Tutto taceva. Il mondo era più leggero nel silenzio dell'alba. Non era difficile abbandonare il tumulto della notte, ma pretendere non fosse esistito sì. Fulmini e tuoni avevano acceso e rimbombato per tutta la notte le dure parole scambiate con suo padre, ancora aleggianti nell'aria umida della mattina. L'accenno dell'albore rischiarato portava sollievo, ma nessuna pace.Si avvicinò alla finestra lasciandosi brucare il viso pezzo dopo pezzo dai raggi tiepidi. Le rondini giocavano in cielo. Erano spensierate e gioiose perché non sapevano quanto poco tempo li rimanesse. Le radiazioni erano ancora più impietose a quell'altura. Perlomeno godevano del loro canto e dell'illusione di serenità ad esso accompagnato. Irrimediabilmente i suoi occhi si orientarono poco più in basso: tutto il grigiore delle nuvole era stato portato via dal cielo, ma non dalla città. Camila inspirò, avvertendo le spalle gravare sul suo corpo come mai prima di allora. Per quanto ancora le sue ossa avrebbero sorretto il peso ingombrante di un'intera città martoriata? Non sapeva dire perché, ma quasi si sorprese a scovare il muro ancora al suo posto. Ciò che aveva vissuto appena poche ore prima l'aveva persuasa a cancellare i confini spirituali, ma erano quelli materiali a non perdonare. A non perdonarmi.
«Buongiorno, signorina.» La voce di Rose fu l'unica onda placida in quel maremoto.
Camila virò solo appena il mento: «Ciao, Rose.» Tornò subito a contemplare il panorama. Solo adesso si rendeva conto di non riuscire a scorgere l'orizzonte oltre la fitta coltre di Island Side. Era sempre stata lì, ma solo ora riconosceva l'anomalia.
«Le ho preparato del caffè e del latte caldo col miele.. E.. Fette biscottate... Marmellata. Signorina, scusi, va tutto bene?» Sporse il capo oltre la spalla, tentando di catturare l'espressione della ragazza ammutolita.
«Mh? Ah si, tutto bene.» Abbozzò un sorriso, sforzandosi di apparire serena. «È tutto perfetto. Grazie, Rose.» Il vivacità del sole invece di affievolire il pallore di Camila, lo risaltava.
Rose si rigirava le dita fra le mani, tessendo domande calde come sciarpe ma strette come cappi. Non aveva mai indugiato dopo aver espletato le sue mansioni, non prima di allora. Si avvertiva la tensione nell'aria.
«É sicura di star bene?» Intonò un carattere più affabile, amichevole.
Camila passò la lingua sull'arcata superiore, si prese il labbro inferiore fra i denti e represse le lacrime pungenti. Scosse la testa. Si sentiva patetica a piangere quando nella sua vita non mancava niente, ma dentro di lei qualcosa si era rotto. Non capiva cosa o dove, e soprattutto se fosse riparabile; sentiva però di non essere più la stessa. E non sapeva se stesse piangendo per la persona che rischiava di diventare o per quella che era sempre stata.
«Alla sua età, tutti ci sentiamo tristi un giorno si e quello dopo anche.» Il sorriso della governante le parve la cosa più preziosa dell'intera villa.
Camila deglutì e annuì, un po' perché la confortava circoscrivere la sua sofferenza al capriccio dell'età e un po' perché la solidarietà di Rose la commuoveva.
«Forse io non ne ho alcun diritto.» Accennò un sorriso sghembo, incassando le spalle a mo' di scuse.
«Tutti hanno diritto di sentire ciò che provano.» La fissò dritta negli occhi; avvinta nel suo ruolo servizievole, ma mai sconfitta dai contorni di esso. «Soprattutto lei, che non ne ha mai avuto l'occasione di scegliere.» La stava scagionando. Rose, proveniente dalla parte dell'isola impoverita dalla giurisdizione di suo padre, la stava scagionando.
Camila tentò di carpire il bagliore nei suoi occhi prima di confonderlo con la luce del Sole. Per un attimo non vi furono differenze fra di loro. Non seppe dire con certezza se fosse Rose ad assomigliarle di più, o se fosse lei stessa ad essere più simile alla governante di quanto credesse. Quest'ultima risposta la faceva rabbrividire, ma anche sperare. Nello sguardo eloquente di Rose non c'erano dubbi.
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Opposite Sides
FanfictionIl mondo conosciuto è cambiato per sempre. Le radiazioni hanno perforato il buco nell'ozono una volta per tutte, separando la civiltà in coloro che possono sperare in un domani e in coloro che devono decidere se impazzire a causa degli effetti colla...