Chapter 18 - Promises

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La notte passò tranquilla e io mi degnai di rientrare nel suo ufficio solo la mattina dopo quando il club era già vuoto. Mi alzai dal letto e recuperai i vestiti che in fretta mi misi prima di uscire da lì e stiracchiarmi. Ero così felice di quello che ero riuscito a fare quella notte che non vedevo l'ora di vedere cosa Draco avesse da dirmi.

Entrai e notai con piacere che il silenzio regnava sovrano, le tende erano leggermente aperte e la porta della camera socchiusa segno che ancora dormiva. L'idea iniziale fu quella di aprire la porta e stendermi accanto a lui per segnalargli la mia presenza ma poi la sua scrivania attirò di più la mia attenzione facendomi sedere sulla sedia girevole nera dietro di essa.

Aprii uno dei cassetti e notai la miriade di documenti che lo riempiva, erano di tutte le persone che lavoravano lì e io mi misi a cercare il mio curioso di quello che aveva avuto il coraggio di scrivere.
Lo trovai dopo una ricerca non troppo lunga e lo tirai fuori poggiandolo sulla superficie nera della scrivania, mi avvicinai di più con la sedia iniziando a sfogliarlo.

La prima pagina era una presentazione generale, una mia foto era posta al lato destro del foglio e al lato sinistro c'erano tutte le informazioni basilari come il nome, cognome, data di nascita e luogo di nascita.
Dalla seconda iniziava una descrizione generale della mia vita, della mia famiglia e di ciò che avevo fatto prima di entrare lì dentro. E poi lo vidi. Infondo alla pagina evidenziato con un pennarello giallo.

"N.b.: Ha un figlio"

Una lacrima scese lungo la mia guancia e solo in quel momento mi ricordai per quale assurdo motivo ero lì dentro. Per chi stavo facendo tutto quello. Mio figlio. Il bambino che aveva ormai cinque anni e che ho lasciato quando ne aveva appena due. Chissà come stava. Che faceva. Chissà se chiedeva di me. Che fine avessi fatto. Dove ero andato. Avrei donato la mia anima al diavolo solo per rivederlo anche solo da lontano.

Non avevo detto a nessuno di quel piccolo particolare. Non lo sapeva Hermione. Non lo sapeva Pansy. Non lo sapeva Ron. E non lo avevo detto nemmeno a Draco inizialmente ma poi lui lo aveva scoperto e non ho più potuto mentirgli. Avrei voluto proteggerlo da lui ma lui era troppo furbo, troppo preparato, troppo informato e non gli si poteva nascondere nulla. O almeno non per troppo tempo.

Spostai il mio sguardo da quel foglio per portarlo verso la finestra e un sospiro debole rilasciò le mie labbra. Il pensiero che lì fuori da qualche parte ci fosse mio figlio che stava crescendo senza di me mi fece rabbrividire. Mi stavo perdendo la parte più bella della sua crescita e quanto avrei voluto essere di nuovo con lui. Quel pensiero mi fece venire l'improvvisa voglia di scappare di nuovo per raggiungerlo ma se fossi scappato, avrei messo in pericolo anche lui perché sarebbe la prima persona da cui Draco andrebbe per minacciarmi. E io non volevo che ciò accadesse.

Perso tra quei pensieri non mi resi conto della porta della stanza di Draco aprirsi e - come mia solita fortuna - mi colse con le mani nel sacco. Sgranò gli occhi e venne verso di me prendendo il foglio che avevo poggiato sulla scrivania per vedere cosa fosse.

«È roba mia» gli dissi «Non vado a guardare le cose degli altri» e lui rimise apposto quei fogli nel cassetto prima di chiuderlo.

«Chi cazzo ti ha detto di prenderli?!» sbottò e io girai lo sguardo verso di lui senza rispondere alla sua domanda. Feci per alzarmi dalla sedia ma lui si piazzò avanti a me impedendomi di fare qualsiasi movimento. Le mani poggiate sui braccioli della sedia e il viso vicino al mio «Tu non vai da nessuna parte» soffiò.

Serrai la mascella a quell'affermazione.

«So cosa vuoi dirmi» gli dissi «E non vedo l'ora tu lo faccia»

«L'hai fatto apposta, non è così?» sbottò e io feci un mezzo sorriso provocatorio.

«Ti ho ripagato con la stessa moneta» sussurrai.

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