capitolo-27

25 6 0
                                    

Yoongi's pov

Lentamente, così come erano arrivate, le note di affievolirono fino a sparire, lasciando al loro posto un silenzio leggero, ma pregno di emozioni.

Le mie dita si ritrassero, serrandosi in un pugno, mentre le unghie scavarono leggeri solchi nella pelle dei palmi delle mie mani, graffiandoli. Gli occhi che avevo tenuto chiuso fino a quel momento si riaprirono, andando a posarsi sulla fiamma dei lumi. Lasciai che le labbra si aprissero per lasciar trasparire un sospiro. Non sentito la musica da così tanto tempo che mi sentivo quasi rinato.

Per mesi attorno a me avevo visto solo un deserto freddo, sabbia fine pronta a lasciarti sprofondare nella terra. Mi ero sentito stanco, sporco, come se avessi passato giorni tra quei granelli dorati, senza acqua o speranza, con la bocca secca, piena di polvere. Eppure non appena finii di suonare capii che la soluzione a tutti i miei problemi, ciò che avevo agognato per così tanto tempo era solo la musica. L'acqua che avevo sperato di poter bere finalmente scorreva tra le mie mani.

Mi girai, decidendo che non mi sarebbe importato di ciò che avrebbe detto la donna. Piano, piano stavo ritrovando me stesso e ormai ero pronto a dare tutto ciò che possedevo pur di poter suonare.

Non appena i miei occhi si incontrarono con quelli della donna lei iniziò a parlare:

-Yoongi, perché sta cercando così disperatamente un lavoro?-

-Cosa intende?-

-Non dovresti rispondere ad una domanda con un altro quesito. A parte questo, mi sembra strano che con il suo talento lei non sia riuscito a trovare un'occupazione. Quindi... Cosa è successo?-

Forse avrei dovuto risponderle sinceramente, fare luce su ogni dubbio sin da subito. Ma non ci riuscii, mi sembrava così disgustosa la verità che preferii mentire. Alla fine come avrei fatto a dirle che a causa di una gang mafiosa contro cui mi ero messo contro non ero riuscito a trovare un lavoro legale disposto ad accettarmi? Per mesi avevo provato a cercare un impiego, un mestiere per riuscire a guadagnare qualche moneta, però ogni volta che entravo in un luogo sembrava che tutti già mi conoscessero; erano stati costretti a non accettarmi dal Capo, che intanto si divertiva silenziosamente a vedermi disperato per le strade di Busan.

Da tempo avevo scordato cosa fosse la dignità, fino a quel momento sarei stato disposto a vendere droga ai peggiori malfattori pur di non morire di fame, ma quando la donna mi fece quella domanda capii che forse potevo veramente vincere quella battaglia con il Capo.

-Nessuno ha mai apprezzato la mia figura, nemmeno i miei genitori; quindi, qualche anno fa ho deciso di scappare di casa, senza nemmeno una moneta. Per questo oggi sono più disperato che mai, ho bisogno di soldi più di quanto possa immaginare-

Lei annui, senza dire una parola. Mi guardo e con un dolce sorriso, così familiare, mi disse:

-Min, lei è un ragazzo che ha così tanto da offrire che sarebbe sciocco da parte mia non darle una possibilità. La prenderò in prova per un mese, con un guadagno netto di 72.000 won a serata, per un totale di 576.000 won al mese. Se volesse potremmo organizzare un piano più accurato in base ai brani che potrebbe portare lei, mio giovane. I giorni di lavoro sarebbe due a settimana, il martedì e il venerdì, in cui l'affluenza è quasi massima-

-Grazie Samonim, la ringrazio- mi inchinai nascondendo con la frangia il piccolo sorriso che si era aperto sul mio viso.

-Ho già detto di non chiamarmi così, anzi direi che potremmo anche darci del "tu" ormai-

-Certo, mi sembra perfetto- lei sorrise dolcemente guardandomi, in seguito mi attirò a lei con un braccio per poi portarmi a salire nuovamente le scale per portarmi a firmare il mio primo contratto.

Andava tutto bene.

