Stay strong

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Ogni tanto mi fermo a pensare a come era cambiata la vita a me e a Martina nell'arco di pochi mesi. Fino a poco tempo fa a quest ora eravamo buttate su un divano a guardare uno stupido film o una stupida partita, dio guardiamoci ora! Lei sta con un cantante famoso, sono belli insieme, si amano, si legge nei loro occhi ogni volta che si guardano, ogni loro sorriso o bacio. E poi guardo me, prima ero insicura mi odiavo e i ragazzi neanche a pagarli li vedevo e ora? Ora sono accovacciata su una poltrona d ospedale di fianco a quei due ragazzi che fino a pochi mesi prima erano due idoli, due ragazzi irraggiungibili. Ogni tanto chiudo gli occhi con la paura di riaprirli e trovarmi da un'altra parte e che tutto questo è un sogno.
Mi guardo attorno, la stanza era scura, con la luce proveniente dal corridoio vidi che dormivano tutti, eravamo nella stanza di Emi, Stephan dormiva attaccato a me, Martina e Fabio dormivano abbracciati su due sedie, Cosimo e Francesco erano seduti per terra appoggiati al muro. É incredibile quanto fossimo legati, quanto amore e quanta complicità c era tra di noi. Stava male uno e stavano male tutti, uno era nei guai lo erano tutti. Mi alzai dalla poltrona cercando di non far svegliare Stephan e mi diressi nel corridoio. Mi stiracchiai e tirai fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni. 6:30 troppo presto per fare qualsiasi cosa. Andai a fare un giro e presi un caffé alla macchinetta. Faceva schifo ma era l'unica cosa commestibile che mi andava. Incrociai una delle infermiere, aveva un viso stanco sicuramente reduce da una notte passata a lavorare, mi fece un grosso sorriso. "Non ho mai visto nessuno legato come voi" disse alludendosi ai ragazzi che dormivano in stanza. "Siamo una grossa pazza famiglia" dissi guardando nel vuoto. Mi sorrise e continuo a camminare. Mi avvicinai alla porta della stanza e mi appoggiai al bordo, Stephan si tirò su e si guardò attorno stropicciandosi gli occhi. Mi guardò e mi sorrise. Senza far rumore uscì. Ci spostammo e mi abbracciò dandomi un bacio sulla fronte. "Hai una faccia che fa concorrenza a quella di zio fester, sta sera giochi ti conviene andare a casa a riposare" dissi accarezzando il suo viso. Sorrise. "Sto qua fino a quando posso, é il mio migliore amico non posso abbandonarlo" disse abbassando lo sguardo. "Ci sono qua io". Fece una smorfia. "Ho paura  che succeda qualcosa e io non sia qua" disse abbassando lo sguardo. "Ei guardami è Emiliano lo conosciamo tutti é forte, è una testa calda c'è la farà" dissi, lui sorrise o almeno ci provò. "Hai ragione mi sa che mi conviene andare a casa allora" disse prendendo le sue cose, lo abbracciai e lui se ne andò.
Dopo un paio d ore se ne andarono tutti a casa per riposare un po' era la seconda notte di fila che passavo lì, in fondo era colpa mia se era successo tutto quello. Misi le cuffie e feci partire "brivido" non so perché ma in quella canzone la voce di Cosimo e Fabio era come il nettare degli Dei per le mie orecchie. Strinsi la mano a Emi e mi addormentai appoggiata con la testa sul letto.

Sognai Emi in lontananza che mi guardava e rideva, lui correva su un prato verde e continuava a girarsi porgendo mi la mano continuando a urlare tra le risate di stargli dietro.

Mi svegliai da un rumore assordante, la musica non andava più. Tirai su lo sguardo e vidi i medici entrare di corsa, le macchine a cui era attaccato Emi iniziarono a impazzire, vidi sua madre piangere sulla porta, non capivo che succedeva. "Signorina deve uscire" mi disse urlando il dottore e senza farmelo ripetere due volte uscii. Sua madre non faceva che piangere, l'abbracciai e lei si strinse a me. "Mi scusi tutta colpa mia" dissi cercando di non piangere. Lei mi guardò negli occhi. "Alessia non è colpa di nessuno, doveva succedere, lui e una testa calda e ha sfidato molte volte la morte" disse cercando di farmi stare meglio ma non ci riuscivo, sentivo il rumore delle macchine in continuazione chiamai tutti, nell arco di 10 minuti il corridoio era pieno, c erano tutti tranne Stephan. Era già in campo a riscaldarsi. Non me lo sarei fatta perdonare se Emi avesse avuto la peggio, non volevo immaginare un gruppo senza lui, non immaginavo la mia vita senza lui
Dopo un po' non sentii più Rumori, scoppiai a piangere pensando al peggio, uscì il dottore togliendosi i guanti. "Ha avuto un problema cardiaco ma ora si è ripreso" disse rivolgendosi a tutti. Sospirai.

- ore 23 - i ragazzi dopo l allarme tornarono a casa, io rimasi lì per la 3 notte, il Milan vinse per 3 a 1 con un gol di Stephan che all esultare alzò la maglietta e sotto c era scritto "stay strong Emi". Io mi addormentai mano nella mano a Emi.

- ore 7 -
Mi svegliai di soprassalto, alzai lo sguardo e trovai due occhioni fissi su di me, sobbalzai dallo spavento. "Vaffanculo Emi non farlo più" dissi scoppiando a piangere e abbracciandolo. Lui scoppiò a ridere per poi lamentarsi di dolore. "Non farmi ridere stronza che mi fa male tutto" sorrisi. Mi era mancato. "Scusa" dissi abbassando lo sguardo. Sospirò "sai siamo identici, due teste di cazzo troppo orgogliose per ascoltare gli altri" disse sorridendo. "Da quand e che sono qua"
"Tre giorni" dissi stingendo la mano di Emi.
"Forse è meglio che chiami un infermiera" dissi alzandomi e iniziando a urlare per il corridoio che Emi era finalmente Sveglio.

10 leoni e una leonessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora