Chapter 40 - Nothing to Lose

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Rientrammo al bordello solo all'alba. Subito dopo quella frase, lui non aveva avuto il coraggio di rispondermi e io non potevo di certo biasimarlo. Avevo lasciato che la mia bocca si aprisse senza però collegarla al cervello, avrei dovuto pensarci una volta in più e invece non lo avevo fatto. Maledetto me e maledetta la mia impulsività.

Quando rientrammo, notammo che tutto era già stato sistemato e che quindi la serata fosse finita da un pezzo. Salimmo le scale ed entrammo nel suo ufficio che richiuse con un leggero tonfo.

«Dovremo farci una doccia» sbadigliò il biondo e io sbuffai buttandomi sul letto dopo essermi tolto la maglia.

«Ci penserò domani mattina» borbottai chiudendo gli occhi.

Poco dopo sentii l'altro lato del letto abbassarsi, segno che Draco si era appena steso. Piano lo sentii avvicinarsi a me e posarmi una mano fra i capelli accarezzandoli fino a scendere sulla guancia che accarezzò delicatamente.
Non so perché lo feci ma piano mi avvicinai poggiando la testa sul suo petto permettendogli di continuare quella lenta tortura. Il suo tocco era delicato e avrei voluto non smettesse mai.

Sotto quelle leggere carezze mi addormentai permettendo ai miei occhi di aprirsi direttamente la mattina dopo. Il sole era alto da un pezzo e probabilmente era anche passata l'ora di pranzo.
E avrei potuto dormire di più se solo delle urla non invasero il mio campo uditivo facendomi alzare.

«Lasciami!» una voce femminile, quella di Ginny, riempì la stanza e spalancò la porta facendomi sobbalzare «Harry..Harry ascoltami-..»

«Esci da qua, porca puttana!» la interruppe bruscamente Draco.

«Non è vero che questo bambino non è tuo, ti ha mentito!» mi disse «Non dargli retta, lui-..» si bloccò appena sentì uno scatto: Draco gli aveva appena puntato la pistola e l'aveva caricata.

«Esci» ringhiò «Non lo ripeterò un'altra volta»

«Non ci provare» ringhiai io alzandomi «Non pensi di avermi mentito già abbastanza?» andai verso di lui «Abbassala»

«Sta' zitto e fatti da parte» mi ordinò e io serrai la mascella, spostai Ginny con una spinta piazzandomi io al suo posto davanti l'arma, Draco sgranò gli occhi.

«Adesso che ci sono io qui davanti, spara» lo incitai «O non hai le palle per farlo?» chiesi provocandolo, lui sospirò abbassando l'arma «Continua a parlare, Ginny» la incitai non distogliendo lo sguardo da quello gelido del biondo.

«L'ha fatto solo per non farti intervenire quando mi farà abortire, gli serviva un motivo per metterti da parte» continuò.

«Ti ha fatto qualcosa?» chiesi poi.

«No, non ancora» scosse la testa «Ma non penso ci manchi molto»

Io non le risposi ma lei capì non fosse il caso di continuare a stare lì, uscì lasciandoci soli e non vedevo l'ora lo facesse.

«La lascerai andare» gli dissi e lui assunse un'espressione divertita.

«Assolutamente no, già ti ho detto come la penso» mi rispose.

«Me lo devi» continuai «Ho fatto così tante cose per te in questi anni che me lo devi, ti ho anche salvato il culo quindi perfavore Draco..mandala via»

Lui scosse la testa «Non posso» insistette.

«Puoi tenere me e fare ciò che vuoi ma lei..non lo fare, ti prego» lo supplicai.

«Stai davvero scegliendo lei e quella cellula che si porta dentro al posto di tuo figlio?» si avvicinò a me «Dovevi fare una scelta, ti ricordi?»

«Io non..non posso permettere che abortisca. Se davvero quel bambino è mio non posso, non me la sento» la voce si incrinò «E mio figlio starebbe bene con lei, vanno d'accordo»

«Stai rinunciando alla tua vita per darla a una persona che conosci appena» cercò di farmi ragionare ma io scossi la testa e fu in quel momento che delle lacrime iniziarono a rigarmi il viso.

