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Il sipario della notte offriva ancora una volta lo spettacolo dell'orrore. Avevano architettato un piano in due giorni, e quello era il reale orrore di cui si cospargevano la testa prima di scendere in campo. Avrebbero attaccato simultaneamente due avamposti. Avevano vagliato l'ipotesi di attentare prima uno e poi l'altro, ma la probabilità di essere anticipati dalle truppe militari, aveva escluso la possibilità di un attacco dilazionato. Dovevano agire un'unica vola. Tutti insieme.

Camila aveva speso le ultime quarantotto ore ad esercitare alcuni volontari con l'arco. Qualcuno di loro aveva già avuto dei primi approcci, ma nessuno era tanto audace da definirla esperienza. Le venne chiesto di scegliere. Scegliere chi fra i candidati era il più predisposto a supportarli in azione. Nessuno, avrebbe detto se le fosse stato richiesto anche un briciolo di sincerità. Ma siccome la guerra non era mai stata amica dell'onestà, scelse il meno peggio, l'unico che pareva far progressi più velocemente degli altri.

«Josh.»

«Lo zoppo?» Inarcò un sopracciglio Normani. «Ha scelto lo zoppo.»

«Le sue condizioni fisiche non sono fondamentali, se deve stare accovacciato su un albero.» Ribatté Camila e di nuovo gli smeraldi di Lauren fecero spola fra le due. E di nuovo diedero fiducia all'ultima arrivata.

Normani scosse la testa. Era una battaglia persa da diverso tempo, ormai. Non ci provava nemmeno più. Era più facile che vedesse il Nuovo Mondo sorgere, che Lauren cambiare idea.

Ormai la notte aveva ammantato l'isola, confondendo le costole schiumose del mare all'alito del vento. Guardando l'orizzonte, però, pareva che il giorno non fosse mai tramontato per il muro. Da quando l'attacco aveva colto impreparati i militari, gli avamposti luccicavano nel buio, punteggiando il perimetro di lucciole di piombo.

Hai paura, sussurrò Camila nel buio, cercando nella coltre oscura il profilo del palazzo. Chissà se suo padre riusciva ancora a dormire, o se quella notte lo avrebbero trovato sveglio quando avrebbero dovuto trovare il coraggio di informarlo della seconda spiacevole notizia. Una catena di eventi che si stringeva sempre di più al suo collo.

Camila stava insaccando le ultime cose, quando qualcuno bussò alla sua porta. Aprì cautamente l'uscio e ancor più cautamente scrutò il volto al di là della soglia.

«Stai zitta, non dire niente.» Esordì Normani a gamba tesa, sfidando l'imperturbabilità di Camila. «Sono qui solo per una cosa, dopodiché io e te torneremo a odiarci come sempre.»

«Io non ti odio.» Mormorò Camila, alzando gli occhi al cielo.

«D'accordo. Tornerò ad odiarti io e basta.» Tentava di sdrammatizzare, ma si notava che nei suoi occhi non si celava alcun gioco. Trasse un respiro fondo. «Stasera le cose potrebbero mettersi male.» Annuì fra sé e sé, a capo basso. «Tu, purtroppo, sarai l'unica ad avere tutta la situazione sotto controllo.» Fece una pausa. «Non c'è bisogno che tu mi protegga. A me non rimane molto tempo, non ho bisogno che qualcuno perda la vita al posto mio. Sopratutto se quella persona è Dinah. Proteggi lei prima di me, chiaro?» La guardò dritta negli occhi assicurandosi che avesse capito. Camila annuì. Non le stava chiedendo di ucciderla, ma poco ci mancava. Voleva salvarsi, ma per ultima.

«Ottimo.» Non la rimirò un attimo in più. Volteggiò su sé stessa e se ne andò rapida com'era arrivata.

Camila restò a fissare le sue spalle tronfie allontanarsi. No, non sarebbe mai riuscita a ricambiare il suo odio.

Terminò di approntare lo zaino e brandì l'arco nella mano nuda. Una pelle più fredda, ma non meno sua. Conteggiò le frecce un'ultima volta. Ventiquattro punte le morsero il polpastrello. Ventiquattro colpi e nemmeno uno da poter sbagliare. Strinse tutti i corpi aguzzi nella mano e inalò profondamente. Sperava che tornando a casa avrebbe avuto solo il cuore vuoto, ma la faretra piena. Inspirò un'ultima volta prima di abbassare la maniglia.

Opposite SidesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora