, e ricavarne un ingente beneficio.
Viveva in quella casa maledetta ormai da troppo tempo e, dalla morte di Claire, fu costretto a sopportare i suoi continui scatti d'ira e le sue follie.
Quando fu constatata la morte del dottore fu felice e non provò alcuna compassione.
La notte precedente alla sepoltura qualcuno aveva bussato al portone e mai si sarebbe aspettato di rivederlo; era terrorizzato e inorridito al pensiero di aver servito quel mostro per un tempo del quale non aveva più memoria.
Qualcosa era però cambiato in Faustus, come se quel breve soggiorno nel regno dei morti avesse mosso qualcosa nel suo animo, ma non era riuscito a capire cosa fosse poiché la paura parlava al suo posto.
Costrinse Benjamin a non riferire a nessuno che era vivo e, quando fu chiesto a Faustus il motivo di quella scelta egli rispose solamente "Non è il momento giusto."


Benjamin trovò in pochi secondi, come un segugio, la matita con la quale il medico scrisse il messaggio. Da anni conosceva la mano del padrone e aggiunse, vicino alle due parole, un'altra riga, con grafia indistinguibile da quella originaria e lesse con fierezza l'intero messaggio.


Addio Benjamin, sono costretto ad andar via.
Ti lascio ogni cosa.

Faustus


Era solo necessario che la notizia si diffondesse. Avrebbe voluto agire la mattina seguente, recandosi in città e annunciando, fingendo d'esserne affranto, la sorte del padrone.
Pochi gli avrebbero creduto, poiché forse era odiato quasi allo stesso modo dell'uomo che serviva. Aveva quindi bisogno di una voce sincera, dell'unica che veramente tenesse a quel maledetto; una persona alla quale chiunque avrebbe creduto, solo guardando l'innocenza e il dolore nel suo viso.
All'istante ebbe in mente l'immagine della persona adatta per quel compito e ripose il messaggio nella posizione originaria. Tornò infine nelle sue stanze per attenderla, sicuro della sua venuta.

FaustusWhere stories live. Discover now