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Ogni buca la sballottava fra i cassoni. Attutire i colpi non era la parte peggiore; la parte peggiore era farlo in silenzio. Elliot era riuscito a farla salire sul camion poco prima che partisse. L'esiguo margine temporale non le aveva concesso di scegliere un luogo più confortevole di quello accapparatosi. Dovendo stimare i danni, arrotondava per eccesso i lividi. Ci avrebbe pensato dopo. Adesso tutto il suo corpo, ogn fibra di esso, era incaricato all'ascolto. Le voci ovattate dei militari giungevano discontinue, allarmandola ad ogni silenzio. Nella concitazione del momento, aveva dimenticato di informarsi sui particolari logisitici. Poteva orientarsi solo in base all'orologio legato al polso, ma calcolare il tempo serviva a poco se non conosceva la durata del tragitto. Il rumore dei clacson le suggeriva di mettersi in guardia: non mancava molto. Una volta sopraggiunti al quartier generale, doveva sgattaiolare fuori rapidamente e darsela a gambe prima che qualcuno la notasse. Si posizionò più vicina all'uscita. Aveva già sbottonato le ultime due asole, costruendo una via di fuga rapida e sicura. Sbirciò da sotto il telo verde. Riconosceva il profilo afflitto della città, ma nessun punto cardinale che l'aiutasse. Improvvisamente il camion decelerò. Una voce non troppo lontana ordinò di fermarsi. Dovevano aver raggiunto la destinazione. Quello era il momento propizio per scendere e correre. Attese che le ruote rallentassero fino a passo d'uomo, quindi abbandonò  il nascondiglio con un balzo goffo. Barcollò e imprecò, ma riuscì a correre verso la città prima che qualcuno la indivduasse. Era già più di quanto si aspettasse. Solo ora, che i suoi piani non erano stati sventati dall'inesperienza, la sua avventura cominciava.  

La prima tappa prevedeva il mercato nero. Era certa ve ne fosse uno, ma non sapeva ancora dove. Trovarlo non sarebbe stato semplice, ma neanche impossibile. Ance attraversare il muro le pareva impossibile qualche settimana prima, adesso camminava assieme agli abitanti di Island Side. Seguì le strade periferiche fino a riversarsi in un centro abitato. Un vecchio bus scalcinato e gremito la condusse in centro. Gli odori di scarico pungevano violentemente le narici; la cortina nebulosa pizzicava gli occhi, eppure la ressa pareva non accorgersene nemmeno. Ciò che invece catturava la loro attenzione, erano le braccia esposte di Camila. Si rese conto che quasi tutti indossavano un cappello e nessuno lasciava indifesa la pelle. Srotolò le maniche della felpa fino ai polsi e issò il cappuccio sopra la testa, confondendosi nella moltitudine. Così conciata nemmeno suo padre l'avrebbe riconosciuta, anche se ultimamente faticava a riconosceral e basta.

Camila indentificò alcune strade percorse con Lauren, ma non avrebbe saputo connettere i punti e tornare all'edificio. Era ancora presto, comunque. Doveva prima scambiare la statuetta con un bouquet di contanti. Non aveva contatti o agganci, non sapeva niente di quel Mondo e tantomeno di come vincerlo. L'unico posto dove poteva sperare di ottenere informazioni, era una taverna. Anche i lavoratori più stanchi accettavano una bevuta in compagnia. Ed era lì che si stava dirigendo.

Il primo bar aperto che incontrò sulla sua strada fu quello che scelse. Uomini e donne ciondolavano sui tavoli. Solo in pochi riuscivano ancora a spicciare parola, gli altri o non avevano proprio iniziato o avevano finito dopo il secondo boccale. Camila perlustrò sommariamente l'interno, poi si avvicinò al bancone. Il barista la squadrò da capo a piedi; conosceva tutti nella zona, ma non lei.   

«Una birra.»Si impegnò per risultare il più scostante possibile.  

«Mh-mh.» L'uomo la spiava con la coda dell'occhio mentre rabboccava il bicchiere fino all'orlo. «Ecco a te, signorina.» Le mise la bevuta sotto al naso, adagiando i gomiti sul bancone. «Sei nuova, vero?» Inclinò il capo per guardarla meglio. 

Camila alzò solo fugacemente lo sguardo. «Qualcosa del genere.»

«Qui ci conosciamo tutti.» Oscillava il grosso capo da una parte all'altra, come se ancora dovesse decidere se crederle o meno.

Opposite SidesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora