capitolo-4

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Jimin's pov

Guardai con attenzione quella figura scura.

Faceva quasi paura.

Il corpo ricurvo su sé stesso, le mani sul volto e le gambe distese.

Sembrava un ragazzo molto giovane.

Stava piangendo.

La mia mente mi disse di correre, scappare veloce, inseguendo il desiderio di tornare a casa, nel mio posto sicuro. In un attimo sentii l'adrenalina iniziare a scorrermi nelle vene, prendendo possesso delle mie paure. All'improvviso quel parco non sembrava più molto spaventoso. Al contrario... aveva preso una nota vagamente magica, tanto forte da inebriarmi i sensi e attutire le voci attorno a me.

Il silenzio più assoluto mi riempii le orecchie, togliendomi il poco respiro che mi ero concesso in quegli attimi di puro stupore.

Mi sembrava che il tempo si fosse fermato, che niente più avesse senso.

Il mio cuore mi fece avvicinare, passo dopo passo, fino a quando non mi ritrovai davanti a quel particolare personaggio.

La voce, che avevo represso non appena lo avevo notato, uscì a tradimento, interrompendo quella magia che si era creata.

-Ehm... Stai-stai be-ne?-

Il suo voltò si alzò di scattò, i suoi occhi si posarono sui miei con una velocità disarmante e non potei non trattenere nuovamente il respiro alla vista di quelle iridi.

Erano scure e profonde.

La bocca si distorse in un'espressione sconcertata, quasi furiosa... oppure stravolta... non faticavo a crederlo date le pessime condizioni in cui versava.

Le lacrime che gli bagnavano le guance bianche e pallide, gli occhi gonfi, le mani arrossate e le nocche spaccate, portava diversi tagli sui polsi e uno più profondo nel petto, che riuscivo a intravedere solo grazie allo strappo della camicia che indossava... le gambe sembravano tremare e in generale era ricoperto di piccoli lividi scuri e viola.

 le gambe sembravano tremare e in generale era ricoperto di piccoli lividi scuri e viola

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-COSA VUOI?! VATTENE!!-

Scattò in avanti, cercando di colpirmi, mettendosi subito in posizione di difesa, una gamba indietro pronta a girarsi per fuggire.

Sembrava assolutamente un ragazzino indifeso, che si era ritrovato in mezzo ad una qualche rissa involontariamente, dove a quanto pareva non era riuscito a uscirne indenne.

-EHI! Tran-quillo! Non ti vo-glio fare del ma-le, anzi vole-vo... aiutar-ti credo-

-Aiutarmi? Stai parlando con me?-

Lo osservai confuso, guardando attorno a noi alla ricerca di altre persone.

Eravamo soli.

Da una parte mi sorprendeva il suo tono arrogante e freddo, quasi sprezzante, dall'altro non potevo fare a meno di pensare quanto dolore dovesse provare per essere in quella circostanza.

ᴍᴀғɪᴀ- уσσимιиDove le storie prendono vita. Scoprilo ora