Primo cassetto in alto

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Sistemai tutto il macello che c'era per la cucina. Presi il cellulare e guardai se aveva risposto Martina ma niente. Mi stava salendo l'ansia. Dove era finita? Cos era successo?
Finì di pulire e mi andai a lavare per l ennesima volta. Mi misi davanti all'armadio e notai che non avevo nulla che mi potesse andare bene, erano tutte cose grandi, avevo bisogno di shopping, di tempo per me. Così andai in camera di Martina e aprii il primo cassetto della scrivania per prendere un paio di collant e trovai una scatoletta. Una scatoletta rossa.

-inizio flash back-
Non me ne accorsi subito, stava giocando con una scatoletta rossa con un fiocco bianco. Mi avvicinai lentamente.
Io: possiamo andare!-
Stephan mi guardò lentamente, sorrise, rimasi incantata, era ... Era un angelo.
Stephan: sei stupenda!-
Diventai rossa e voltai il volto per non farmi notare, lui allungo la mano con la scatoletta.
Stephan: sono mesi che ce l'ho e te lo volevo dare, era il mio regalo di compleanno per te, c era anche un peluche e un mazzo di rose, le rose sono morte e il peluche è finito male!-
Io: cosa gli è successo?-
Dissi in una mezza risata mentre prendevo la scatoletta.
Stephan: beh EMI ha un cane molto affettuoso verso i peluche, l'ha sbranato!- disse trattenendo le risate.
Io iniziai a ridere e lui mi fissava, ero rossa.
Stephan: dai aprilo!-
Lo aprii e ci trovai un ciondolo con sopra un acchiappa sogni. Avevo gli occhi emozionati e lui lo notò.
Stephan : so quanto li ami-

- fine flash back-

Il respiro si fece più corto, il cuore iniziò a martellare più forte, avevo quella scatolina tra le mani, non avevo il coraggio di aprirla, non avevo le forze.
Chiusi gli occhi e una lacrima iniziò a scorrere sul mio viso. La aprii ...
Non ci potevo credere.
Non poteva essere.
C'era dentro il ciondolo che Stephan mi aveva regalato.
Perché ?
Perché mi avevano mentito?
Perché la mia migliore amica mi stava nascondendo tutto?
Spostai le collant violentemente facendo cadere tutto a terra e trovai tutte le lettere indirizzate dall'America, trovai dei piccoli oggettini che mi aveva regalato Emi. Le lacrime si univano alla rabbia.
Presi una lettera, era indirizzata a me, l aprii...

Ciao Ale, come stai? Spero ti stia rimettendo. È l'ennesima lettera che ti scrivo senza risposta, lo so che sicuramente Martina le prenda prima di te e poi le butti ma io continuo a scrivere, non mi arrendo, prima o poi riuscirai a leggerne una. Io sono sempre stato contrario a questa decisione, quando sei finita in ospedale sono stato costretto ad Andare in America per incidere il disco se no perdevo in contratto. Prima di partire ho litigato con tutti, non è giusto che ti nascondano tutto, non è giusto che tu sia rimasta da sola perché loro si definiscono tanto uomini ma davanti alla prima difficoltà non hanno le palle. Ho cercato in tutti i modi di farti sentire la mia presenza mandandoti fiori e cioccolatini. Mi manchi tanto baby e manchi tanto anche a Francesco e Luigi. Appena possiamo torniamo in Italia da te, sappi che noi ci siamo e ti ameremo per sempre.

Con amore

Il tuo guercio preferito.

La lettera era bagnata dalle mie lacrime, perché mi hanno mentito? Perché ? Cos e successo quando sono finita in ospedale? Ho bisogno di risposte.
Mi vesto velocemente e con la lettera di Cosimo da una parte e la scatoletta con il ciondolo dall'altra mi avvio verso casa di Emi. Dovevo trovarlo.
Terzo piano porta infondo al corridoio.
Entrai da un entra segreta e mi diressi al 3 piano. Avevo il cuore in gola e gli occhi gonfi e rossi.
Stavo per avvicinarmi alla porta ma si aprii, da lì uscì uno Stephan che puzzava di alcol. Si bloccò e mi guardò. Strinsi con più forza la scatola. Nessuno diceva niente.
"Ste la giacca " urlò Emi arrivando alle sue spalle. Lo guardo male e poi con un sorriso divertito parlo "sembra che hai visto un fantasma" Stephan non rispose e abbassò lo sguardo. Emi si girò e mi vide. Doventò bianco. Sentii la voce di una ragazza richiamarlo. "Emi dai torna qua " vidi una bionda ossigenata arrivare ad abbracciare il cantante. Stringo i pugni e chiudo gli occhi. Mi giro per andarmene ma mi fermò a metà corridoio e mi giro a guardarli. "Ditemi solo perché state facendo finta di non conoscermi" ringhiai.
Stephan alzò le spalle "é giusto così"
"Cosa sono una bambola che va usata e poi buttata?" Dissi con la voce rotta dai singhiozzi. Non ricevetti risposta. "Ha ragione Cosimo vi credete tanto uomini ma siete dei senza palle". E con questa me ne andai. La testa scoppiava e il cuore era rotto in milioni di pezzi.

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