capitolo-21

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Jimin's pov

Mi svegliai dopo circa un'ora e mezza di dormita, ero appesantito e sentivo mille voci strillare nella mia testa. Portai una mano al volto per strizzare le guance calde e strofinare gli occhi gonfi dal pianto, rendendomi conto in meno di un secondo di essere a casa.

Avevo sognato di essere nel parco... con lui, eppure al mio fianco c'era Hoseok che mi guardava affranto con sguardo preoccupato.

-Come stai? Vieni di là, dimmi dove tieni la cioccolata e le bustine di tè che ti preparo una bevanda calda, almeno ti riscaldi-

Lo guardai immobile, con sguardo perso ed un'espressione indecifrabile in volto. Mi sentivo così sciocco. Ero troppo frastornato per rendermi conto dei problemi che stavo causando, così non rincuorai Hoseok dicendogli che ciò che ha aveva visto era uno scoppio d'ansia e che il mio stato penoso era dato dallo stress, ma abbassai la testa annuendo. Avevo bisogno di essere protetto... Certo, avrei voluto che fosse venuto lui a farlo, ma non c'era, non poteva proteggermi quando lui stesso non sapevo proteggersi; quindi, con un sospiro mi abbandonai all'idea che Hoseok, il mio migliore amico, sarebbe stato il mio faro, mi avrebbe guidato verso la terra ferma, mentre lui sarebbe stato lo scoglio dove avrei riposato quando ero stanco di nuotare e sentivo le forze abbandonarmi.

Lo seguii in silenzio, sospirando non appena i miei piedi, scalzi, entrarono in contatto con il pavimento. Notai che non avevo nemmeno più la felpa e che questa era stata piegata con cura sulla sedia della mia scrivania.

Grazie Hoseok.

Portai con passo pesante il mio corpo e i miei pensieri in cucina, tirando fuori da un cassetto degli antidolorifici e dei cubetti di cioccolata.

Hoseok al mio fianco mi sorrise nervoso e prese lo zucchero, il latte e un cucchiaio prima di mettersi a preparare la cioccolata calda per lui e un infuso alla calendula per me.

Ben presto la cucina si riempì di vapore, mentre riempivamo due tazze di quelle bevande zuccherate, dolci e calde. Presi una tazza di un acceso blu cianotico, e lasciai in infusione la bustina contenente i fiori di calendula. Mi avrebbero aiutato per i dolori addominali dati dal pianto e il mal di testa.

Da quando era iniziata l'università ne tenevo sempre qualche bustina nella credenza, le usavo per riprendermi dopo qualche serata, ma mai sono state utili quanto quella volta.

Presi un cucchiaino di zucchero di canna e lo versai nell'acqua calda, osservandolo sciogliersi, sotto lo sguardo curioso di Hoseok, che cercava un contatto visivo da quando mi ero svegliato.

-Allora? Mi dici che è successo-

Sapevo che me lo avrebbe domandato, ma non ero pronto; quindi, semplicemente iniziai a sorseggiare dalla tazza, scottandomi la punta della lingua.

-Mi ignori? Come hai fatto fino ad ora d'altronde... Da quanto non mi chiami per parlare? Quando è stata l'ultima volta che mi hai detto come stai? Credi sia stupido? Che non abbia notato i tuoi sguardi depressi e la tua solitudine?-

Sospirò quando non ottenne risposta, ma continuò non demordendo: -Sai, quando sono arrivato nella grande capitale, qualche anno fa, ero solo, non c'era nessuno con me... soffrivo e pensai che non valesse più la pena vivere per essere triste e solo... Jimin tu ancora non eri con me, è vero, ma ti ho sognato una notte, ti giuro. Eri lì con me e mi dicevi di andare avanti che valeva la pena. Sembravi un angelo. Forse ho semplicemente associato il tuo volto alla figura che ho sognato, ma non appena ti ho visto la prima volta ho pensato che fossi tu... le tue movenze, il tuo sorriso... Sei il mio angelo e non ti lascerò andare-

Lo guardai per un secondo, cercando di scorgere la menzogna nei suoi occhi, ma li ritrovai limpidi e splendenti per me. Diceva il vero e sorrisi anche io, mentre lui mi abbracciava e sussurrava: -Jimin non ti perderò, sei tutto ciò che ho... ti prego apriti a me, ti salverò... se stai male, ci sarò... Se mi vorrai, sarò lì con te. Ma se non mi desidererai, sarò comunque dietro di te, per recuperarti quando cadrai. Non me ne andrò mai-

Lo strinsi forte al mio petto e decisi di fidarmi. Anche per me Hoseok era tutto ciò che mi restava.

Iniziai a raccontargli con convinzione e sicurezza tutta la mia storia, i pezzi del puzzle che mancavano, che non gli avevo mai detto, per la prima volta uscirono dalla mia bocca per depositarsi sul suo cuore.

Iniziammo a condividere il dolore da quel momento.

Iniziammo a condividere il dolore da quel momento

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Yoongi's pov

Cazzo di nuovo.

Mi grattai distrattamente il collo, sperando di riuscire a mentire con successo, di riuscire ad inventare una scusa in quei pochi secondi che mi rimanevano prima che Si Wool si insospettisse maggiormente.

-Io-

-Perchè menti? Ne hai veramente bisogno?-

Sì, cazzo sì... o forse no?

Avrei dovuto forse rivelargli di Jimin, di quel ragazzino? Non significava niente per me, ma finalmente mi sentivo libero dalle mie catene, ogni volta che i nostri occhi si incrociavano, sentivo il vigore tornare nel mio corpo, mi sentivo di nuovo forte. Avrei potuto affrontare mille uomini, compreso il Capo, se ci fosse stato lui a dirmi che andava tutto bene, se mi avesse anche solo sorriso.

Le sensazioni che si scatenano nel mio corpo, nel mio petto, quando le mie iridi si posano su di lui mi fanno pensare che forse non era ancora finita, si poteva combattere ancora, perchè se il calore che mi offriva Jimin non si sarebbe spento io avrei potuto riprendere la mia vita in mano. Più forte e coraggioso, con qualcuno da proteggere, ma anche qualcuno da cui andare quando avevo bisogno di protezione.

Lasciare andare un così grande segreto avrebbe potuto rovinarmi inevitabilmente e indelebilmente, o aiutarmi a riordinare i pensieri nella mia testa e le sensazioni nel mio cuore.

Mi riscossi dai miei pensieri quando un calcio raggiunse le mie cosce. Rimisi a fuoco la realtà. Si Wool tornò di nuovo di fronte ai miei occhi così come la stanza colorata, erano passati così pochi minuti; eppure, il pensiero di quel ragazzino li aveva fatti passare come se fossero stati secondi.

Guardai Si Wool che con un sopracciglio alzato mi scrutava fin dentro l'anima, verso il mio cuore che ormai aveva iniziato a battere, pompando sangue senza sosta.

Le mie guance si colorarono di rosso ma decisi di parlare, perchè glie lo dovevo. Era l'unico che mi era rimasto vicino dopo la mia caduta, mi aiutò come nessun'altro. Si Wool poteva benissimo essere il mio migliore amico alla fine.

-Allora? C'è qualcuno che mi devi far conoscere, Min?-

-Sì...- chiusi gli occhi -Si chiama Jimin-

ᴍᴀғɪᴀ- уσσимιиDove le storie prendono vita. Scoprilo ora