Chapter 7 - Las Vegas

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Las Vegas era da sempre conosciuta come la capitale del divertimento, dello shopping e del gioco d'azzardo legalizzato rendendola un posto frequentato prettamente da adulti. La prostituzione lì era illegale ma nonostante questo i casinò e i club erano colmi di giovani ragazze che decidevano di donare il loro corpo a qualche sconosciuto proprio come facevo io.

La sigaretta che tenevo stretta fra l'indice e il medio stava per finire e il vento mi colpiva il viso. I finestrini dell'auto di Draco erano aperti permettendomi di vedere il paesaggio che mi circondava, erano appena le otto di sera e tutto lì era magico.

Avevamo lasciato il club intorno alle due del pomeriggio dato il lungo viaggio che ci avrebbe aspettati ed era stata un'ottima idea partire a quell'ora: nella strada avevamo incontrato fin troppo traffico che piuttosto delle solite quattro ore, ce ne fece fare sei e ora essere lì, in mezzo a tutta quella movida, mi fece sentire quasi libero.

Pansy e Hermione non avevano avuto una reazione particolarmente carina, mi avevano urlato contro le peggio cose facendomi capire che gran cazzata stessi facendo e in quel momento non mi sentii di andare contro a nessuna delle due. Avevo detto ad entrambe che saremo rientrati la mattina presto e le avevo supplicato di aspettarmi sveglie, fortunatamente loro avevano accettato senza dire nient'altro.

Oltretutto, il viaggio con Draco era stato abbastanza silenzioso. Ci eravamo limitati a scambiare qualche parola, a farci un paio di domande e basta. Non avevamo molto da dirci.

Quando il biondo parcheggiò, io fu il primo a scendere e mi affrettai a raggiungere il suo sportello che aprii con forza. Poggiai entrambe le mani sulle sue gambe e mi avvicinai a lui.

«Posa quella pistola» sussurrai «Non ci vengo in giro con te se hai un'arma dietro»

Lui mi guardò alzando un sopracciglio e scosse la testa divertito.

«Io non poso proprio niente» sputò «Ora togli quelle mani da lì e fammi alzare»

«No, no» lo bloccai «Ti ho seguito fin qui per non so quale assurdo motivo, mi stai portando in un posto pieno di ricconi, mafiosi e puttane per non so quale scopo e adesso tu fai qualcosa per me» gli dissi «Posa quella pistola o giuro che mi chiudo in macchina fino a che non ti decidi a farlo. Hai capito?»

«Non si entra dentro quei posti senza un'arma e il motivo l'hai appena detto tu» rispose a tono «La gente che c'è non è affidabile»

«Posala» scandii lettera per lettera.

«No» si oppose e fece per spostarmi ma la mia presa sulle sue gambe aumentò.

«Giuro su Dio, mi faccio scopare dal primo che passa se decidi di portartela dietro» lo minacciai «E senza farmi pagare»

Solo a quel punto sospirò e la posò nascondendola sotto il sedile. Io lasciai le sue gambe e fu in quel momento che mi prese di forza facendomi sbattere con la schiena contro la macchina.

«Prima cosa: non sei tu che detti le regole tra i due e se ritengo necessario portarmi dietro un'arma lo faccio senza che tu mi dica qualcosa perché non ne hai il diritto» sbraitò «Seconda cosa: ti lascio qua se provi a farti scopare da qualcuno senza il mio permesso»

«Non mi lasceresti qua nemmeno se uccidessi tua madre e sai perché?» sussurrai «Perché sei così ingordo di me e del mio corpo che per averlo mi porteresti anche in capo al mondo» lo feci allontanare da me con una spinta della mano «Sono rimasto nel tuo cazzo di bordello perché "te lo dovevo"» virgolettai con le dita le ultime tre parole «Adesso sei tu che mi devi qualcosa: lascia quella pistola sotto quel maledetto sedile e non provare a prenderla»

«Sei così patetico» disse chiudendo però lo sportello della macchina con forza.

«E tu così facilmente manipolabile» risposi prima di superarlo con una spallata e dirigermi verso l'entrata del casinò senza nemmeno guardarlo.
Ero sicuro del fatto che si fosse eccitato e nemmeno poco.

E ne ebbi la conferma pochi istanti dopo quando mi raggiunse e mi mise un braccio intorno alla vita.

