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YOONMIN ONESHOOT  28 pages/ scrittura in 2K

Official writer: Only.Miyo

JIMIN'S POV

Saranno state le undici quando uscii da quel locale.

L'aria fredda di novembre mi investì, raggelando le mie ossa e intorpidendo le mie dita. Le labbra rosse iniziarono a tremare leggermente, mentre le leccavo, alla ricerca di un po' di calore.

Il trucco ormai si era sciolto, la matita nera era sbavata e l'ombretto macchiato, eppure riuscii a darmi il giusto contegno per attraversare le strade di Busan, senza attirare sguardi non graditi.

Ero stato per più di tre ore all'interno di quella discoteca gay, i corpi sudati sulla pista, i vari drink, camerieri dai vestiti succinti, insegne colorate e  manifesti lgbt che mi avevano accompagnato in quella folle esperienza, ormai erano un ricordo.

Nonostante questo, sentivo comunque uno strano formicolio nelle membra, una sensazione opprimente che mi accompagnò per il resto del mio viaggio verso casa. Mi sentivo quasi sporco dopo i minuti passati a godermi la compagnia maschile. 

Le mani che mi avevano stretto, adesso al solo pensiero mi facevano venire il voltastomaco. 

Non mi era mai piaciuto l'ambiente dei locali come quello, eppure non riuscivo a non concedermi qualche attimo di sfogo, dopo giorni passati a studiare per gli esami di laurea.

Ero stanco e i pantaloni di pelle attillati, che mi avevano permesso di destare grande stupore qualche ora prima, in quel momento mi stavano stringendo, quasi facendomi soffocare ad ogni passo. La camicetta a paillettes argentati non mi scaldava abbastanza e l'alcool che avevo bevuto iniziava a stordirmi.

Forse fu proprio per questo che scelsi di cambiare strada, per addentrarmi all'interno del parchetto vicino casa mia, e tagliare un po' del percorso che avevo previsto.

Non passavo mai lì.

Quel parco era frequentato da persone poco rispettabili, malfattori, drogati. Era il luogo di incontro delle piccole gang, dove ubicavano diverse risse e scambi illegali.

Quando avevo preso il mio appartamento avevo promesso ai miei che non ci sarei mai passato, ma in quel momento mi sembrò la scelta giusta da fare.

Rischiare per una volta.

Non poteva succedere niente di male.

Se ci ripenso do la colpa delle mie azioni all'alcool e alla mia ingenuità, ma una parte di me vuole convincersi che fosse stato il destino a portarmi lì.

Le foglie si muovevano lentamente sotto l'ondeggiare del vento e gli alberi coprivano la vista dei lampioni.

Pensai di tornare indietro e di continuare per la mia strada, ma quasi venni folgorato quando vidi quella figura.

"Era notte quando lo vidi per la prima volta. Poggiato ad una panchina del parco, le dita tra i capelli... Sembrava distrutto. Delle piccole gocce di sangue rigavano i dorsi delle sue mani incallite. Mi sarei dovuto spaventare guardandolo, la sua giacca nera strappata e i lamenti che uscivano dalle sue labbra, ma allo stesso tempo ne ero attratto"

Sembrava un ragazzo molto giovane.

Stava piangendo. 

La mia mente mi disse di correre, scappare veloce, inseguendo il desiderio di tornare a casa, nel mio posto sicuro.

Il mio cuore invece mi fece avvicinare, passo dopo passo, fino a quando non mi ritrovai davanti a quel particolare personaggio.

-Ehm... Stai-stai be-ne?-

ᴍᴀғɪᴀ- уσσимιиDove le storie prendono vita. Scoprilo ora