«Mandala via da qui e dalle mio figlio, loro..staranno bene» soffiai.

«Non dovresti farlo» insistette.

«Draco, ti prego» quasi urlai «Falla uscire da qua!» esclamai esausto.

Lui non aprì più bocca, semplicemente annuì e uscì dalla stanza chiudendo la porta. Mi sedetti alla fine del letto prendendomi la testa fra le mani e lasciando che altre lacrime mi rigassero il viso.

Era tutto così dannatamente difficile.

*

Erano le quattro del pomeriggio quando Draco aprì la porta invitandomi ad uscire. Aveva parlato con Ginny che aveva acconsentito ad andarsene ma probabilmente il biondo aveva tralasciato un particolare: me.

Probabilmente non le aveva detto che io non l'avrei mai raggiunta e che avrebbe dovuto crescere quella creatura da sola non potendo contare sulla mia presenza. E forse lei ora stava preparando le sue cose convinta del fatto che io sarei andata con lei.

Fece il suo ingresso qualche minuto più tardi e quando mi vide spoglio, senza niente fra le mani aggrottò la fronte venendomi incontro.

«Harry, tu-..»

«Non verrò con te» la interruppi «Ma non preoccuparti, pensa solo ad andartene da qui ora che puoi» le dedicai un mezzo sorriso per quanto possibile.

«Ma io pensavo che-..»

«Lo so» soffiai «Ascoltami» le poggiai entrambe le mani sul volto «Qui fuori dovresti trovare James, vorrei che lo prendessi e che te ne occupassi tu. Con te sta bene e andate d'accordo, si abituerà presto»

«E tu? Ci raggiungerai?», fu quello a far sfuggire l'ennesima lacrima al mio controllo. Scossi la testa.

«No» sussurrai «La mia permanenza qui sarà ancora lunga e ora è meglio te ne vada tu per tutti, hai dei bambini di cui occuparti che sono più importanti di me»

«Tu non..non puoi aver rinunciato a tutto per far uscire me, non è giusto» una lacrima rigò anche il suo volto «Dovevamo uscire insieme, James ti aspetta da tanto»

«Fai in modo che non mi aspetti più» le tolsi le mani dal viso «Ci ho provato, ti giuro Ginny l'ho fatto ma non..non posso»

Lei non disse nulla, semplicemente mi abbracciò passandomi una mano sulla testa. Nascosi il viso nell'incavo del suo collo e la strinsi dolcemente.

«Vuoi andarlo a salutare?» mi chiese Draco una volta che ci fummo staccati e io annuii.

Uscii seguendo Ginny e scendemmo le scale per raggiungere l'uscita principale dove una delle due porte era già aperta.

Misi piede oltre quella soglia e immediatamente James mi venne incontro costringendomi ad abbassarmi alla sua altezza per abbracciarlo meglio. Alla vista le lacrime aumentarono e lo avvolsi come a non volerlo lasciar andare, non volevo lo facesse.

«È stato il tuo compleanno, papà» mi disse «Pensavo lo passassi con me, come tutti gli anni»

«Lo so piccolino, scusami» sussurrai «Sarei dovuto venire ma ho avuto un problema qui, mi perdoni?» soffiai e lui annuì stringendosi di più a me «Senti..» mi staccai per guardarlo «..ora starai un po' con Ginny, mh? Si prenderà cura di te» lo informai.

«E tu?» domandò; quanto avrei voluto non lo avesse fatto.

Non risposi, mi limitai ad avvicinarmi e a lasciargli un bacio sulla guancia prima di lasciare che la ragazza rossa si avvicinasse per prenderlo in braccio.

«Ti voglio bene, piccolino» tirai fuori con la voce spezzata.

«Anche io, papà» e si accoccolò a Ginny che mi dedicò un mezzo sorriso triste prima di salire in un'auto e lasciare che sparisse dietro l'angolo.

Un sospiro debole rilasciò le mie labbra e mi alzai da terra, il viso completamente umido, gli occhi arrossati e le labbra che tremavano.

Non avevo più nulla da perdere. E stavolta per davvero.

Sex Brothel - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora