Chi mi ama?

639 25 0
                                    

Riuscii a calmarmi dopo 4 camomille, io è Martina ci addormentammo una sopra l altra, la sala d attesa era un continuo via e vai di gente, vedevo gente felice e gente piangere, odiavo gli ospedali. Verso le 5 del mattino uscì un dottore dalla porta. "Siete i parenti di Giambelli?" Chiese cercando di svegliarci. "Io sono la madre" si intromise la madre di Emi.
"Beh suo figlio è stato operato di emergenza all'intestino dato che aveva avuto una perforazione per colpa di una costola rotta; l'operazione é andata a buon fine ma mi dispiace dirle che suo figlio è arrivato qua in coma, non è un coma permanente, si potrebbe svegliare tra 10 minuti come si potrebbe svegliare tra 2 mesi, mi dispiace tanto" disse il dottore togliendosi gli occhiali e stropicciandosi gli occhi. Non potevo crederci, Emi era in coma. Non poteva essere vero non poteva andarsene. Sua madre scoppiò a piangere io no, non ne avevo le forze, non ci riuscivo, come se le mie forze se ne stavano andando con lui. "Possiamo andare a trovarlo?" Chiese Martina. Il dottore annui e tutti andarono verso la sua stanza. Stetti fuori, non avevo il coraggio di vederlo steso su un letto attaccato a delle macchine, non Emi, lui é troppo forte per dipendere da delle macchine, non l avrebbe mai voluto. Mi sedetti su una sedia fuori dalla sua stanza, da lí uscì Stephan e mi abbracciò. "Dimmi la verità, lo ami ancora" disse Stephan sussurrandomi all'orecchio. "No, non lo so, ti prego Ste non ora" lui mi sorrise con un sorriso triste e gli occhi pieni di lacrime. Presi il suo viso tra le mani e gli asciugai una lacrima che scendeva sul suo volto. "Emi è una roccia, non succederà nulla" gli dissi o più che altro lo dissi a me, non volevo ammettere il fatto che Emi era in coma, non potevo. Lo abbracciai e lui mi strinse forte a sè lasciandomi un bacio sulla testa. Mi ricordo il nostro primo abbraccio, aveva lo stesso profumo di sicurezza di mesi prima, la stessa intensità ma in due luoghi e situazioni completamente diverse.
Mi lasciò andare piano piano, appoggiò la sua fronte sulla mia e sorrise "sembri tanto forte ma sei quella che sta più male" rimasi di pietra, respirai profondo e guardai il pavimento. Mi baciò la fronte.
Uscirono tutti dalla stanza, quasi tutti andarono a casa a cambiarsi o a prendere qualcosa per mangiare, tutti tranne me.
Stavo seduta di fianco la porta, volevo parlare a Emi, vederlo ma avevo paura, lo sapevo che sarei scoppiata a piangere come lo vedevo.
Sospirai, strinsi i pugni e entrai.
Sembrava così fragile, aveva la testa e l addome fasciato, era pieno di graffi e lividi. Mi avvicinai piano piano al letto, mi sedetti su una sedia e gli presi una mano. Lo guardai per qualche minuto, era brutto stringere una mano e vedere che l altra persona non risponda.
"Ti prego svegliati, non dovevo ascoltare quella la, dovevo ascoltare te ma l orgoglio parlava per me, non puoi abbandonarmi Emi, non è vero un cazzo tu mi manchi, oh Emi non immagini quante volte di notte stavo sveglia a guardare te online. Non ti immagini quanto ho pianto.
Tu non hai il diritto di lasciarmi, sono un errore, ho sbagliato anche sta volta ma aimè ora é troppo tardi e guardati, dipendi da una macchina.
Sai ricordo il nostro primo ti amo detto su quel letto cigolante, io con lo smalto rosso e tu le mani sporche di vernice, o quanto ti avevo scristonato dietro per avermi sporcato la maglia bianca, tu ridevi, e dio quando ridevi non riuscivo a essere arrabbiata, hai un sorriso che fa invidia al mondo intero, e poi vogliamo parlare del murales? Vogliamo parlare delle nostre giornate passate mano nella mano di stesi a terra a guardare il cielo? Vogliamo parlare di quando mi hai preso per la mano e ti sei messo a ballare e cantare - Ecccoti - quel video ha fatto il giro del mondo. E poi chi mi dedica le canzoni ora? Chi mi abbraccia quando piango davanti a un film strappalacrime? Chi mi coccola quando c'è il temporale e io ho paura? Chi mi ama?" Dissi prima di scoppiare a piangere in un pianto silenzioso, quelli che ti uccidono, quelli che solo tu te ne accorgi e tu nessun altro. Alzai lo sguardo e vidi Martina sulla porta. "Non puoi stare con due piedi in una scarpa" disse avvicinandosi a me. "Sia Stephan che Emi ti amano, e tu?" Non risposi, non sapevo che rispondere, prima di quella sera era tutto chiaro, c era Stephan ma ora avevo un uragano che urlava.
"Va beh cambiamo discorso, ti va una cioccolata?" Mi chiese prendendomi la mano. Annuii ed uscimmo.

10 leoni e una leonessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora