27 Dicembre 1830
Una sera Faustus si trovava nella piazza ancora gremita, tentando man mano di recuperare le sue abitudini, sebbene non fosse ancora in grado di rivelarsi.
Dei bambini giocavano con delle trottole di legno, che a stenti si muovevano sul selciato. Una donna, probabilmente la loro madre, li esortava a rientrare in casa, poiché era un orario insolito per fanciulli della loro età.
Tutti si ritirarono ma uno di questi, quello più testardo, continuava a giocare e fissava la propria trottola, come se fosse sotto l'effetto di un sortilegio.
La madre gridò, esortandolo ad affrettarsi e lui, data la sua età, subito s'impaurì sentendo quel tono minaccioso e scappò piangendo. Correva come un matto e la madre lo inseguiva. Il piccolo ancora correva piangendo, stringendo gli occhietti con i pugni e non poteva vedere con chiarezza cosa avesse dinanzi.
Questa inconsapevole noncuranza gli fu in pochi attimi fatale; un uomo cavalcava assai veloce, mosso da un'urgenza. Si muoveva anch'egli come un dannato e non fece in tempo a vedere il piccolo che percorreva la stessa via.
Il bambino fu colpito dall'animale e rimase disteso sul selciato e di quell'uomo non v'era neanche l'ombra.
La folla si radunò atterrita intorno al piccolo corpo esanime e la madre rabbiosa arrancava in quella foresta di corpi curiosi. Quando vide il proprio bambino si accasciò anch'ella, urlando come se avesse subito quel colpo più e più volte.
Faustus sentì nel suo animo di poter provare a rianimarlo; era l'unico che ci sarebbe riuscito e ne era ben consapevole. Senza pensarci coprì ancor di più il capo e si fece strada nella cerchia.
Giunto dinanzi al corpo della madre le toccò una spalla. Questa non riuscì a scorgere il suo viso, avvolto nell'ombra del manto e gli chiese, quasi impaurita, chi fosse.
"Sono un medico, mi faccia provare...la prego." le rispose e si scostò, con la consapevolezza che non potesse andar peggio.
Iniziò a fare le sue manovre su quel corpicino. Non v'era alcun battito ed iniziò ad agitarsi e a provare ancora e ancora finché il bambino non tossì, annunciando il suo ritorno al mondo. In pochi secondi, anche la madre era ritornata a vivere e stringeva tra le braccia il suo bimbo, ancora piangendo.
La folla applaudì, acclamando l'ignoto medico. Faustus sentì in cuor suo il benessere derivante dal suo gesto e credette che fosse il momento giusto per scoprire il velo dell'ignoto.
Quando mostrò il volto, egli sorrideva, forse mosso da un'irrazionale fiducia in quella gente.
Guardandolo smisero d'applaudire e dopo poco iniziarono a mormorare tra di loro, coprendosi l'infame bocca con la mano. Faustus non riuscì ad udire i loro discorsi, ma solo alcune parole, pronunciate con terrore "E' lui, è tornato, è lui!".
Con un filo d'amarezza guardò la gente che lo circondava; erano terrorizzati e allo stesso tempo inorriditi e man mano si dileguavano. Cercò infine uno sguardo di conforto in quella giovane madre, la quale ancora abbracciava il figlio. Ella si alzò, abbassò solo il capo ed andò via col bambino, senza aprir bocca.
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Faustus
HororFrancia, 1821. Il dottor Tanato trova il modo per recidere per sempre il filo che lega l'uomo, sin dal principio, alla sua più grande paura, la Morte.