Chapter 13 - Agreement

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La mattina dopo mi svegliai non troppo tardi e quando aprii gli occhi notai che - proprio come avevo immaginato - Draco non c'era.
Mi guardai intorno per qualche secondo come per cercare qualcuno che sapevo bene non ci fosse ma lo feci ugualmente, forse per rassicurarmi, forse per non illudermi. Ma lui non c'era.

Sospirai pesantemente e mi alzai dal letto infilandomi i boxer e una maglia, entrai in bagno per darmi una sciacquata al viso prima di mettermi un paio di pantaloni pronto ad uscire dalla mia stanza e dirigermi magari da Ron o da Hermione per vedere come stesse ma non appena abbassai la maniglia, la porta non si aprì. Aggrottai la fronte e tirai più forte ma non si mosse, era chiusa a chiave. Non potevo credere l'avesse fatto davvero.

Provai ancora per qualche secondo ad aprirla tirandola più forte che potevo ma era serrata, era come se fossero stati fatti due o addirittura tre giri di chiave.

Per un momento mi chiesi per quale assurdo motivo avesse fatto una cosa del genere ma poi mi vennero in mente le sue parole dette ventiquattro ore prima. Voleva fossi solo, isolato da chiunque mi circondasse per evitare di fare qualsiasi cazzata e non voleva vedessi Hermione come anche Pansy. Dovevo stare lontano da tutto quello rimanendo chiuso in quelle quattro mura senza nessun tipo di passatempo, senza un telefono, un computer o chissà che altro. Ero lì, solo con me stesso, ed ero sicuro del fatto che i pensieri avrebbero preso presto il sopravvento facendomi crollare più volte in una giornata.

Arreso tornai sul mio letto sdraiandomi a fissare il soffitto. Una mano sotto la testa a una stesa affianco al mio busto. Come avrei passato il tempo lì dentro? Forse avrei dovuto chiedere a Draco qualcosa che mi aiutasse a farlo perché passare le giornate a pensare non avrebbe portato a nulla di produttivo.

Avrei voluto Hermione lì con me: avrei voluto parlarci, raccontarle ciò che era accaduto, avrei voluto riderci e raccontarle storie su storie che da bambino avevo letto su internet da qualche parte. Ma lei non era lì e io ero solo un corpo senza vita, privo di ogni cosa bella perché ormai le cose belle non sapevo nemmeno più cosa fossero; ricordavo solo la scena di qualche anno fa, io che abbracciavo mia madre con la promessa che sarei tornato presto. Chissà se mi stava ancora aspettando.

Avrei voluto correre da lei e nascondermi fra le sue braccia dicendole che non l'avrei più lasciata e che ciò che avevo passato era stato un inferno. Avrei voluto piangere e sfogarmi fra le sue braccia, raccontarle ciò che mi avevano fatto e sentire la sua mano delicata accarezzarmi la guancia per asciugarla dal bagnato che le lacrime stavano lasciando. E invece io ero lì. Ormai avevo imparato ad asciugarmi le lacrime da solo e la forza me la facevo venire. Nessuno che mi incoraggiava, nessuno che mi abbracciava, nessuno che mi diceva "andrà tutto bene". Niente. Solo vuoto e silenzio.

Mi girai su un fianco nascondendo il viso nel cuscino e delle lacrime iniziarono a prendere il sopravvento sul mio volto. Sarei impazzito se non avessi trovato qualcosa da fare prima possibile.

Appena mi aprirono la porta - alcune ore più tardi - per l'inizio della serata, sperai che un po' di sesso potesse sollevarmi e invece peggiorò solo la situazione. Tre clienti. Tutti e tre con quelle cazzo di manette.

Non mi opposi. Draco aveva detto chiaramente che non sarebbe corso in mio aiuto e anche se fosse, non l'avrei chiamato. Non volevo dargli la soddisfazione di fargli vedere che avevo bisogno di lui.

Rientrai intorno alle tre, i polsi rossi, graffiati e doloranti ma non dissi nulla. Semplicemente entrai e mi affrettai a infilarmi una felpa che potesse coprirmi anche le mani.

Mi sedetti sulla sedia posta davanti la scrivania e iniziai ad aprire qualche cassetto alla ricerca di un qualcosa che non conoscevo nemmeno io. Poi trovai un foglio e una penna in angolo e lo presi iniziando a buttare giù qualcosa senza forma. Volevo solo distrarmi, non pensare alla brutta serata che avevo passato ma una lacrima sfuggì al mio controllo bagnando anche il foglio bianco. Posai la penna e mi passai le mani fra i capelli chiudendo gli occhi per un attimo permettendo ad altre lacrime di scendere copiose. Avrei voluto sprofondare.

Sex Brothel - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora