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«Lauren!»

«Non te lo sto chiedendo, Camila.»

«Nemmeno io.»

«Camila.» Lauren alzò il capo; nei suoi occhi non c'era segno di cedimento, ma il collo tremava solo per la fatica di sollevarsi. «Non posso farlo io.» Disse a denti stretti; un animale ferito che mostrava i canini.

Camila deglutì e drizzò le spalle; un cacciatore che aveva sparato, ma si sorprendeva di aver anche ucciso. Sospirò rumorosamente, tendendo le braccia verso la scrivania. Incassò la testa fra le spalle esili; una Regina a capo basso. Un intero Mondo si sosteneva tra quelle scapole e la possibilità di garantirlo a tutti pesava più della corona che non aveva mai accettato.

«Non accetteranno.» Mormorò, lasciando intendere avesse accondisceso lei, però.

«Hanno accettato me.» Abbozzò un sorriso Lauren, carezzando la sedia su cui sedeva, ancora incredula di essersela guadagnata agli occhi dei vivi e alla memoria dei morti.

«Questo é diverso.» Lo sguardo sinistro di Camila intercettò quello rilassato di Lauren; fuori stava per imperversare una guerra, ma era lì che si decideva come si sarebbe svolta.

«Hai già combattuto con noi, per noi. Adesso devi solo dirci come combattere.» La tranquillità del suo tono voleva infonderle sicurezza, tutta quella sicurezza che lei riponeva nella ragazza.

«Non l'ho mai fatto prima.» Sgranò gli occhi. Come poteva essere tanto serena affidando alle sue mani inesperte le sorti di un intero Mondo?

«Ma ci sei nata.» Puntualizzò, facendo scattare le sue mani sopra quelle dell'altra; un'ancora gettata sul fondo dei mari più profondi, ma pur sempre un punto fermo. «Sei nata fra ordini e contrordini. Hai il potere nel sangue, ma cosa più importante, hai la lotta nelle vene. Nessuno qui, nemmeno io, può sapere cosa significhi. Siamo guidati e accecati dalla vendetta, ma tu conosci il peso della giustizia. Non hai bisogno di altro per vincere.»

«Ti sbagli.» Scosse leggermente il capo, ma i suoi occhi galleggiavano sulle onde, proprio dove l'ancora di Lauren aveva ormeggiato la nave dei suoi dubbi. «Ho bisogno di te.» Se combatterò non sarà per bruciare il castello, ma per costruire una casa a te. Se si fideranno di me, non sarà per la mia vanagloria, sarà perché tu mi hai amato. Se io morirò, non morirò invano, perché avrò lottato nel tuo nome. Questo non glielo disse; le strinse le mani nelle sue sperando la forza bastasse per tramandare dichiarazioni taciute.

«Io sarò al tuo fianco. Ci sono sempre. Dovunque sia, non é mai lontano da dove sei tu.» Le tremarono i muscoli per quanto si sforzò di reciprocare la stretta delle mani, ma il suo era tutto un impegno votato a ostacolare le lacrime. Non stava solo promettendo, stava anticipando un addio. Ma era nel suo addio più amaro che sigillava la promessa più vera: non era riuscito il muro a separarle sulla terra divisa, non ci sarebbe riuscito il cielo nell'orizzonte unito.

Camila non colse la sua allusione, o forse si, ma era troppo presto per accettarla dentro di sé, dunque si limitò a sorridere, pretendendo di aver dimezzato la sua comprensione per dimezzare anche il dolore annesso ad essa. Doveva combattere adesso, se pensava ad un Mondo senza Lauren la sua lotta diveniva resa, la sua guerra sconfitta e della pace non conosceva eco. Voleva vincere per lei, ma solo se dopo poteva riporre la spada ai suoi piedi e inchinarsi, perché anche dopo il Mondo avrebbe avuto bisogno di un Leader, e Camila conosceva quello ideale per purificare il trono.

«Camila.» La voce rauca di Lauren la strappò dalle sue ubbie. «Adesso dobbiamo andare dagli altri. Dovrai fare un discorso, motivarli. Fa' in modo che si fidano di te, che ti vedano per ciò che sei stata per noi e non ciò che hai sempre condannato a te stessa. Abbiamo bisogno di un generale adesso, e io so che non esiste nessuno migliore di te, ma devi esserne certa anche tu.» Si assicurò i suoi occhi non lasciassero mai quelli dell'altra, sperando di trasmetterle tutta l'energia vitale che il suo corpo non era più in grado di sostenere così a lungo.

Opposite SidesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora