capitolo-10

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Jimin's pov

Mi osservai un'ultima volta allo specchio d'oro, dove la luce rifletteva dolcemente, constatando ancora che l'outfit che avevo scelto mi donava particolarmente.

Indossavo una magliettina costituita da una sottile intagliatura di reti, che mi aderivano al corpo, conferendomi un aspetto quasi prelibato agli occhi lussureggianti di quelli che sarebbero stati i miei compagni quella notte. Le reti si intrecciavano fino ai jeans in denim bianco, che facevano risaltare le cosce allenate negli anni, essi erano stretti in vita da una cintura nera, sottile, in pelle, con fibbia a morsetto e per coprire l'oscenità generale che ero in quel momento, in cui la pelle del petto risaltava candida dalla magliettina, indossai un cappotto in pelliccia color avorio, morbido e caldo, dai bordi sfocati e il risvolto davanti aperto. Infine a decorare il tutto, sul mio collo, appariva una collanina d'argento, insieme ad una più grande a forma di serpente che troneggiava attorno alle mie clavicole sporgenti.

Ormai era più di mezz'ora che giravo su me stesso, osservando incantato il mio riflesso. Da una parte mi sentivo sbagliato, la vanesia era un peccato, ma allo stesso tempo non riuscivo a non concedermi un piccolo momento di gloria, in cui potevo lasciare scivolare sulla lingua complimenti di apprezzamento verso la mia figura, snella quanto quella delle modelle.

Uscii di casa, più o meno, venti minuti dopo, affiancando Hoseok che mi era venuto a prendere in macchina.

Ci dirigemmo emozionati al club, sentendo l'adrenalina salire ogni secondo. Sapevamo che il giorno dopo saremmo dovuti correre ai ripari, per saldare il debito che stavamo creando andando in una discoteca tanto rinomata, ma non ci importava. Fino a quando potevamo divertirci e rimandare i problemi andava tutto bene.

Non appena Hoseok si fermò davanti al locale, rimasi sbalordito.

-È questo? Hobi serio? È stupendo...-

-Già, ormai hai diciannove anni, dobbiamo festeggiare come si deve, no?-

Ridacchiai alla sua felicità e spensieratezza, che mi contagiò inevitabilmente.

-Allora entriamo, ci staranno tutti aspettando! A proposito, ognuno paga per sé, noi abbiamo lanciato l'idea, ma pagano loro-

-Che volpe che sei Jimin, se tua madre ti vedesse ora-

Stirai un sorriso forzato, deglutendo e, finalmente, lasciando l'auto in cui ci eravamo rintanati.

Entrammo emozionati, sentendoci un po' come dei bambini a Natale, davanti il proprio gioco preferito. I nostri amici ci aspettavano all'ingresso, in tutto saranno stati una quindicina, avevano già riposto le loro giacche e borse negli armadietti della reception e si stavano godendo un drink offerto dalle cameriere.

Una giovane donna mi si avvicinò e fece lo stesso con me, portandomi via la giacca prima che potessi chiedergli di lasciarmela. Avrei potuto richiamarla, ma ero troppo timido, così mi strinsi tra le braccia e mi incamminai, cercando di rimanere sereno.

Alla fine conoscevo tutti e non era la prima volta che ci vedevamo per occasioni del genere.

-Ehi Jimin!-

-Park!-

-Auguri vecchio, ti offro qualcosa?-

Mi riempirono di parole e con una sensazione di calore in cuore, urlai -È ora!-

Mi riempirono di parole e con una sensazione di calore in cuore, urlai -È ora!-

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ᴍᴀғɪᴀ- уσσимιиDove le storie prendono vita. Scoprilo ora