La notte non aveva ancora sollevato il sipario. La terra sotto i loro piedi portava cicatrici di sangue e l'odore della sabbia bruciata occludeva le narici. Camila si sforzava di fissare Bernard pretendendo di non notare le macerie accatastate alle sue spalle. L'uomo non aveva perso la sua flemma, ma sotto il velo dell'imperturbabilità le vene pulsavano come serpenti nascosti sotto l'erba.«Bernard, torna indietro.» Non la stava intimando, lo stava aiutando. Era venuto per seminare guerra, ma tutti i fucili puntavano su di lui.
«Come ti sei ridotta a tanto?» La voce tremava di addolorata rabbia; i singhiozzi, seppur trattenuti sotto il petto tronfio, scuotevano i distintivi ricordando lo scampanellio dei bossoli.
«Bernard, per favore.» Deglutì. «Torna da dove sei venuto... Prima che sia troppo tardi.»
«Come per te?» I pugni si serrarono dietro la schiena. Aveva calzato la divisa per difendere il suo popolo, ma non era riuscito a difendere una delle persone a cui voleva più bene. E ora non c'era niente che potesse fare per lei.
Camila inspirò profondamente, ma non si scompose: erano già franate troppe macerie per vederne crollare altre.
«Io sono in ritardo solo con le mie scelte, non con l'esattezza di esse.» Le volute di fumo alle spalle dell'uomo testimoniavano il contrario, ma distolse lo sguardo. Non c'era una guerra giusta, non ne esisteva una: esisteva solo la possibilità di combatterla ad armi pari. Ed era quello che spettava a loro.
«Credi che questo basti per essere una di loro?» Apostrofò con tono sprezzante, incurante delle bocche ancora fumanti e dei fucili e di quelle molto più affamate di chi li brandiva. «Tu non sarai mai come loro. Mai!» Tuonò, dilaniando il cielo trapunto di stelle in un primo bagliore di luce. Il giorno impietoso stava per levarsi ancora una volta, quel giorno il rosseggiare delle bombe aveva preceduto la stella più luminosa: l'alba sorgeva due volte sul Mondo.
«Puoi dichiarare guerra a Re. Puoi sradicare i cancelli del palazzo con le tue stessi mani. Puoi radere al suolo questo muro mattone dopo mattone, ma non puoi fare niente per essere nostra nemica! E lo sai perché?» Avanzò di qualche passo, indifferente al crocchiare dei fucili. Si arrestò abbastanza vicino da ferirla, ma la colpì solo con le parole: « Perché tutto porta il tuo nome.» Mormorò, mantenendo il segreto nascosto sotto le macerie del suo cuore deluso.
La mascella serrata di Camila tremava di innata collera. Era nata con la rabbia. Di rabbia batteva il suo cuore, di ira periva il suo amore.
Annuì impercettibilmente, ma non era lì per farsi sconfiggere. L'aveva dimostrato una volta e adesso doveva solo rifarlo. «Si.» Sussurrò. «Questo Mondo porta il mio volto, ma la rivoluzione porterà il mio nome.»
Bernard indietreggiò quasi barcollando. Per la prima volta aveva avuto paura. Gli occhi determinati e spietati di Camila rammentavano quelli del padre, solo che i suoi lo guardavano dall'altra parte del Mondo. Si sentì piccolo, si riconobbe vulnerabile. Camila era disarmata, ma avrebbe sfidato suo padre anche a mani nude. La vita di tutti coloro che amava non era più evento certo, ma una sperata benevolenza della sorte. Aveva avuto ragione da quando quella sera, a cena, guardandola seduta nell'ombra, aveva percepito il terreno sotto i piedi tremare: erano i primi passi mossi dalla Principessa volti a calpestarli tutti.
«Sarà una carneficina.» Sibilò sconcertato, con la paura a dilatargli le pupille bianche come la polvere svolazzante attorno a loro. «Non pensi alle persone che amavi un tempo? Che ti amavano!» Ruggì.
«Tutti dobbiamo sacrificare qualcosa per perseguire le battaglie in cui crediamo.» La voce arida come la terra secca sotto di lei. «Voi avete sacrificato me.» Lo sguardo vacuo come il cielo ormai indifeso.

STAI LEGGENDO
Opposite Sides
FanfictionIl mondo conosciuto è cambiato per sempre. Le radiazioni hanno perforato il buco nell'ozono una volta per tutte, separando la civiltà in coloro che possono sperare in un domani e in coloro che devono decidere se impazzire a causa degli effetti colla...