La mia vita è un casino

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E no, non mi era passata, ormai erano passate 2 settimane da quel giorno.
Stavo male, ero entrata in depressione, non mangiavo più, non uscivo più e se uscivo era per andare in ospedale o da una psicologa.
Martina, Fabio e Cosimo mi stavano attaccati come delle sanguisughe per la paura che poteva succedermi qualcosa. Mattia veniva a trovarmi nella pausa pranzo, cercava sempre di farmi ridere, farmi distrarre e per poco ci riusciva ma poi come se ne andava ritornavo nel mio mondo, un mondo cupo e triste.
Spesso per farmi distrarre la sera invitavano gente a casa, ma come mio solito li salutavo stavo giù 10 minuti r poi correvo in camera.
"Posso?" Mi chiese Fabio entrando in camera "si vieni" si sedette sul mio letto e mi porse un foglio "ti ricordi?" disse sorridendo, era un testo di canzone con il titolo in grosso - in radio - iniziai a leggere, lui si sdraiò di fianco a me e iniziò a canticchiarla e a simulare un balletto. Scoppiai a ridere "mi mancava la tua risata" mi sussurò, accennai un sorriso "quando registriamo?" Chiesi alzandomi "come arriva Mattia andiamo" disse con disinvoltura "che?" Chiesi stupita "hai capito bene, vedo come stai meglio con lui" alzai le spalle. Mi cambiai velocemente e sentii suonare al campanello. "Sono pronta" dissi sbucando dal bagno, per la prima volta dopo tanto mi vestii elegante, indossai un cappellino di lana dello zen giallo che mi aveva regalato Cosimo quando avevo rasato i capelli e uscii.

Dopo 20 minuti di macchina arrivammo allo studio di Luigi, entrammo e sentii una base di una canzone. La sala registrazione era occupata. Mi avvicinai a Don e lo salutai con un abbraccio "allora come stai?" Chiese distogliendo lo sguardo dal vetro "bene" mentii, mi sedetti di fianco a lui e guardai il ragazzo cantare, con mia grande sorpresa vidi Emiliano, mi osservò e si bloccò, smise di cantare. Sorrise ma poi ritornò serio quando dietro di me vide comparire Mattia; si tolse le cuffie e uscii "don per oggi basta, continuiamo domani" vidi Mattia stringere i pugni e trattenersi. "Dai andate te e Fabio" mi mise una mano sulla spalla don, entrai e mi sedetti su una sedia e misi le cuffie, la base partii e vidi Emiliano imbambolato su di me, Mattia se ne accorse e iniziava a innervosirsi.
Chiusi gli occhi e mi isolai dal mondo, c eravamo io e la Musica, iniziai a cantare con tutto il cuore, a pieni polmoni e quando riaprii gli occhi avevo un Fabio tutto sorridente di fianco a me, un Mattia tutto emozionato di fronte e un Luigi che applaudiva, ma Emiliano dov era?

