In radio

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Ormai era sera, faceva freddo e pioveva. La casa di Cosimo sembrava così vuota e silenziosa. Il guercio era seduto di fianco a me su una poltrona in veranda. Nessuno dei due parlava. Cosimo si stava fumando l'ennesima sigaretta, era nervoso. "Questo nervoso mi stressa" disse Cosimo tutto d un tratto. Alzai le spalle e misi la testa tra le gambe. "Se vuoi andare a divertirti vai" non volevo rovinare la serata a nessuno.
Lui si alzò e si mise davanti a me, mi prese il mento facendolo sollevare la testa. Appoggio la sua fronte sulla mia e chiuse gli occhi. "Voglio passare la mia serata con te, questa non è l'alessia che conosco, non devi farti abbattere da un tumore, tu sei più forte, domani ti porto dal dottore, ti dirà cosa fare" Cosimo era così faceva il duro andandosi a spaccare con le peggio puttane e droghe ma sotto sotto era un sentimentale come pochi, o almeno con me lo era e oggi me lo aveva dimostrato.
Fummo interrotti dallo squillo del suo cellulare.
Lessi -Emiliano-
Il mio cuore salí in gola.
Cosimo mi guardò e poi andò a rispondere.
"Hey bro" disse Cosimo buttando il mozzicone di sigaretta.
"Come stai venendo qua ? Beh veramente ..." Lo vidi sbiancare.
"No no non c'è nessuna che mi voglio scopare c'è solo..." Si blocco,ci sono solo io, oh si caro Giambelli c'è solo la ragazza che hai abbandonato appena avete scoperto che ho un tumore. "C'è solo una persona molto importante" concluse la frase buttando fuori tutta l aria che aveva nei polmoni. Sentii citofonare. Gue chiuse la chiamata. "Non mi ha fatto finire era già qua sotto"
Mi alzai e con tutta la forza in corpo andai ad aprire. Sulla porta c'era Emiliano con due ragazze, due bionde ossigenate con il seno rifatto. Emi sbiancò e rimase a bocca aperta . "Che ci fai tu qua" disse togliendosi gli occhiali. "A te cosa importa?" Dissi alzando la voce. "Niente niente, beh non possiamo entrare?" Chiese con la convinzione che io rispondevo con un si. "No mi dispiace non potete" ringhiai. "Ale calmati per favore" disse Cosimo prendendomi per il bacino e spostandomi. Calmarmi? Come facevo a calmarmi con davanti un ammasso di stupidità come lui e le sue ochette. No non sono gelosa, sono delusa. "Emi veramente io e Alessia stavamo per uscire, la sto portando da Fabio" Cosimo in caso di bugie non è dei migliori.
"Ah per quella storia la, ho capito allora c'è ne andiamo" disse girandosi "se quella storia la si chiama tumore ne sono al corrente" ringhiai prendendo le mie cose e uscendo spingendo via tutti.
Sentii Emi sbuffare "vedi perché ho fatto questa scelta? Ti stai comportando da bambina" mi fermai, mi diressi verso di lui e gli tirai uno schiaffo in faccia. "Questa bambina però dicevi di amarla fino a quando non si è scoperto il tumore" ero esasperata corsi via e le lacrime iniziarono a scendere più veloci che mai. Faceva male, tanto male.
Entrai in un bar, mi asciugai le lacrime e ordinai una birra da bere, non volevo ubriacarmi avrei solo peggiorato le cose, volevo solo non pensarci.
"Problemi d'amore?" Mi chiese il barista.
Un ragazzo alto con i capelli castani leccati all'indietro.
"Oh più complicato" ammisi.
Lui mi sorrise e mi porse la mano "piacere Mattia" sorrise, era davvero un bel sorriso. "Alessia" ricambiai.
"Allora dimmi Alessia cosa c'è di così tanto complicato da essere così tanto triste"
Scrollai la testa non mi andava di raccontare tutto a uno sconosciuto, in fondo non sapeva nulla di me.
"Beh diciamo che i miei due migliori amici mi hanno abbandonato nel momento più difficile della vita" buttai fuori senza entrare nei particolari.
"Uhhh brutta storia, beh se ti hanno abbandonato vuol dire che non sono mai stati veri amici"
Alzai le spalle "fatto sta che amici o non amici quella che sta male sono io"
In quel momento sentii la porta aprirsi di colpo. Vidi un ragazzo alto e muscoloso entrare nel bar.
"Eccoti, ti ho cercato per mezza città"
"A casa non ci torno" dissi impuntando i piedi come una bambina.
"Non urlare, non vorrai che mi riconoscano?" Disse abbassando il tono di voce.
"Oh no tranquillo ma a casa non ci torno" sembravo una bambina "alza il culo e seguimi, domani dobbiamo andare dal dottore non voglio portarti con un post sbronZa e poi Fabio vuole chiederti una cosa" Sapeva come convincermi sa che sono curiosa. Pagai la birra e seguii il cantante.
Mi poetò a casa, Martina dormiva e Fabio era steso sul divano.
"Te lo volevo già chiedere da un po', ti andrebbe di cantare in una mia canzone?" Ok Fabio aveva fumato troppo.
"Non so cantare" dissi ovvia. "Ti ho sentito cantante e sei brava, ti prego" disse inginocchiandosi davanti a me "e ok, cosa dovrei cantare?"
"La canzone si chiama in radio"
Mise la base con la sua voce registrata era carina come canzone io dovevo ripetere solo alcune frasi.
Forse era meglio non sprecarle queste opportunità e vivere fino alla fine, nel pomeriggio mi resi conto di come fossi vicino alla morte e di quante cose volevo fare ma che non avrei avuto sicuramente il tempo, non dovevo stare a piangermi addosso dovevo vivere come non avevo mai fatto.

10 leoni e una leonessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora