Capitolo 38

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Dopo qualche ora Gordon si riprese. Faustus lo attese per tutto il tempo, senza muoversi, e temeva di guardare il volto dell'amico contorcersi ancora una volta nel terrore ma questi, forse ancora un po' ebbro, sorrise soltanto e pronunciò a fatica qualche parola.
"Faustus, mon coeur. Son contento che tu sia qui." disse, con gli occhi che brillavano di gioia.
Faustus attese qualche attimo, in modo che l'amico potesse riprendere pienamente coscienza. Aveva intenzione di chiarire, ora che ne aveva l'occasione, ciò che per anni lasciarono sospeso su d'un filo.
"Gordon, ti ho atteso per anni. Comprendo le tue paure, oramai ho sentito nell'ombra ciò che la gente pensa della mia natura. È come se fossi il male in persona, venuto per distruggere le loro vite. Non pretendo che tu mi accetti come una volta ti era naturale, ma ti posso garantire che sei oramai l'unico che mi stia a cuore. Sono destinato a rimaner solo e desidero che tu non sia uno di quei popolani rozzi e ignoranti che mi volta le spalle, come se la sua misera esistenza fosse paragonabile a ciò che ho portato alla luce! Ohh sciocchi, non è forse il loro stesso odio il simbolo della medesima ambizione che condannano?" e percepì che ancora una volta, anche partendo da nobili presupposti, la sua bocca ardeva d'odio.
L'amico lo guardò per qualche attimo, per provare a comprendere se quelle parole fossero vere, tradite dal tono con cui erano state pronunciate.
"Per giorni ho ripudiato nella mia mente il solo pensiero di vederti. Non capivo come questo potesse aiutarti, non capivo perché lo stessi facendo e talvolta temevo che fossi in una sorta di allucinazione. Star solo con quelle visioni mi terrorizzava, ma dopo giorni ho iniziato a comprendere che fosse, in realtà, il naturale epilogo della tua natura...sei sempre stato bramoso di conoscere oltre ogni misura e se l'ho accettato fino ad ora, dovrò farlo anche adesso, seppur un giorno la tua maledizione ci separerà." e si fermò un attimo, come se quelle parole, a lungo meditate, comportassero uno sforzo immane.
"Noi non possiamo, però, stare insieme. Sai bene che subirei quell'odio in egual misura e porteresti con te anche il peso della mia condanna."
Faustus comprese a malincuore quelle argomentazioni, ma non riuscì più a parlare.
Gordon s'alzò, dinanzi all'amico e, dopo che ciascuno scorse l'amor fraterno negli occhi dell'altro, si abbracciarono, congedandosi dopo poco.
Faustus comprese d'aver perso l'ultima persona che avrebbe accettato la sua natura ma allo stesso tempo sentì ormai d'esser libero da qualsiasi legame.

FaustusWhere stories live. Discover now