I colloqui proseguivano ininterrottamente da giorni. Camila scrutava l'orizzonte ogni mattina, sorprendendosi di non trovarlo in fiamme; si aspettava sempre il peggio, ma sovente scopriva di averlo vissuto solo nei suoi sogni.L'attesa era peggiore della battaglia. Era restando immobili, continuando a dormire nel proprio letto e mangiare gomito gomito con gli amici di sempre che si avvertiva più violentemente la loro futura assenza. Ma se la battaglia univa, la quotidianità separava. Sul fronte si stringevano accordi, ma al quartier generale si disgregavano alleanze da quando la notizia di Camila aveva fratturato le opinioni. Chi aveva combattuto al suo fianco, ignorava totalmente la sua provenienza, reale o cittadina che fosse; chi invece l'aveva conosciuta solo passeggiando per i corridoi, avrebbe preferito respirare aria tossica tutta la vita che condividere una particella pura con Camila.
I borbottii, le imprecazioni, gli sguardi cagneschi giungevano tutti alla cella di Camila attraverso gli occhi bastonati di Lauren. Improvvisava sorrisi di cortesia, ma non c'era niente di gentile nelle sue parole aride. Tentava di confortarla, ma il peso della malattia le curvava le spalle, quello delle opinioni le affossava le pupille; pareva dover scomparire in un sonno eterno da un momento all'altro, ma trovava la forza di sorriderle fra una sbarra e l'altra per offrirle un pertugio di evasione che le sue mani da sole non potevano scavare.
«Come stai?» Era Camila a chiederlo per prima, tendendo disperatamente le mani verso la corvina, come se la reclusione non l'affliggesse, ma la tormentasse solo la lontananza da lei. La sua cella non era di ferro, bensì di passi, paradossalmente.
«Bene.» Rispondeva, ma il suo sorriso stanco non era credibile. Voleva alleggerirle la prigionia, rassicurandola che il ferro non la divideva da nessun cambiamento. Ma Camila, invece, era spaventata da quanti gliene stesse nascondendo. Non domandava oltre solo perché Lauren aveva l'aria di chi si era premunito di aria sufficiente solo per dettare le parole già prefissate; una virgola in più avrebbe rovinato la sua recita, e per lei pareva essenziale portarla avanti, come se illuderla del suo benestare fosse l'unica cosa che la rendesse ancora utile ai suoi stessi occhi.
Camila pretendeva di crederci, ma negli occhi di entrambe veleggiava la bugia, ed erano mari sempre troppo vicini per non solcare l'orizzonte della consapevolezza.
«I colloqui proseguiranno ancora.» Riprese fiato, allentò leggermente la presa sulle sue mani attraverso il ferro. «Non abbiamo una fine certa, ma continuano a rimbalzare sulle stesse complicazioni.» Scosse leggermente la testa, concedendosi forse l'unico spiraglio di scoramento. «Comunque non demordiamo fino alla fine.» Si schiarì la voce e indossò il medesimo sorriso di prima, pentendosi di aver fatto trapelare le verità del suo cuore avvilito. Non poteva credere di essere tanto deludente per Camila. Se solo avesse saputo che per la ragazza, invece, era l'eroina di due Mondi: quello dei ribelli e il suo.
Camila intuiva già dalle sue parole che il sottile filo teso fra le due parti dell'Isola, era solo una fune che presto o tardi avrebbero iniziato a tirare, fino a far sprofondare uno o l'altro Mondo nel burrone che li separava da sempre. Da quella voragine dipendeva il futuro dell'intera umanità e per scoprire quale esso sarebbe stato, Camila sapeva di doversi affacciare nelle sue profondità sperando di fare un salto abbastanza ampio per oltrepassarle anche. Lo sguardo turbato di Lauren le rifletteva la medesima consapevolezza. Nessuna delle due si illudeva di poter vincere senza ricorrere alle armi, ma entrambe fingevano fosse così per gli occhi esausti dell'altra.
Una sera, Lauren si presentò più accasciata del solito. Trascinava il suo corpo attraverso la stanza e sorrideva malgrado il peso dei suoi stessi muscoli; costringeva le pupille a schiudersi malgrado il fascio di luce e faceva di tutto per apparire nella forma fisica migliore, ma ogni sforzo impoveriva solo di più la sua performance. Tese le mani verso Camila come suo solito. Appoggiò la spalla contro le sbarre, adagiandosi contro di essa e parlò conteggiando le parole sulle dita, come se non potesse sprecarne nemmeno una: «Nessuna novità, ma non si demorde.»

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Opposite Sides
FanfictionIl mondo conosciuto è cambiato per sempre. Le radiazioni hanno perforato il buco nell'ozono una volta per tutte, separando la civiltà in coloro che possono sperare in un domani e in coloro che devono decidere se impazzire a causa degli effetti colla...