Profumi di buono

1.1K 51 0
                                    

Suonó la campanella dell'intervallo, tutto corsero fuori tranne me. Mi alzai e con lo sguardo fisso nel vuoto mi sedetti sul davanzale. Avevo le lacrime agli occhi, non sapevo perché, non c'era bisogno di piangere, non c era motivo. Stephan rimase immobile al sul posto. Eravamo solo io e lui nella stanza. Nessuno aveva coraggio di parlare. Con la coda dell'occhio vedevo che mi guardava. Era strano ritrovarmi lí con il mio idolo e sapere che gli avevo confessato tutto quello che mi era successo, sapere che sapeva ogni mia singola paura e rabbia. Sapere tutto di me è io in fondo non sapevo nemmeno come si chiamasse realmente prima di sta mattina. Mi sento una stupida, infondo ho raccontanto tutto ad un estraneo.
Stephan: Ale ...-
Quella voce tremante non è da lui, non è dal calciatore che ho imparato a conoscere tramite interviste e video.
Stephan: scusa -
Disse abbassando la testa e guardandosi i piedi.
Scusa per cosa? In fondo non aveva mica ammazzato nessuno.
Io: tranquillo, non potevo immaginare che finisse così, già non potevo immaginarlo -
Dissi con un filo di voce. Lui con passi tremolanti venne verso di me ma non osó avvicinarsi a meno di un metro.
Stephan: non immagini quante volte ho sognato il momento di dirtelo ma avevo paura. Al campo ogni volta che ti vedevo ridere mi scoppiava il cuore. Ero felice anche io. Solo che avevo paura di non c'entrare nulla con te. Avevo paura che ti saresti arrabbiata perché ti ho mentito tutto questo tempo. -
Beh in effetti lo fece, mi mentii. Peró in fondo lui mi ha in un certo senso aiutato. È stato il primo ragazzo a cui mi sono aperta così, nemmeno quelli con cui gioco a calcio da quando avevo 6 anni mi conoscono così bene come lui.
Quel momento sembrava non finire più, non sapevo che dire. Regnava il silenzio: lui tesa bassa e io con lo sguardo nel vuoto.
Lo guardai bene per un secondo. Cazzo era perfetto. Mi fa ancora effetto trovarlo davanti a me. Sentivo il suo profumo travolgermi. Era buono sapeva di sicureZza. Mi alzai e lui alzó la testa. Avanzai di sue passi fino a trovarmi davanti a lui. Lo guardai negli occhi senza dire nulla. Non avevo la forza di parlare allora mi gettai tra le sue braccia. Lui mi strinse più forte. Avevo la testa immersa nel suo petto muscoloso.
Stephan : profumi di buono. - mi sussuró all'orecchio.
Fummo interrotti dal suono della campana. Ci staccammo e mi diressi verso il mio posto come se nulla fosse.

10 leoni e una leonessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora