Chapter 17 - Revenge

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Quando rientrai nell'ufficio di Draco, lo trovai poggiato alla scrivania con le braccia incrociate e un'espressione furente dipinta sul volto. Odiava così tanto quando facevo di testa mia che avrebbe voluto uccidermi con le sue stesse mani.

Mi chiusi la porta alle spalle ed entrai non facendo particolarmente caso alla sua presenza, in silenzio feci per dirigermi in camera ma la sua mano mi bloccò sbattendomi prepotentemente al muro, io sussultai per il dolore.

«Che cazzo, mi hai fatto male!» esclamai guardandolo e lui serrò la mascella.

«È già la seconda volta nell'arco della giornata che fai cose che mi avevi promesso non avresti fatto» sbottò «Ci metto un attimo a rispedirti nella tua stanza del cazzo»

«Volevo solo aiutare» mi difesi «Non ho fatto nulla di male»

«Non hai mantenuto la promessa» ringhiò «E io odio chi non mantiene le promesse»

«Sei il primo che non lo fa, non ti ricordi come hai trattato Pansy?» gli ricordai.

«Era una situazione diversa» provò a difendersi e io risi.

«No, non lo era» sbottai «Era la stessa»

«No» si oppose «Era diversa»

«Fai come credi Draco, non mi interessa» gli dissi «Spostati» cercai di allontanarlo dal mio corpo ma lui non faceva altro che avvicinarsi.

«Non dirmi cosa devo fare» disse duramente e io sbuffai pesantemente.

«Allora non farti dire niente, semplicemente fatti da parte di tua spontanea volontà» e a quel punto lui mi prese il viso fra le mani facendolo avvicinare a sé.

«Sei così insolente» soffiò e io mi feci forza riuscendo a spostarlo dal mio corpo.

«Non toccarmi in quel modo, mi da' fastidio» sbottai.

«Io posso fare quello che voglio con te, lo sai?» mi chiese retorico.

«No se non voglio» lo guardai.

«Sei tu che ti devi adattare alle mie esigenze, non il contrario» sbraitò.

«Io non mi devo adattare alle esigenze di nessuno!» urlai «Sono una cazzo di persona anche io, lo sai questo?!»

«Tu vieni pagato per fare questo!» urlò anche lui.

«Io non lo voglio più fare, lo capisci?!» sbottai e gli occhi mi divennero lucidi «Voglio andarmene da qui, da questo posto, da te. Non voglio più vederti!»

«Ti ho già detto che tu da qui non te ne vai» ringhiò e a me scese una lacrima.

«Allora non rompermi il cazzo, se non posso andarmene almeno lasciami scegliere cosa farmi fare e cosa no. Me lo devi» soffiai e sparii dietro la porta sbattendola con forza.

Mi sedetti sul letto e mi passai entrambe le mani fra i capelli corvini scompigliati, altre lacrime mi rigarono il viso e mille pensieri iniziarono a farsi spazio nella mia mente.

Volevo scappare e volevo farlo di nuovo, volevo chiamare mia madre e sapere cosa avesse da dirmi, volevo andare da Hermione e buttarmi fra le sue braccia a piangere, volevo smettere di fare sesso, di lavorare per lui e per tutte le persone che popolavano quel posto. Non ce la facevo più, ero arrivato a un punto di non ritorno.

Lo stupro, i soldi che Draco aveva dato per coprire tutto, il trattamento che mi aveva riservato, come continuava a rispondermi e tutte le altre cose che facevano di lui una persona di merda.
Non avevo più nulla, nulla per cui combattere, per cui continuare a fare quello che stavo facendo, non avevo più nessuno su cui contare e questo mi trasmetteva un senso di tristezza assoluta che mi riempiva il petto fino ad appesantirlo.

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