Yoongi's pov
Non appena mi ritrovai fra le sue braccia sentii un nuovo calore impossessarsi del mio corpo. La mia pelle inizio a riscaldarsi, inebriata dal corpo di Jimin che chetava la mia freddezza. Mi prese fra le sue braccia, cercando di non pigiare con le dita sulle parti ferite. Mi lascio tanti piccoli baci sul collo, massaggiandomi la cute ed aspettando silentemente che mi calmassi. Mi baciò la pelle contusa e mi accarezzo una spalla, aggiungendo una lieve pressione che sentii persistente, come a volermi dire che non se ne sarebbe mai andato.
Il dolore bruciava silenziosamente, manifestandosi in ematomi rossi e viola, emaciati. La pelle del viso era tirata e in poco tempo iniziò a gonfiarsi, divenendo rossa. Sullo zigomo vi era un livido più voluminoso, circondato da piccoli graffi sporchi di sangue secco. Sul collo vi era una striscia di pelle che mi attraversava la gola, creando un disegno defedato. La felpa che indossavo riusciva a coprire il mio busto, che ero certo fosse ricoperto di macchie purpuree e borgogna, mentre sui pantaloni che portavo si intravedeva il sangue bagnare il tessuto, rendendolo più scuro. Il ginocchio sembrava essere spaccato, tanto il dolore che provavo.
Sentivo di non avere nemmeno le forze di voltarmi, eppure non appena mi sentii stretto da Jimin il dolore sembrò ritirarsi, divenendo spettatore del nostro abbraccio. Le stille di sofferenza divenivano sempre meno, rimanendo lontane dal mio corpo.
Continuai a singhiozzare per diverso tempo, ancora terrorizzato dai volti che mi avevano attaccato. Ogni pugno, calcio o spinta subita ritornarono alla mia mente, che sembrò non riuscire a gestire quel tormento. Mi sentivo debole, impaurito ed indifeso. Non potevo fare altro se non portare le mani al viso, cercando di nascondermi dietro di esse.
-Yoongi, sfogati. Non avere paura, adesso non potranno più farti niente, ok? Sei al sicuro, Yoon. Io ti amo e vedrai che riuscirò a guarire le tue ferite- mi disse Jimin, mentre mi accarezzava.
Le sue mani scorrevano sul mio corpo, rassicurandomi come poteva. I suoi baci e le sue carezze ben presto riuscirono a calmarmi. Piano il mio pianto finì e gli unici suoni che si poterono udire nella stanza furono le mie lamentele ed i miei sbuffi.
-Vieni, andiamo in bagno- mi disse in un sussurro, porgendomi una mano che afferrai per poi alzarmi.
Ci dirigemmo nella stanza senza dire una parola. Con difficoltà zoppicai su una gamba cercando di ignorare il dolore all'altro ginocchio. Sembrava bruciare come fuoco vivo e mi chiesi come avessi fatto a salire le scale in quelle condizioni. Sibilai quando la pressione su quella parte del corpo sembrò ardere, fermandomi ed appoggiandomi alla parete tenendomi il ginocchio.
-Jimin, non ce la faccio- dissi sofferente.
Il ragazzo si girò, lasciandomi la mano ed affiancandomi. La porta del bagno era di fronte a noi, ma il corpo si rifiutò di muoversi, tenendomi attaccato alla parete, alla ricerca di un sostegno per non cadere a terra.
-Ti prendo in braccio, se vuoi-
Guardai il ragazzo confuso, provando a nascondere la mia espressione dolente ed annui poco convinto. Non credevo veramente che Jimin avesse potuto sorreggermi, pesavo abbastanza da portarmi a prevedere una mia caduta dalle sue braccia. Non feci in tempo a riferirgli questo mio dubbio, che passò un braccio dietro la mia schiena e l'altro sotto le mie cosce, cercando di sfiorare il meno possibile il ginocchio.
-Guarda come sono forte!- rise, mentre mi teneva in braccio. Mi fece volteggiare con difficoltà, ridendo.
Grugnii con sguardo truce, mentre lui sorrideva e si dirigeva al bagno. Jimin aprì la porta con un colpo della schiena ed entrò a piccoli passi, per poi poggiarmi all'interno della vasca. Mi lasciò delicatamente il capo, andando a cercare un asciugamano su cui farmelo poggiare, per poi distendermi le gambe. Il mio busto era rialzato, quindi riuscii a stendermi completamente, senza toccare il bordo della vasca.
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ᴍᴀғɪᴀ- уσσимιи
Romance[ᴍᴀғɪᴀ] "Era notte quando lo vidi per la prima volta. Poggiato ad una panchina del parco, le dita tra i capelli... Sembrava distrutto. Delle piccole gocce di sangue rigavano i dorsi delle sue mani incallite. Mi sarei dovuto spaventare guardandolo, l...