capitolo-36

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Yoongi's pov

Con sguardo sconcertato osservavo il migliore amico di Jimin di fronte a me. Dopo l'intensa corsa ci eravamo posti ognuno su uno degli sgabelli della cucina, per poi silenziosamente consumare la nostre colazione.

Hoseok aveva davanti a sé una piccola tazza di cereali al miele, accompagnati dal latte vegetale alla soia, al suo fianco invece vi era un piattino colmo di frutta tagliata a cubetti. Il suo cucchiaino si abbassava lentamente e con fare mesto raccoglieva i cereali, carpiva i pezzi di banana, mela e mandarino e li portava alla sua bocca. Sconsolato, come mai un uomo avrebbe potuto essere, masticava i suoi bocconi privandosi del dolce sapore della sua colazione, che venivano rovinati dal suo umore nero.

Ogni tanto ci degnava di un occhiata colma di fastidio, per poi tornare a concentrarsi sul suo pasto. Jimin al suo fianco mi guardava, come se non stesse riuscendo a far ordine alle sue idee in mezzo a quella particolare confusione, mentre io masticavo dei biscotti al cioccolato immersi nel latte denso.

-Non mangi niente piccolo Jimin?- lui mi lanciò un occhiata di disapprovazione, per poi sbuffare. Poi mi rivolse finalmente parola.

-La mattina spesso rimango a digiuno, bevo la spremuta semmai. Comunque...colgo l'occasione per fare una domanda a Hoseok, cosa hai?-

Lui alzò il capo e perforò con le sue iridi il corpo di Jimin, per poi sbuffare un sorriso divertito.

-Non sono io a dover rispondere, piuttosto voi due. Non avete dormito, vero? Be, nemmeno io! Se vi può far felice i vostri gemiti, i tuoi soprattutto- mi guardò con finto sdegno -mi hanno assillato al punto da dover pregare che la bestia che si era impossessata dei vostri corpi si placasse!-

Un diffuso rossore si sparse sulle nostre guance. Sapevo che in qualche modo Hoseok avrebbe scoperto ciò che avevamo fatto la scorsa notte, ciò che non avevo immaginato fu il fatto che potesse rinfacciarcelo con così tanta spudoratezza. Ne rimasi scioccato. Erano appena le sei e mezza del mattino e tutta la vergogna che avrei potuto mai provare prese il sopravvento sul mio corpo. Coprii il volto con il palmo della mano, sperando di poter scomparire dietro di esso, mentre Hoseok sghignazzava soddisfatto.

-Hobi sei così indelicato, non lo vedi che così metti in imbarazzo Yoongi? Lasciaci in pace-

-Non credo che ci riuscirò, ma per ora posso dichiarare finito il mio attacco. Se non vuoi mangiare niente vai a prepararti, oppure potremmo arrivare in ritardo all'università- affermò il suo migliore amico, già vestito e lindo, pronto per quella nuova giornata.

-Certo, ora vado. Mettete in ordine le tazze quando avete finito, io ci metterò una ventina di minuti-

Si alzò dallo sgabello con delicatezza, per poi sistemare quest'ultimo sotto al tavolo. Mi regalò un piccolo sorriso e, prima di voltarsi, un dolce bacio sulla guancia arrossata, che quasi non mi fece sciogliere come zucchero caldo.

Con queste ultime manifestazioni d'amore si voltò e ripercorse i passi fatti per giungere fin lì. Non appena sentii la porta del bagno chiudersi tirai un sospiro e ripensai a quanto fosse carino Jimin, a quanto fosse dolce.

Era il ragazzo perfetto... per me.

Erano ormai le sette, il sole era alto nel cielo e rischiarava le strada con una soffusa luce, che coraggiosamente spirava fra le nuvole grigie

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Erano ormai le sette, il sole era alto nel cielo e rischiarava le strada con una soffusa luce, che coraggiosamente spirava fra le nuvole grigie. Un freddo pungente carezzava i nostri volti e il vento autunnale abbracciava la nostra pelle, penetrando profondamene nei nostri corpi coperti.

Jimin indossava un morbido lupetto beige, con un filato di flanella, al di sotto vi era una camicia nera in cotone spazzolato, il cui colletto era ordinatamente piegato, ad accompagnare le sue cosce snelle vi erano un paio di pantaloni classici a gambe dritta sempre neri ed infine a completare la sua figura vi era una giacca di pile, che rendeva il suo fisico ancora più dolce.

Lo ammirai con desiderio, pensando a quanto fossi stato fortunato ad aver goduto di quel corpo così armonioso, dalle fattezze eufoniche. Il sentimento che mi originava la visione della sua perfezione mi rendeva succube a quel ragazzo, per me la definizione più vicina alle qualità eccellenti, tali da escludere qualsiasi difetto, la massima compiutezza dell'impeccabile.

Ero completamente catturato e sottomesso alla sua bellezza e alle sue movenze che ormai non riuscivo a pensare ad altro, ogni mia domanda ricadeva su di lui ed ogni mia risposta ormai poteva essere "Jimin". Stava diventando tutto per me.

-Ci vediamo dopo, va bene? Tornerò a casa verso le undici con la metropolitana, così arriverò prima, d'accordo?-

-Certo, io ti aspetterò in casa. Intanto cercherò di suonare qualcosa... devo ammettere di essere particolarmente agitato per domani sera, ho sempre preferito esibirmi per me da quando ho perso la casa... e poi non mi sento adeguato all'ambiente del locale, forse non dovrei presentarmi-

-Ne riparleremo questo pomeriggio, tu cerca di riposare e stare tranquillo, ora vado-

Abbracciai il suo piccolo corpo, coprendolo con il mio, cercando di diventare un unica cosa sotto gli occhi accondiscendenti di Hoseok, poi dopo un timido bacio su una guancia lo lasciai andare, pronto a rimanere nuovamente solo, come ormai non ero da molto.

Le mie mani scivolarono sui suoi fianchi, fino a tornare rilassate lungo il mio corpo. Il desiderio di tenerlo lì con me era molto, ma ero consapevole che non avrei potuto strappare Jimin dalla sua quotidianità per stare con me. Almeno non per sempre.

Quindi con un ultimo saluto mi voltai e tornai nel portone dell'abitazione, silenziosamente salii le scale e mi diressi verso la porta dell'appartamento di Jimin. Chiusi la porta, senza fiatare e girai più volte il chiavistello nella toppa, al fine di chiudermi totalmente fuori da quel mondo. Con passi strascicati mi diressi verso l'unica finestra della stanza, agognando di rivedere il mio piccolo camminare per le strade di Busan, così da poter mantenere ancora vivida la sua immagine nella mia mente. E mentre senza indugio aprivo la finestra, spostavo la tende e mi affacciavo da essa pensai che non vi fosse niente di più bello che avere qualcuno a cui pensare giorno e notte. Una persona con cui poter condividere ogni momento delle proprie giornate, a cui affidarsi. Qualcuno da poter aspettare e che ti avrebbe aspettato. Realizzai che Jimin era importante per me e per il mio cuore.

ᴍᴀғɪᴀ- уσσимιиDove le storie prendono vita. Scoprilo ora