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L'ultima volta che era salita su camion da clandestina, era stato per lasciare la sua città. Ora ci stava tornando.

Il suo gruppo era composto da Dinah, Lauren, Jack, Linda e Drake. Sedevano scompostamente nel vano polveroso, sballottati fra le casse vuote, senza sentirsi tanto diversi.

Ciò che aveva imparato Camila, ciò che avevano imparato tutti, era una sola verità sulla guerra: svuotava il petto e riempieva le tempie. Dei loro cuori restava solo il battito; il sangue diveniva pensiero.

Sopravviverò? Loro sopravviveranno? Voglio che sopravvivano togliendo una possibilità alla mia di sopravvivenza? Quanta vita tornerà indietro su questo camion? E intanto le casse vuote sbatacchiavano, imitando il suono dei loro denti. Mandibole contratte su vite segnate. La domanda che aleggiava maggiormente nell'abitacolo, che risplendeva in tutti gli occhi vitrei e nei fugaci sguardi, era la medesima: morire è la cosa peggiore?

No. In quel camion tutti sapevano quanto di peggiore il Mondo potesse offrire di una culla sulla terra: un pianto dal cielo.

Camila poggiò la testa sulla sua stessa spalla. Quella notte tutti avrebbero incolpato la strada accidentata per l'assenza di sonno, ma in realtà sapevano di non poter fronteggiare i loro sogni. Tutti tranne Camila. Lei non aveva mostri da abbattere, paure da schiacciare. Lei era il mostro che avrebbe schiacciato. Si sentiva così non da quando aveva sfidato la morte ai piedi di suo padre, ma da quando aveva promesso di vincerla negli occhi di sua sorella. Si sentiva invincibile. Una notte di abbandoni e promesse; abbandonava la paura, prometteva la libertà.

Lauren fissava un punto indefinito nella parete ammaccata. Non aveva fatto altro per tutto il viaggio. Mentre gli altri compagni navigavano con lo sguardo nel maremoto di emozioni, aggrappandosi fra di loro, Lauren galleggiava ormeggiata. Camila non intuiva se anche lei fosse alleggerita dalla paura o se stesse facendo i conti con la sua morsa, ma quando si voltò un istante e intercettò il suo sguardo, carpì il suo pensiero al volo, come una palla lanciata direttamente nella sua mano: Non ho più niente per cui valga la pena lottare, eppure tutto ciò ho perso mi dice di non arrendermi. Le dedicò un unico cenno del capo. Le tendeva una mano. La salvava.

Il camion decelerò. Erano sul limitare del confine. Una voce ordinò di fermarsi. Il freno li sballottò contro le pareti. Vennero fornite le informazioni, scambiarono qualche parola di circostanza e poi il portellone gracchiò roboante. Tutti chiusero gli occhi. Non erano accecati dalla luce, ma dal battito nelle tempie. Se tutto andava come previsto, non avrebbero avuto beghe. Altrimenti le loro ossa sarebbero tintinnate come le casse vuote.

La luce azzurrognola ombreggiò la sagoma di un militare. Ad ogni pesante passo il cuore affondava di più nel petto. Erano certi di aver orchestrato tutto nei minimi dettagli, ma ora tutte le certezze erano una pallottola in canna. Le spalle aitanti del ragazzo si sporsero nel loro nascondiglio. Tutti trattennero il fiato, con la mano sulle pistole per scommettere il più veloce. Anche la polvere parve immobilizzarsi. Da sotto l'elmo, due folte sopracciglia si schiusero in un volo allegro. «Tutto ok!» Gridò il ragazzo, strizzando l'occhio ai suoi compagni. Tracciò una X sul cuore, il segno della devozione. Normani alzò il pugno: il segno della resistenza. Il militare scese e richiuse il camion, senza assicurarlo però, così dall'interno avrebbero potuto aprirlo. Il motore borbottò di nuovo e una nuvola di fumo nero avvolse il guscio di metallo, premonitrice e protettrice.

Drake diede il cinque a Normani. Linda e Jack si scambiarono un bacio, felici di non dover morire l'uno accanto all'altro. Lauren sorrise a tutti, ma ammiccò solo verso Camila. Lei scagionò un sospiro sollevato.

Stando ai conti, avrebbero dovuto abbandonare il camion circa sei minuti dopo. Si misero tutti in posizione di fronte alle porte. Normani e Drake tenevano i cardini in mano, pronti ad aprire le porte al segnale. Lauren cronometrava il tempo; Camila lo sopportava. Quarantacinque, Cinquanta... La mano della corvina scattò verso il basso e anche Drake e Normani zomparono, spingendo con forza le porte metalliche che sferragliando si aprirono. Le mantennero stabilì mentre gli altri saltavano giù, e infine si buttarono anche loro. Il prato attutì la caduta. L'autista si sarebbe accorto presto del danno, ma loro sarebbero già stati troppo lontani per essere incriminati.

Opposite SidesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora