Chapter 39 - Under the Rain

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Mi svegliai di scatto, gli occhi sgranati, il respiro irregolare e le guance rigate dalle lacrime.

Istintivamente alzai la coperta notando che addosso avevo tutti i vestiti ed erano esattamente come me li ero messi, girai poi lo sguardo verso Draco notando che era in piedi, davanti la finestra a fumarsi qualcosa che dall'odore capii non fosse semplice tabacco.

Lentamente mi alzai e lo raggiunsi facendolo girare.

«Già sei sveglio?» mi chiese «Ti sei addormentato appena un'ora fa»

Non risposi, semplicemente sospirai puntando lo sguardo fuori dalla finestra.

«Un brutto sogno» sussurrai «Per quale motivo ti stai facendo una canna alle quattro del mattino?» azzardai a chiedere e lui fece un mezzo sorriso passandomela, la presi facendo un tiro anche io.

«Per lo stesso motivo per il quale te la stai facendo tu» rispose e stavolta fu il mio turno di fare un mezzo sorriso, sapeva sempre come sorprendermi.

«Avrei così tanti motivi per farmene una che non basterebbe una notte per spiegarteli» risposi.

«E se ti dicessi che io ho tutto il tempo del mondo per ascoltarti?» chiese retorico e io feci un sorriso divertito scuotendo la testa.

«Non capiresti» sussurrai «A volte non mi capisco nemmeno io»

«Che ne dici di partire da quella festa? Avevi sedici anni, no?» si girò per guardarmi e io trattenni il fiato per un attimo, come faceva a saperlo?

«Tu come-..»

«La sera in cui ti sei ubriacato me lo hai accennato, so solo che era una festa scolastica e che era la tua prima volta» mi interruppe rispondendo alla domanda che mi ero fatto.

«Era la prima volta che qualcuno mi toccava» specificai «E per di più in un momento di debolezza. Sono stato male per giorni»

«Io pensavo che-..»

«No» lo bloccai «Lo sai che è successo ma qui, ed è stata la prima volta. Non ho avuto altri episodi»

«Mi dispiace per quel giorno» ebbe il coraggio di dirmi e io distolsi lo sguardo per puntarlo fuori dalla finestra in un punto indefinito.

«Ho sognato che lo facevi anche tu» soffiai «Mi sono sentito morire»

«È per questo che ti sei svegliato?» domandò e io annuii, lui tirò un sospiro «Come hai fatto ad andare avanti? Io..non so se ci sarei mai riuscito»

«Non l'ho fatto» risposi «Ci penso spesso e l'unica cosa che mi spinge a non cadere è mio figlio. Senza di lui l'avrei già fatto»

«Quando ho saputo che avrei avuto Scorpius, non so spiegarti la felicità che ho provato» raccontò «Dopo tutto quello che avevo passato, la sua nascita sarebbe potuta essere davvero l'inizio di qualcosa di nuovo»

«E lo è stato?» chiesi ma lui scosse la testa.

«Sto facendo la stessa cosa solo in maniera più "professionale"» virgolettò l'ultima parola con le dita «Mi odio così tanto per questo»

«Tu almeno ci sei per lui» lo guardai «Io sono sparito per tre anni, poi sono tornato e quando l'ho fatto me l'hanno portato via, lo stavo per mandare in adozione e non gli sto dando nulla. Non ha una stabilità, una figura genitoriale e un punto di riferimento per la sua crescita. Ora è piccolo ed è facile gestirlo ma quando crescerà cosa farò? Come risponderò alle sue domande? Che mi inventerò?», la voce si incrinò «Tra qualche anno mi odierà e come potrei biasimarlo? Mi odio anche io per tutto quello che sto facendo ma sono comunque qua, davanti a una cazzo di finestra a piangermi addosso senza fare nulla», una lacrima scese lungo il mio volto, velocemente l'asciugai «Sarebbe stato meglio nelle mani di un'altra famiglia, sarebbe potuto crescere meglio» dissi infine prima di rilasciare un sospiro debole e allontanarmi da quella finestra per sedermi sul letto.

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