Mattia, Giulio e Giorgio si erano trasferiti a Roma, nella loro città natale perché avevano trovato una casa discografica con cui lavorare.
Mattia da quando era partito non l'avevo più sentito, non si faceva più sentire.Era una sera come altre, io E Cosimo eravamo buttati sul divano a guardare un noiosissimo film.
Sentimmo bussare e andai ad aprire.
Trovai davanti un mazzo enorme di rose blu, le mie preferite.
Il ragazzo me le porge e sparisce ancora prima che io potessi replicare.
Cerco tra le rose un qualcosa che mi faccia capire da chi siano state mandate e trovo una busta.
Lascio le rose in mano a Cosimo e inizio a leggere.Ciao Ale,
Mi sento uno stupido a scriverti una lettera invece di venire a parlarti di persona ma non ne ho trovato ancora il coraggio.
Oggi è un anno dal giorno in cui ci siamo conosciuti di persona per la prima volta, sai me lo ricordo come se fosse ieri.
Ne sono cambiate di cose e sei cambiata anche te.
Io sono stato un vigliacco ad abbandonarti e non so bene nemmeno io perché l'abbia fatto.
So che ti è giunta voce che stavo andando dalla psicologa per problemi con l'alcol beh sono felice di annunciarti che li ho superati, non so quanto ti interessi ma volevo dirtelo.
In questi mesi mi sei mancata, mi era mancata la mia piccola calciatrice, mi era mancata la ragazza che era sempre pronta a far festa e a farmi ridere.
Sai ti ho visto crescere e maturare tanto.
Prima eri insicura su tutto, avevi paura di non andare mai bene anche se eri sempre stupenda, ogni volta che sorridi lo sei; ora invece te ne freghi, sei diventata come un uragano, non ti importa più del giudizio degli altri.
Devo confidarti un segreto.
So quanto ti ho fatto del male lasciandoti da sola ma tutte le mattine che andavi in ospedale chiamavo o Cosimo o Fabio e mi facevo trovare in ospedale, ti guardavo sempre da dietro il vetro dea porta, chiedevo sempre di te, il perché della scelta di non esserci beh è stata la cazzata più grossa che abbiamo mai fatto, avevamo paura di stare male, la paura di non essere in grado di aiutarti ci ha fermato, lo so sono stato una merda e hai ragione a pensarla però ho deciso di cambiare, di riprendere la mia vita in mano e di riuscire a riconquistarti.
Domani mattina alle 9 fatti trovare pronta e se non lo sei ti porto via in pigiama.
Ti porto in uno dei primi posti in cui ti ho portato.Ti voglio bene mia prinsessa.
Stephan
Non me ne ero neanche resa conto che era passato un anno.
La lettera ormai era bagnata dalle mie lacrime.
Cosimo da dietro mi abbracciò "è di Stephan non è vero?" "Tu lo sapevi" dissi mettendo via la lettera "si, lo immaginavo non c'è giorno che non mi chieda di te" sorrisi.
Sistemai le cose e ritornai sul divano con Cosimo dove mi addormentai tra le sue braccia.Mi svegliai quando sentii il campanello. Sobalzai e vidi Cosimo ancora dormire, con calma andai ad aprire, ero uno schifo, avevo i capelli in aria ed ero in pigiama.
"Buongiorno" disse un ragazzo alto con un sorriso a 32 denti. No non era Stephan ma Mattia. "Ah sei te" dissi quasi scocciata "se ti do fastidio me ne vado" disse diventando serio "no stavo aspettando una persona" feci spallucce.
Dietro Mattia vidi un taxi fermarsi. Mattia mi guardava male "non dirmi che ti sei incazzata perché non ti ho risposto in sti giorni " alzai le spalle "boh può essere, tanto qua ognuno fa quello che vuole, ve ne andate e tornate quando volete" vidi scendere dal Taxi Stephan. Quella Mattina ero particolarmente acida.
Mattia si girò e come vide Stephan iniziò a chiudere i pugni. "Senti Ale vaffanculo" disse andandosene via.
Io gli uomini non li capirò mai.
Era stato lui il primo a non rispondermi per giorni, da quello che avevo imparato dalla storia di Stephan ed Emiliano era che mi ero rotta i coglioni di dover correre dietro ai ragazzi, ora basta.
Avevo deciso di dare una seconda opportunità a Stephan perché si era scusato e riprovare non mi costava nulla.
O forse non riuscivo a dire di no a un ritorno di Stephan.Il calciatore si mise di fronte a me, era vestito in modo normale con jeans e camicia, io invece ero ancora in pigiama "ciao" dissi sbadigliando "ricevute le rose?" Disse con uno dei suoi sorrisi migliori "si carine" "posso entrare?" Feci spallucce e lo lasciai entrare.
"Allora ci vuoi venire con me?" Chiese tutto speranzoso "prima voglio sentire le scuse di persona e poi ci potrei pensare" era possibile che ero diventata più stronza?
Stephan si avvicinò, mi prese per i fianchi "scusami per tutto, scusami per il non esserci stato fisicamente, scusami per come ti ho trattato scusami per tutto ma le conseguenze le ho già pagate e non voglio perderti definitivamente, ti vedevo in ospedale la mattina e sembravi forte ma Cosimo mi diceva che passavi le serate a piangere e mi sono sentito una merda, non c ero e per questo ti chiedo scusa, avevo paura e tanta e lo so che dovevo pensare prima a te" gli vedevo gli occhi lucidi e mi faceva tanta pena, era pentito seriamente.
"Va bene ti do una possibilità" dissi sorridendo per poi abbracciarlo.
Mi andai a lavare e cambiare.Dopo un ora di viaggio arrivammo alla baita, non era cambiata per niente, sembrava che il tempo non fosse passato.
Stephan mi raccontò molte cazzate che gli erano successe, era sempre lo stesso scemo mi faceva ridere.
Aprii la porta e fui invasa dall'odore di lavanda che spesso lui usava.
Entrammo e lui andò ad accendere subito il camino, io mi tolsi la giacca e gli stivali e mi accoccolai sul divano.
"Allora con quanti ragazzi sei uscita ?" Chiese chiedendo gli occhi chiusi come se avesse paura della risposta "solo Mattia ma hai visto anche te sta mattina come se ne è andato via" lui respirò e venne a sedersi di fianco a me.
Passammo la giornata a parlare e a scherzare come ai vecchi tempi mi era mancato e tanto.
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10 leoni e una leonessa
FanfictionÈ una storia d'amore all'inverosimile tra una ragazza come altre e il suo idolo. La musica e il calcio si uniranno e per la povera ragazza sarà una combinazione micidiale