«Tappa bagno prima di arrivare in sala?» mi chiese e io feci una risatina.

«Scordatelo» sputai «Non mi faccio scopare in un bagno»

«Io non pensavo ad una scopata in realtà..» si fermò lasciando spazio all'immaginazione.

«È uguale» dissi «Non ti spompinerò in un sudicio bagno di un cazzo di casinò»

«Il viaggio di sei ore ti ha fatto male? Perché mi sembri un po' troppo nervoso per i miei gusti» mi disse poi assumendo un tono duro.

«Oh beh, scusa se preferisco farmi scopare in un letto»

«Allora appena rientriamo a Los Angeles ci chiudiamo nel mio ufficio, che ne dici?» mi passò il pollice sul labbro inferiore delicatamente.

«Potrei iniziare a pensarci» sussurrai prima di fargli l'occhiolino e girare lo sguardo verso l'enorme sala.

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Le ore lì passarono in fretta e quando si fecero le quattro, Draco si decise a farci uscire da lì per ritornare al club.

Entrammo in macchina e io subito appoggiai la testa al finestrino, ero stanco e avevo solo bisogno di dormire un po'.

Era stata una serata diversa, una di quelle che non avrei mai pensato di vivere ma mi divertii molto nonostante le basse aspettative che avevo. Draco si era fermato a giocare a qualche gioco strano che io non conoscevo e mentre metteva in campo il lato più fortunato di sé, io mi limitavo a bermi un bicchiere di champagne una volta ogni tanto.
Nella serata un paio di ragazzi ci avevano provato e io non mi ero opposto più di tanto, ero molto estroverso e mi faceva piacere quando qualcuno si fermava a parlarmi. Di quei tempi era raro, non mi fermavo a parlare con un ragazzo forse da troppo tempo. Ormai mi scopavano solamente, non ci eravamo mai detti niente oltre cose sconce.

Per un momento pensai che sarebbe stato bello mettermi seduto sul davanzale della finestra che il biondo aveva in ufficio, tenere una sigaretta fra le dita e scambiare quattro chiacchiere. Mi sarebbe piaciuto sentirlo parlare della sua famiglia, di come ha deciso di fondare quel club e quali erano i suoi hobby prima di diventare quello che era ma sapevo non fosse possibile, io e lui eravamo il giorno e la notte e non ci sarebbe mai potuto essere niente se non sesso. Quando si parlava di quello eravamo la combo perfetta, dolcezza e violenza che al letto si sposavano così bene.

Immerso tra quei pensieri, chiusi gli occhi abbandonami completamente ad un sonno che durò ben quattro ore e mezza e fu lo spegnimento della macchina a svegliarmi. Lì era appena sorto il sole.

«Ce l'hai fatta a svegliarti» mi disse mentre scendeva dalla macchina e io facevo lo stesso.

«Ero stanco» mi giustificai mentre entravamo nel club dove il silenzio regnava sovrano. Alle otto e mezza di mattina non poteva di certo girare qualcuno.

Salimmo le scale e come mi aveva detto al casinò, mi fece entrare nel suo ufficio. Posò le chiavi della macchina sulla scrivania e si avvicinò a me lentamente.

Fece per aprire bocca e dire qualcosa ma venne interrotto dalla porta che si aprì piano. Draco si girò verso di essa.

«Ryan» lo chiamò appena vide il viso di uno dei suoi scagnozzi più fidati spuntare dalla porta «Non ti aspettavo sveglio, è successo qualcosa?»

«No, Draco» lo tranquillizzò «Dovresti uscire un attimo però, c'è qualcuno che vuole parlarti»

E lui annuì, si avvicinò alla porta per vedere chi fosse e appena lo fece girò immediatamente lo sguardo verso di me.

«Aspettami qui, ora arrivo», e uscì accostando la porta.

Dei bisbigli arrivarono sin da subito nelle mie orecchie invadendomele e non so perché, forse guidato dall'istinto, mi avvicinai per sentire ciò che stesse accadendo lì fuori.

Poi la sentii. La sua voce, quella di quell'uomo e gli occhi mi si velarono subito di lacrime.
Con le mani tremanti sbirciai dalla porta semiaperta e che gran cazzata feci.

Sex Brothel - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora