Chapter 41 - Hermione

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Quando rientrai nell'ufficio del biondo, dovetti sedermi su una sedia per cercare di riprendermi. Le lacrime mi scendevano continuamente e dei singhiozzi mi colpivano bloccandomi il respiro. Non pensavo sarei mai arrivato a tanto, non pensavo avrei mai trovato il coraggio di farlo.

Le mani mi tremavano e il respiro stava iniziando ad essere irregolare. Mi alzai dalla sedia e iniziai a fare avanti e indietro per la stanza cercando di calmarmi fino a quando non mi illuminai: mi avvicinai alla scrivania del biondo e aprii tutti i cassetti per cercare del fumo, avevo bisogno di spegnere la testa e per farlo dovevo necessariamente girarmi una cartina lunga.

Finalmente la trovai e dopo aver sgretolato con le dita e bruciato con la fiamma dell'accendino il blocco di fumo, lo misi nella cartina iniziando a girarla. Leccai l'estremità e la chiusi per poi accenderla. Mi diressi verso la finestra che aprii e mi affacciai, feci il primo tiro e dalle mie labbra, oltre una nube di fumo, uscii anche un sospiro di sollievo.

«Ma sei impazzito?!» irruppe nella stanza il biondo «Non puoi fumartela tutto da solo, non in queste condizioni!» mi urlò contro togliendomela dalle dita e beccandosi uno sguardo fulmineo da parte mia.

«Dammela, Draco» ringhiai.

«No» si oppose spegnendola su un posacenere «La fumerai quando ti sarai ripreso, così ti farà solo male»

«Riprendermi?» mi avvicinai a lui «Tu pensi davvero che io mi riprenderò?» usai un tono basso, tagliente e dannatamente freddo e duro «Mi hai rovinato la vita, non fai altro che distruggermi giorno dopo giorno e dopo esser riuscito a togliermi l'unica cosa per cui continuavo a lottare, hai il coraggio di venire qui e dirmi che dovrò riprendermi?» assottigliai gli occhi «Vorrei fosse così facile»

«Mi dispiace» mi disse.

«Ah, ti dispiace anche?» lo presi in giro «Vaffanculo, Draco» soffiai avvicinandomi alla porta, gli occhi di nuovo colmi di lacrime. La aprii.

«Dove-..»

«Non cercarmi» lo interruppi bruscamente «Ho bisogno di stare lontano da te» e uscii sbattendo la porta.

Mi addentrai lungo il corridoio e salii un paio di scalini che mi portarono davanti a una porta. Quella porta che non vedevo da troppo tempo. Bussai e un leggero "avanti" mi invitò ad entrare.

«Harry» soffiò la ragazza venendo verso di me «Non ti aspettavo»

«Ciao Herm» le dedicai un mezzo sorriso fra le guance rosse e umide «Lo so, avrei dovuto avvertirti»

«Non preoccuparti» mi fece un mezzo sorriso anche lei «Che hai fatto? Sembri a pezzi»

Non riuscii a trattenermi, una lacrima sfuggì al mio controllo e quello bastò per convincere la ragazza ad avvicinarsi e ad abbracciarmi. Mi strinsi a lei e lasciai che le lacrime inondassero di nuovo il mio volto.

«Devo raccontarti così tante cose ma non so da dove iniziare» dissi fra le lacrime.

Lei si staccò piano e mi prese il viso fra le mani per asciugarmi le lacrime.

«Adesso ci sediamo, ti calmi e mi racconti tutto» sussurrò «Va bene?», e io annuii.

Ci sedemmo sul letto, io mi sdraiai poggiando la schiena sulla testiera del letto mentre lei si mise seduta con le gambe incrociate per guardarmi ed incitarmi ad iniziare.

«Ho un figlio» sputai fuori e lei sgranò gli occhi.

«Cosa?! E da quanto?!» domandò «Quanti anni ha?»

«Cinque anni» risposi «E oggi l'ho visto per l'ultima volta»

«Cosa? Che intendi?» aggrottò la fronte.

«Ho conosciuto una ragazza, Ginny. Probabilmente era in stanza con te prima che Draco la spostasse» e lei annuì per confermare ciò che le avevo appena detto «Abbiamo fatto sesso ed è rimasta incinta, c'è una buona probabilità che quel bambino sia mio. Inizialmente Draco voleva farla abortire, mi aveva anche detto che non fosse mio per evitare che intralciassi la procedura ma appena ho saputo che tutto ciò che si era inventato non era vero, l'ho supplicato di mandarla via da qui e di lasciarle mio figlio in modo tale che potesse crescerlo»

«E tu? Perché non sei andata con lei?»

«Me per mio figlio e la libertà di Ginny» soffiai.

«Hai deciso di rimanere qui per lasciare che lei potesse uscire e prendersi cura sia di tuo figlio che di quello che porta in grembo?!» domandò con un tono scioccato a colorargli la voce e io annuii.

«Se l'avessero fatta abortire, non me lo sarei mai perdonato» sussurrai «Lei doveva uscire, capisci?»

Hermione sospirò «Non tutti lo avrebbero fatto al tuo posto, Harry» si avvicinò «Hai un cuore d'oro» mi accarezzò il viso con la mano «Cos'altro è successo?» svagò poi.

«Io e Draco ci siamo baciati» parlai «E mi ha baciato lui..sotto la pioggia»

Mi piaceva specificarlo. Nonostante me, nonostante lui, nonostante noi, mi era piaciuto il nostro primo bacio. Io ero nel bel mezzo di un delirio, lui sull'orlo della porta a supplicarmi di rientrare e lì, inaspettatamente, mi baciò facendomi dimenticare tutto quello che stavo passando.
La pioggia batteva insistente su di noi bagnandoci completamente ma non era importante, nulla in quel momento era importante. C'eravamo noi, le nostre labbra attaccate e il rumore della pioggia di sottofondo. Era perfetto.

«Vi siete baciati?!» quasi urlò «Mio dio, Harry ma che cazzo io pensavo non sarebbe mai accaduto!»

Io ridacchiai «Anche io lo pensavo» concordai «Ma nonostante tutti i suoi mille difetti, c'è stato per me»

«Non ti ho visto più in giro per il bordello, ti ha tenuto con lui?» cercò conferma e io gliela diedi.

«Sì» annuii «È da un po' che facciamo sesso e voleva che fossi interamente suo come..beh..come lo volevo anche io» ammisi.

«Gli hai mai chiesto perché ti ha baciato?»

«No» risposi.

«E perché? Non sei curioso di saperlo?»

«Perché io ho ricambiato, Hermione» la guardai «Chiedergli spiegazioni significherebbe anche dargliene e io non saprei che dirgli»

«Avete continuato a baciarvi?»

«Sì» confermai «Lo facciamo spesso, quasi come fosse un'abitudine»

«E ti piace baciarlo, vero?»

Io sospirai «Purtroppo sì, anche troppo»

Il silenzio calò all'improvviso, lei non mi disse nulla e l'unica cosa che riuscì a fare fu avvicinarsi per abbracciarmi di nuovo. Mi strinsi a lei e lasciai che la sua mano vagasse fra i miei capelli neri scompigliati.

«Dovresti iniziare a chiedertelo, sai?» sussurrò poi «Perché ti piace baciarlo intendo» specificò.

«A volte ci penso ma non riesco mai a trovare un motivo» le risposi.

«O forse non vuoi» alzò il viso verso di me «A volte non si vuole accettare la verità e per non accettarla, si evita di trovarla»

Stavolta fu il mio turno di non rispondere, aveva ragione. Forse avevo paura di scoprire la verità e stavo facendo di tutto pur di evitarla.

Poggiai la testa sul suo petto e piano chiusi gli occhi per bearmi delle sue carezze senza riuscire a controllare il sonno che pian piano mi stava colpendo.

Ero così stanco, così esausto che avrei voluto non svegliarmi per giorni. Avrei voluto addormentarmi e risvegliarmi direttamente quando tutto quello era finito per cancellare tutto ciò che avevo passato ma sapevo non fosse possibile. Quella era la mia vita, quello era sempre stato il mio destino e non avrei potuto avere nient'altro perché sembrava che fossi stato fatto appositamente per non fare altro.

Pensai a Ginny, a mio figlio e a quello non avrei mai visto nascere e crescere. Ero bloccato lì, fra quelle mura e non avevo più nulla per cui continuare ad andare avanti. E probabilmente non ce l'avrei mai più avuto.

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