capitolo-39

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Yoongi's pov

Rimanemmo uniti per diverso tempo, coccolandoci e lasciando scorrere sui nostri corpi le preoccupazioni che ci avevano assillato. Le lancette dell'orologio silenziosamente ruotavano, rincorrendo i minuti che passavano. Non ricordo dopo quanto decidemmo di sciogliere il nostro abbraccio, lasciandoci un piccolo bacio sulle labbra. La delicatezza con cui posò i suoi boccioli sulla mia bocca mi lasciò incantato, tanto da non riuscire nemmeno a ricambiare. La dolcezza dei suoi gesti mi sorprendeva e portava il mio cuore a sciogliersi lentamente, come un cubetto di ghiaccio in una calda giornata di estate.

Al bacio vi ripensai diverse volte, non potendo fare a meno di ricordare quanto morbide fossero le sue labbra e quanta sicurezza mi infondessero al solo sfiorarle. Anche mentre mi preparavo per dirigermi al locale di Jimin, non riuscii a non riportare la mia mente a quel momento.

Mi stavo allacciando i bottoni di una camicia del mio piccolo, che mi aveva prestato apposta per l'occasione, in quanto: "Presentarsi ad un evento musicale con la giacca di pelle è da cafone" come mi disse Jimin.

Non potevo far altro se non ringraziarlo della premura. Era sempre così gentile con me, che non sapevo come ricambiare ogni sua grazia.

Sbuffai concitatamente, cercando di ripulire la mia mente da quei pensieri troppo complessi da risolvere. Tornai quindi ad allacciare i bottoni, facendoli passare nell'asola. La camicia era morbida, in lino bianco, con un collo alla francese che stringeva con grazia il mio collo adornato da un choker nero in finto velluto. I pantaloni invece erano a vita alta e tasca inclinata, di un profondo nero ed elastici abbastanza da permettermi di muovermi con tranquillità.

Mi guardai soddisfatto allo specchio, provando a mettere in mostra il mio sorriso soddisfatto.

Ai miei occhi ero bellissimo, sembravo quasi risplendere di una nuova luce, anche se la verità era che la camicia da me indossata era leggermente grande sulle mie spalle e i pantaloni avevano perso parte del loro colore a causa dei lavaggi. Eppure non potevo fare a meno di apprezzare quell'abbigliamento particolarmente ricercato, che mi fece sentire appagato.

Chiamai quindi Jimin, pronto a farmi complimentare della mia bellezza, con commenti che il mio essere avrebbe certamente apprezzato. Non ero particolarmente vanesio, ma in quell'occasione alla vista del mio corpo stretto in quel completo elegante non potei fare a meno di eccitarmi.

-Yoongi, sei pronto?- mi chiese Jimin con un piccolo sorriso stampato in volto.

-Sì, assolutamente. Questi vestiti sono bellissimi, quasi mi dispiace doverli indossare, sono veramente fuori dalla mia portata- affermai convinto, mentre l'altro ragazzo ridacchiava sommessamente.

-Questo paio mi è stato regalato da mia madre al raggiungimento della maturità, lei vuole sempre il meglio per me, quindi, ha risparmiato per comprarmeli. Glie ne sono grato... te li presto con l'intento di permetterti di rappresentare la parte migliore di te questa sera, ok?-

-Si, grazie Jimin. Tu non canterai oggi?-

-Solitamente mi impegno nei giorni del fine settimana, quando esci a vendere le tue cose...- mi disse, provando ad ignorare la parola droga e sostituirla con un termine a lui più consono.

-Capisco, per me va bene comunque. Stasera vieni a vedermi almeno?- lui sbuffò un sorriso rilassato per poi confermare, ricordandomi però come avrebbe dovuto portare i suoi libri per ripassare.

-Ora vieni qui, andiamo in bagno così da aggiustare la tua frangia- mi disse prima di trascinarmi nella stanza da lui citata per ritoccare il mio volto e sistemarmi il completo.

Mi sentivo bellissimo.

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ᴍᴀғɪᴀ- уσσимιиDove le storie prendono vita. Scoprilo ora