capitolo-17

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Jimin's pov

Osservai silenzioso il suo volto.

I tratti marcati del viso, le sopracciglia aggrottate per un motivo a me sconosciuto, le labbra vittime della presa violenta dei suoi denti e la pelle infiammata dal sogno che incombeva su di lui.

Forse era un incubo.

Sembrava che stesse piangendo nel sonno, rigirandosi spaventato, inconsapevole di ciò che lo circondava, ma maledettamente convinto nel voler scappare da quel luogo.

Continuava a ripetere: "Non qui, dove sono... voglio andare a casa"... dei sussurri questi impercettibili per l'attento udito umano, ma che non appena ti avvicinavi al suo corpo in preda agli spasmi ti assalivano come un mare in tempesta. Delle piccole goccioline di sudore contornavano il suo viso, infastidendolo ancora di più. Ma io alla fine non ero nessuno per aiutarlo. Quella era una battaglia che non mi apparteneva, non perché non lo volessi, ma perché non potevo possederla.

Sarebbe riuscito lui al momento giusto a capire cosa fare, come ma soprattutto con chi.

Per ora aveva scelto me, perché ero la sua casa ormai... ma se avessi voluto entrare a fondo della faccenda sarei dovuto diventare il suo luogo sicuro... Non credo di esserne degno, io che non so difendere nemmeno me stesso.

Forse sono tutte scuse queste, perché so che non ci riuscirei mai e che lui non mi vorrebbe, ma nella mia mente, noi diventeremo degli scogli in mezzo al mare, due fari in una tempesta, che si osservano da lontano facendosi forza ed indicandosi la retta via... Yoongi per favore salvami ancora, perché io accanto a te ci voglio restare fino a quando mi sarà permesso, ma se mi distruggo con qualche schiaffo e insicurezza, allora forse non sono la persona giusta... non sono la persona che ti aiuterà a vivere.

Mi avviai silenzioso verso il cancello d'ingresso, senza badare ai molteplici studenti che parlavano, ridevano in lontananza o urlavano

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Mi avviai silenzioso verso il cancello d'ingresso, senza badare ai molteplici studenti che parlavano, ridevano in lontananza o urlavano... sentivo solo delle parole confuse vorticarmi attorno, confondendo i miei sensi.

Cercai con lo sguardo Hoseok tra la folla stretta nel giardino dell'università, passando svogliatamente i miei occhi su ogni figura maschile nel cortile, scrutandone i dettagli per riuscire a ritrovare il mio amico e prima che il nervosismo prendesse la meglio su di me lo trovai. Aveva un'adorabile maglia verde, che morbida gli ricadeva sulla pancia e lasciava poi spazio a un paio di pantaloni della tuta neri, che accarezzavano la pelle delle sue cosce facendomi provare un moto di invidia al suo corpo perfetto.

Mi avvicinai silenzioso per poi saltargli sulla schiena, stringendo le mani attorno al suo collo candido, ma non quanto quello di Yoongi... Mi aggrappai fortemente sul suo dorso, senza lasciare la presa.

Lui con un sorriso stupendo di voltò e mi diede un colpo sulle gambe per farmi scendere.

Anche se con una smorfia acconsentii e mi misi composto di fronte a lui. Hoseok era proprio un bel ragazzo, lo avevo sempre trovato incredibilmente affascinante, ma dal momento in cui conobbi Yoongi anche lui sembrò perdere la sua bellezza, per lasciar posto ad una banale grazia.

ᴍᴀғɪᴀ- уσσимιиDove le storie prendono vita. Scoprilo ora