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Il Sole toccava prima l'altra sponda dell'isola e poi si insinuava sotto i battenti delle finestre imperiali. Camila viveva lì da anni, eppure aveva notato quel curioso evento solo poche settimane. Proprio come suo padre, anche i raggi incandescenti non mostravano pietà per le anime sonnolente di Island Side.

Vista da lassù pareva un ammasso di metallo e ferro carbonizzato, ma erano solo i fumi delle fabbriche ad annerire l'aria. Come se le radiazioni non fossero già abbastanza tossiche. Camila tentava di provare compassione per le disgrazie e i disgraziata di Island Side, ma poi rammentava che le responsabilità erano più auto-inflitte di quanto loro stessi credessero.

Il suono ovattato della porta la riscosse dai suoi pensieri. Prima che potesse rispondere, l'uscio si era già aperto e le sue labbra si incrinavano in un sorriso più meccanico che doveroso.

«Buongiorno signorina.» Il piatto d'argento dove era armoniosamente adagiata la colazione era più grande e sicuramente più pesante dell'esile Rose.

Camila aveva appreso da tempo che non si sarebbe fatta aiutare. Preferiva far tremare i propri muscoli sotto i merletti in tessuto piuttosto che scomodarla.

Appoggiò il fardello sul materasso con un sospiro affaticato, ma si rivolse con un sorriso a lei. «Mirtilli appena colti. Quest'anno la stagione è stata più generosa.»

«Grazie, Rose.»

Si sedette sulla coperta ancora arruffata. Aveva poco appetito, ma Rose non avrebbe smesso di fissarla fin quando il piatto non fosse stato svuotato del tutto. Suo padre non aveva occhi solo sull'intera isola, ma anche sulla sua intera vita. Quando Rose fu sufficientemente soddisfatta della porzione ingerita, si dedico alle faccende da sbrigare. La polvere che si librava controluce indusse lo sguardo di Camila a sorvolare verso il grigiore della città stagliata al di là del candore riverberato dalle ville sparpagliate sotto la sua torreggiante finestra. Un'unica isola per due Mondi. Per quanto ancora poteva durare?

L'imponente muro di cemento si snodava lungo l'intero perimetro delineato da suo padre quando ancora lei non aveva respirato la sua prima boccata d'ossigeno -sempre che di ossigeno si potesse ancora parlare. I suoi concittadini parevano essersi dimenticati delle radiazioni proprio come si erano scordati degli abitanti di Island Side. Anzi. Era convinta che la dimenticanza fosse dovuta proprio all'emarginazione. Erano termini quasi interscambiabili, tanto ingenti erano state le conseguenze. Se i suoi amici potevano condurre una vita relativamente normale era perché i loro genitori potevano garantire le accurate medicine nel momento del bisogno, ma questo non significava che le radiazioni fossero inesistenti. Dall'altra parte dell'isola si moriva ancora per esse o, peggio: si impazziva per esse. La cura era troppo costosa per gli abitanti di Island Side e soprattutto non era una cura. Non una definitiva almeno. Una volta subiti gli effetti delle radiazioni il ciclo medico doveva ripetersi ancora e ancora e ancora. Troppe volte per chi doveva lottare anche per un pezzo di pane.

Camila non riusciva a immaginare cosa si provasse a dover decidere se uccidere chi amare o vederlo impazzire fino alla follia. Non poteva immaginarlo perché sembrava un'eventualità lontana anni luce, invece avrebbe potuto raggiungerla solo camminando.

«Si raffredderà il caffè.» Rose attendeva pazientemente di fronte a lei, con le mani ossequiosamente incrociate sul grembiule.

Camila lo ingollò in un sorso e le porse il vassoio con un sorriso tenue. Non aveva mai imparato a sentirsi superiore alla servitù, tantomeno a non provare imbarazzo per la fortuna che vantava. Rose la augurò  buona giornata e con un inchino lasciò la stanza. Seguì la donna con lo sguardo fino all'uscita. Pensò a quanto, nella sua sfortuna, fosse stata baciata dal fato. Trascorrere gli anni dell'infanzia ad Island Side non poteva sembrare una fortuna, invece lo era stata. Decenni di adattamento all'ambiente, di lotta contro di esso, avevano permesso a pochi individui di sviluppare una sorta di immunità alle radiazioni. Gli scienziati stavano ancora tentando di comprendere cosa e perché avvenisse nel patrimonio genetico dei soggetti, nella vana speranza di poter generare una cura definitiva da quel barlume nella notte. Ma brancolavano, appunto, nel buio. Per un breve istante Camila si domandò chi fossero davvero i fortunati, ma l'idea di aver potuto formulare un pensiero tanto egoistico la dissuase dal riprovarci.

Opposite SidesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora