Dopo poco arrivammo a casa, presi tutte le mie cose e le buttai in valigia. Mi sedetti sul letto e scoppiai a piangere, non riuscivo più a trattenere la rabbia, lo schifo, la tristezza che avevo in corpo. Martina mi abbracciò.
"Tra poco il taxi è qua, torniamo a Como, io ci sono" disse asciugandomi le lacrime.
"Ti voglio bene" dissi abbracciandola forte.
Presi un foglio e iniziai a scrivere una breve lettera per tutti.Ciao ragazzi, se state leggendo è perché sono già in volo per Como, mi dispiace rovinarvi la vacanza, la casa è a vostra disposizione fino a quando volete però quando ve n'è andate lasciate le chiavi a mia zia, le ho già parlato io. Penso che dopo sta sera non ci vedremo più, non è un addio, penso, ma più un arrivederci, grazie per tutto questo, grazie delle grosse risate ma non sono fatta per voi.
Vi voglio bene e sempre ne vorrò
Alessia
La lettera era bagnata dalle mie lacrime, chissà quanti di loro lo sapevano e non mi dissero nulla, in fondo per loro era così: avevano i soldi e la fama quindi di conseguenza tutte le ragazze che volevano e io ero una di quelle, ero solo un illusa, e pensare che gli ho dato la mia verginità.
I miei pensieri furono interrotti dal suono di un clacson.
"È il taxi!" Disse Erika guardando fuori.
L'abbracciai e ce ne andammo.
Una volta in macchina Fabio chiamò Martina, mise il viva voce.
"Ha finito il concerto?" Chiesi guardando fuori cercando di non far uscire le lacrime.
"No gli ho solo mimato che eravate andate via" disse lui.
"Gli manca una canzone, te l ha dedicata, era quella della sua proposta di mettervi insieme"
Risi, che illusa.
"Amore ci sentiamo quando siamo a Milano, ti amo" disse Martina
"Ti amo anche io" disse Fabio chiudendo la chiamata.
Respirai profondamente e scesi dalla macchina, pagammo e andammo al nostro gate.
Martina cercava di sorridermi ma non ci riuscivo, la foto continuava a comparire nel mio cervello. Scoppiai di nuovo a piangere e Martina era lì subito pronta ad abbracciarmi.
Aprirono le porte del nostro aereo e salimmo. Mi sedetti di fianco al finestrino e spensi tutto.
Mi addormentai.
Dopo un ora arrivammo a Milano, scendemmo e andammo a prendere un taxi.
Martina chiamò Fabio, la vedevo molto turbata.
"Ha detto che Emi ha iniziato a prendere a calci tutto, si è attaccato alla bottiglia e ha iniziato a urlare contro la ragazza, l'hanno portato via di forza però a casa una volta letto il biglietto nessuno è riuscito a trattenerlo, dopo mezz ora si è addormentato abbracciato alla bottiglia e a una tua maglia" disse sospirando.
Scrollai la testa. "Cazzi suoi, colpa sua se è successo questo" dissi guardando fuori dal finestrino.
"Non ti dico di perdonare Emi per carità ma Ale mi sembra eccessivo dire addio a tutti" mi disse Martina guardandomi titubante.
"Non sono fatta per il loro mondo" replicai.
"E perché ? Allora di che mondo dovresti appartenere?"
"Al mio, a quello di quando c ero io e il pallone" dissi alzando la voce.
Lei scollo la testa "non ti capisco giuro" disse incrociando le braccia.
In sottofondo partì " Sai zio" dei Dogo.
Scoppiai a ridere.
"Ora che hai? Un secondo prima piangi e quello dopo ridi"
"Ti ricordi quando Cosimo si è messo a cantarla sotto la doccia alle 7 di mattina?" Chiesi
"E Francesco che si era messo a urlare - cazzo ti canti che abbiamo fatto le 5- urlando e sbattendo contro la porta del bagno" scoppiò a ridere anche lei.
"O quando Fabio si mise le tue mutande e uscì in balcone mentre passava la processione" dissi ridendo più forte.
Lei si fermò a guardarmi e sorrise "vuoi dire addio a tutto questo?" Non risposi la guardai e feci un mezzo sorriso "tu sei fatta per loro e loro sono fatti per noi, non puoi dirgli addio lo sapevo" forse aveva ragione erano sempre li pronti a farmi ridere.
Accesi il cellulare e mi trovai non so quante chiamare da parte di Emi, mi mandò una 40 di messaggi ma non lo aprii neanche, Francesco, Cosimo e Stephan mi scrissero.
Aprii la conversazione con Stephan e notai che era online.
Ale: puoi chiamarmi senza farti sentire?Neanche due secondi dopo mi chiamò.
"Come stai?" Mi chiese con un tono preoccupato.
"Come vuoi che stia? Di merda."
Lui sospirò "siete già arrivate a Milano?"
"Sì siamo in taxi stiamo andando a casa"
Sentii una voce di sottofondo urlare "é Alessia?" era quella di Emi l avrei riconosciuta tra mille.
"No" disse Ste.
"Dammi il telefono devo parlarle" disse Emi.
"Ale ti prego ascoltami non è come pensi" disse lui tra un singhiozzo e l altro, stava piangendo.
"Vaffanculo Emi" dissi attaccando il telefono. Non volevo giustificazioni, volevo solo non pensarci.
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10 leoni e una leonessa
FanfictionÈ una storia d'amore all'inverosimile tra una ragazza come altre e il suo idolo. La musica e il calcio si uniranno e per la povera ragazza sarà una combinazione micidiale