Andava tutto bene

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Jimin's pov

Uscimmo, io e Yoongi, dal locale dopo solo un'ora. Il freddo pizzicava leggermente le mie guance, che presto si colorarono di rosso, mentre le punte delle mie dita si congelarono, a causa della pelle che si screpolava, diventando opaca. Il sangue nelle mani iniziò a scorrere più lentamente, così le strinsi e le aprii qualche volta, per poi rivolgere la mia completa attenzione a Yoongi, che sembrava non sentire il freddo dell'inverno sul proprio corpo.

Mancava un mese alla fine di quella così fredda stagione. Dopo i fiori avrebbe iniziato a sbocciare e il sole sarebbe tornato a dominare i cieli.

-Torniamo a casa mia? Va bene per te?-

-Giusto, ti seguo. Grazie della disponibilità...-

-Non c'è alcun problema, dai andiamo-

Iniziammo a camminare, uno a fianco all'altro, vicini. Le nostre mani si sfioravano leggermente ad ogni passo che compievamo.

Senza nemmeno volerlo il mio sguardo si posò sui nostri mignoli che si toccavano e spinto da un'ondata di coraggio decisi di stringergli la mano.

Il suo palmo caldo entrò in contatto con il mio che sentivo congelarsi, sospirai soddisfatto, mentre le nostre dita si stringevano in un abbraccio che avevamo aspettato per così tanto tempo. Yoongi abbassò lo sguardo sulle nostre mani, confuso, eppure decise di non fare niente, se non stringere più forte la mia carne.

Le guance si colorarono ancora più di prima, ma in quel momento non mi importava. Yoongi era lì vicino a me, pronto a proteggermi e niente più aveva valore. Mi strinsi nel mio giacchetto, mettendo l'altra mano nella tasca dei miei jeans scuri.

Mi girai verso il ragazzo al mio fianco, apprezzando le forme del suo viso, le sue curve e la sua mascella tagliente. Tutto di lui sembrava perfetto, perfino le sue mani combaciavano alle mie, ogni sua parte del corpo sembrava essere stata creata per completare le mie. Ed io amavo quella cosa.

Vivevo per quei piccoli dettagli romantici a cui nessuno faceva caso, ma che a me portavano mille emozioni diverse che si colmavano in vera e propria felicità.

Durò poco comunque perchè ben presto sentii una seconda mano poggiarsi su una mia spalla, stringendo i muscoli tanto da arrivare a farmi male. Sentii le ossa resistere alla pressione esercitata da quel tocco, andando quasi a spezzarsi.

Lasciai un leggero sospiro di dolore, voltandomi confuso.

I miei occhi incontrarono quelli di un uomo di almeno quarant'anni che mi guardava con una smorfia disgustosa, accompagnata da denti rovinati e un piercing sul labbro. Era ripugnante.

-Chi sei?-

Sentii Yoongi voltarsi di scatto, fermando la nostra camminata per volgere il suo sguardo allo sconosciuto. I suoi occhi si illuminarono per qualche secondo, riempiendosi di lacrime, per poi diventare scuri e freddi come il cielo di quel giorno. La mia mano venne stretta più di prima, senza esitazione alcuna. Le sue labbra si strinsero, senza emettere alcun verso. Il suo corpo si irrigidì e sentii il suo braccio iniziare a tremare.

-Yoongi, non mi presenti? È maleducazione, piccolo Min-

-Vattene, non ho fatto niente-

Voltai confuso il mio volto verso Yoongi, cercando di trovare nella sua espressione arrabbiata una risposta, ma il vuoto che vidi mi fece capire che probabilmente quella situazione non doveva piacergli in alcun modo.

-Min, attento alle parole, sai bene che a noi non dispiace giocare... Sono venuto ad avvertirti comunque, abbiamo sentito che hai trovato un posticino dove strisciare finalmente. Spero paghi bene perché da oggi il Capo non sarà più così clemente con te... Preparati all'Inferno- 

ᴍᴀғɪᴀ- уσσимιиDove le storie prendono vita. Scoprilo ora