Capitolo 26

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10 Gennaio 1831


Camminava per il sentiero del ritorno, illuminato dalla propria lanterna. Faustus le aveva proposto quella sera di vivere per qualche giorno in casa propria, con la speranza che ciò potesse mitigare in parte il suo dolore.
La ragazza rifiutò, poiché era restia a separarsi dalla propria stanza, dai mobili della propria casa e da tutto ciò che ancora la legava ai propri cari scomparsi.
Ciononostante continuava a pensare a quella proposta poiché l'amore che Faustus le dimostrava ogni giorno era la sua unica cura: in quel periodo la propria fede vacillava e provava avversione nei confronti delle vane promesse che un tempo la consolavano.
Sentì ad un tratto un rumore, provenire da un punto già superato. Smise di rimuginare e non sentì più nulla e credette quindi che fosse solo un'illusione.
Arrivata dinanzi all'ingresso udì dietro di sé, mentre apriva il portone, dei passi ma quando si voltò non vide nessuno.
Pareva uno scherzo, ma era impaurita e quasi non riusciva ad inserire la chiave nella serratura per quanto stesse tremando e, nella crudeltà della sorte, questa le cadde.
Fu costretta a chinarsi ed in quel momento sentì di nuovo quei passi ma questa volta voltandosi ebbe dinanzi un uomo dallo sguardo torvo e, senza aver nemmeno il tempo di gridare, egli la trafisse con un pugnale, lasciandola a terra agonizzante per poi entrare in casa e rubarla di tutti gli averi che custodiva.
Adélaïde era col volto adagiato sulla terra umida. Era ancora viva ed in quei momenti quasi malediceva di poter ancora respirare e la morte le pareva l'unico rimedio a quel dolore che le impediva persino di aver paura.
Vide dopo poco l'uomo scappare con un sacco. Desiderava con ardore aver accanto qualcuno ma era completamente sola.
Sentiva d'esser stanca e a malapena riusciva a tenere gli occhi aperti e, in quei pochi attimi di lucidità che le rimanevano, sentì il grido di un uomo farsi sempre più vicino.

FaustusWhere stories live. Discover now