Finito di registrare uscii e andai subito da Luigi "allora com è andata?" Chiesi curiosa "benissimo, senti Ale ti devo dire una cosa" mi preoccupava "dimmi", guardò Mattia e capii che dovevo farlo uscire "Tia ci puoi lasciare un attimo da soli?" Chiesi, lui sbuffando se ne uscii "dimmi tutto" "Si tratta di Emiliano" rabbrividii "dovevo immaginarlo" " non voglio fare la parte del padre ma oggi l'ho visto per la prima volta sorridere dopo tanto, lui ti ama ancora, si so cos ha fatto, ma senti non dovrei dirtelo ma Emiliano sta soffrendo dello stesso problema del padre, quando beve cambia personalità, lo conosci bene non l avrebbe mai fatto" "ora lui dov è andato?" "È uscito a fumare" mi alzai e aprendo la porta di colpo mi misi a correre per il corridoio cercando Emiliano " Ale dove corri?" Erano le voci di Mattia e di Fabio, li lasciai perder e corsi fuori.
Come aprii le porte lo vidi li al telefono con lo sguardo basso e la sigaretta in bocca. Mi bloccai come se non avessi più forze nel corpo. "Emi" mi uscì come un sussurro, lui alzò lo sguardo, chiuse la chiamata e mise via il cellulare. Feci qualche passo e lui non distoglieva lo sguardo da me "sei un brutto stronzo, perché non me l hai detto, perché non mi hai detto del tuo problema, perché mi hai fatto del male, perché mi hai abbandonato, perché non c eri tutte le mattine quando dovevo andare in ospedale, brutto stronzo dovevi essere li a farmi ridere quando stavo male, quando non mangiavo, dovevi esserci" dissi urlando con tutta la mia voce mente picchiavo i miei pugni contro il suo petto, lui mi strinse a sè e io iniziai a piangere "non ti ho detto niente perché pensavo non mi volessi più nella tua vita, perché avevi già i tuoi problemi" mi sussurò. Lo strinsi più forte che mai e lui ricambiò però ad un certo punto mi lasciò andare, mi asciugò le lacrime " c'è Mattia vai da lui, non voglio intromettermi " mi lasciò andare, si girò e si allontanò "ti prego" lo implorai senza risultato, mi asciugai le lacrime, mi girai e vidi Mattia sulle scale continuare guardare dalla mia parte. Lentamente tornai indietro.
Non potevo lasciarlo andare via così, non riuscivo, mi aveva fatto del male, lo so ma era lui l'unico insieme a Stephan che poteva farmi stare meglio. Mi bloccai, alzai lo sguardo e mimai un scusa a Mattia dopo di che mi girai e iniziai a correre come una pazza.
Non me li sarei fatta scappare un'altra volta.
Emiliano era appoggiato alla sua macchina, vedevo che parlava con qualcuno ma non vedevo chi era.
Mi appoggiai all'albero e accesi una sigaretta e poi vidi arrivare sue cugina.
Quella ragazza non la sopportavo, non c'era ragazza che mi stava sui coglioni come lei.
Emiliano non si era ancora accorto di me ma la cugina si e come mi vide iniziò a fare l'oca con Emi.
Sentii il cellulare vibrare, lo tirai fuori e vidi un messaggio di Mattia
- lo so, non avrei mai potuto averti, il tuo cuore era loro e lo sarà per sempre, vedo come vi guardate te ed Emiliano, ti lascio vivere la tua vita, voglio vederti sorridere e so che con loro lo farai, cercherò di farmi passare quello che provo per te, stammi bene Alessia, se succede qualcosa non farti problemi a chiamare -
Non potevo perdere Mattia così, la mia vita era troppo incasinata, per lui non provavo nulla era solo un ottimo amico che era al mio fianco in questo momento buio e triste, spensi la sigaretta e mi avviai per la sua macchina che era ancora parcheggiata dov era prima.
Forse dovevo mettere da parte la mia "vecchia vita" per rifarmene una nuova, dovevo smetterla di correre dietro a due persone che per me non c'erano, erano loro a dover correre dietro di me.

Arrivata alla macchina aprii la portiera e lui era seduto al posto del guidatore con gli occhi chiusi.
Mi sedetti in silenzio.
"Sorridi a questi flash che il mondo è qui per te" canticchiai, lui sorrise "accendi la radio" mi ordinò tenendo gli occhi chiusi, l accesi e partì una canzone che non avevo mai sentito, lui alzò il volume al massimo, ci sentivamo tutti.
Era la voce di Mattia; il cuore mi si bloccò, era una canzone stupenda, avevo le lacrime agli occhi, mi coprii la faccia con le mani, lui scese dalla macchina e venne dal mio lato, mi prese la mano e mi fece alzare dopo di che mi abbracciò "ho mentito non sarei stato in grado di lasciarti andare" sussurò.
Avevamo catturato l'attenzione di tutti ma a lui non sembrava importare.
"Tia è stupenda" dissi a fatica, lui mise un dito sulla mia bocca "profumo che indossi, la pelle di seta e i capelli mossi un misto di come tu sei e come vorrei che tu fossi" canticchiò, scoppiai a ridere mentre lui simulava un balletto, gli saltai in braccio "grazie grazie grazie" ripetei.
Forse sbagliavo io ad andare dietro a loro, in fondo non potevo correre dietro a loro e lasciare la mia vita accantonata in un angolo, se mi volevano sapevano dove abitavo.

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