capitolo-28

23 6 0
                                    

Jimin's pov

-Yoongi, chi è?-

Mi voltai verso il ragazzo al mio fianco, cercando di ignorare il fiato cocente dell'uomo sulla mia spalla e la sua mano poggiata su di essa con dolorosa villania. Non sentivo paura, avevo smesso di averne, eppure sentivo un'ansia crudele farsi spazio nel mio cuore, che aveva iniziato a battere senza sosta.

-Lui è uno degli uomini di quel bastardo, cane rabbioso del Capo- lasciò un sospiro invadere il silenzio con prepotenza, per poi portare il suo sguardo nel mio. Vidi tristezza, quasi disperazione. E per quanto la mia mente potesse essere lenta e confusa, ci misi un attimo a capire a chi si riferisse. Era quasi lapalissiano, non c'erano dubbi. Coloro che lo avevano inseguito per tutti quegli anni continuavano a tormentarlo anche quando aveva raggiunto il fondo della dignità. Il gruppo mafioso di cui tanto avevo sentito parlare quel giorno finalmente iniziò a prendere un volto. Uomini disgustosi.

Finalmente compresi le lacrime negli occhi di Yoongi. Chi non sarebbe stato spaventato?

-Siamo diventati coraggiosi vedo. Ma sappiamo entrambi che non è questo il modo di parlare. I MuoBiong-

Non capii cosa avesse detto e nemmeno Yoongi sembrò comprendere. Il suo volto si storse in un'espressione rabbiosa e nauseata. Strinsi le nostre mani, guardando le luci di fronte a noi che diventavano luminose, accendendo quella fredda notte di Busan. Tirai il viso indietro, cercando di riportare le lacrime negli occhi. Dovevo essere coraggioso per Yoongi, dovevo dargli il coraggio che sentivo che stava perdendo.

-Sai cosa sarebbe divertente- l'uomo strinse più forte la mano sulla mia spalla -Dato che siete in due possiamo fare un gioco. Adesso io vi seguo fino a casa di questo piccolo e poi quando Min fa girare le palle al Capo vado a riempirlo di botte. Condividerete il dolore!-

Sentii un brivido percorrermi la schiena e pregai che l'uomo non se ne fosse accorto. Cercavo di essere forte e di reagire nel migliore dei modi. Provai ad aprire la bocca per parlare, difendermi, ma Yoongi mi precedette, facendo ciò che credevo impossibile.

Lui un ragazzo così taciturno, sempre sulle sue, poco aperto, misterioso, ma alla fine gentile... che cercava di malmenare l'omone.

Scagliò un pugno, cercando di mantenere una posa corretta, proteggendosi il torace, andando a piantarlo sul volto dello sconosciuto. Quello nemmeno reagì, voltò leggermente il viso alla sua sinistra, cercando di attutire il colpo, poi mi spinse via, lasciandomi cadere sull'asfalto e si rivoltò contro Yoongi come un fiume in piena.

Lo bloccò contro una serranda di un negozio chiuso, facendo risuonare per la strada un fastidioso suono metallico. Poi gli paralizzò le braccia contro la parete, sputandogli in un occhio.

L'uomo aveva uno sguardo minaccioso, guardava bieco Yoongi, mordendosi la pelle coperta di peluria sotto il labbro. Ghignò girandosi verso di me, lasciando scorrere il suo sguardo sul mio corpo.

-Lo vuoi proteggere? Non funziona così, lo sai- provò a spostarsi per raggiungermi, ma il ragazzo glie lo impedì, tirandogli una testata sul naso.

-Stai fermo, non toccarlo. Lui non ha niente a che fare con tutto ciò-

L'uomo rise, tantissimo, con gusto... sembrava veramente trovare divertente tutto quello che stava accadendo. Mi sentii intimidito e tutto le mie buone intenzioni sparirono. Avrei potuto chiamare la polizia ma sentivo che non sarebbero arrivati in tempo per prendere i nostri corpi vivi.

-Forse non hai capito, Min, che tutto ciò che fai ci riguardo. A partire da quello squattrinato di Si Wool, a questa sgualdrina. Noi non vogliamo distruggere te, vogliamo portarti via tutto ciò che hai... a quel punto sarai tu a distruggerti, fidati...-

-Fidati un cazzo, minchione. Lasciami-

L'uomo lo guardò arrabbiato, prima di iniziare a picchiarlo.

Vedevo le mani chiuse in un pugno di quella bestia abbassarsi prepotenti sul corpo di Yoongi, che cercava di proteggersi come poteva. Ben presto cadde per terra, dove si rannicchiò in posizione fetale, coprendosi con le mani il volto.

L'uomo si avvicinò e gli tirò via le mani per poi tirargli un calcio sul volto. Iniziarono a gridare. Yoongi di dolore forse, disperazione, mi chiedeva di scappare, mentre l'altro gli urlava di smetterla, tornando a picchiarlo più forte di prima.

L'uomo gli tirò una testata, portando la parte alta della fronte a contatto con il suo naso e il volto. Gli colpì i reni, il plesso solare con la mano aperta, gli graffiò la gola. Mirò alcuni calci bassi sugli stinchi di Yoongi, uno sulla rotula, un altro al polpaccio. Gli tirò i capelli, portandogli il volto indietro, stringendo i suoi bei ricci corvini.

Sentivo le lacrime agli occhi mentre strillavo -Lascialo andare!- Non avevo quasi più voce.

Una scarica improvvisa di adrenalina si impossessò del mio corpo e con uno scatto di alzai dall'asfalto.

Corsi verso i due, tirando uno schiaffo all'uomo, che si voltò stupito. Non fece in tempo a comprendere ciò che era successo che gli morsi con forza il collo. Strinsi quanto più potevo i denti nella pelle oleosa, senza pietà. Il mio unico pensiero era "Devo sopravvivere, devo salvare yoongi".

L'uomo iniziò a scalciare, gridando. Sentivo i suoi colpi sulla schiena, i graffi che mi lasciava, bruciavo come una fiamma ma non me ne accorsi. Morsi ancora più forte, fino a quando la lingua non venne invasa dal sapore del sangue e riuscì a sentire delle piccole ferite sulla sua pelle.

Mi staccai, con la bocca sporca di saliva e sangue. Mi sentivo un animale... eppure mi andava bene se serviva a salvarmi. Sapevo che i segni che gli avevo inflitto non sarebbero bastati a fermarlo, ma mi sentii fiducioso.

Quando difatti l'uomo si sporse di nuovo su di me, tirandomi un pugno nello stomaco, trattenni il fiato e affondai le unghie nei suoi occhi. Chiusi le palpebre per non vedere lo spettacolo orribile che stavo creando io stesso.

Persi forza con il tempo e ben presto mi ritrovai per terra. Quello si avvicinò a me, incazzato. Ormai nessuno pensava più alla gang o agli avvertimenti. Eravamo tutti troppo concentrati sulla nostra lotta animale.

-Yoongi aiutami-

Due semplici parole e sentii Yoongi svegliarsi dal suo stato di trans. Si alzò da per terra e si diresse velocemente verso l'uomo, che fece solo in tempo a girare il volto, prima che il ragazzo che avevo chiamato continuasse ciò che avevo iniziato.

Lui al contrario mio non tagliava le unghie da diversi giorni... erano lunghe, scheggiate...e quando lo infilò negli occhi dell'uomo quello lanciò un urlo disumano, iniziando a graffiare Yoongi, gli lasciò lunghi solchi rossi, emaciati, che splendevano a causa del sangue sul suo collo.

Era orribile, sentii il vomito salire alla scena. L'uomo si portò le mani agli occhi provando a scacciare le unghie e quando ci riuscì scappò senza voltarsi.

Non riuscii a vedere dove andò perché in pochi secondi Yoongi mi prese per mano e iniziò a correre verso casa mia.

Eravamo stanchi ed affannati ma non diminuivamo il ritmo. Dovevamo trovare un luogo sicuro.

Ora capivo finalmente cosa intendesse Yoongi quando mi raccontava del suo dolore. Quando entrava in casa piangendo e mi abbracciava, quando guardava sospettoso il mio volto la prima volta che ci vedemmo.

Perchè il mondo in cui viveva non lasciava scampò a nessuno, era una lotta in cui non esistevano regole o umanità.

Eravamo tutti animali dal momento che entravamo nel giro che aveva creato quel Capo.

ᴍᴀғɪᴀ- уσσимιиDove le storie prendono vita. Scoprilo ora